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schema didattico basato, con aggiornamenti, sull'omonimo articolo pubblicato
nel "Bollettino AIB" 2004/3, p. 273-344 e sui
paragrafi 2.1-2.23 e 3.1-3.5 del libro LA BIBLIOTECA COME IPERTESTO (Editrice Bibliografica, 2007)
1. Definizioni
in ambito biblioteconomico:
aree concettuali:
1.1 Collezione digitale primaria e secondaria
1.2 Digitalizzazione
1.3 Formati ASCII (American standard code for information interchange).
DOC (document) e PowerPoint (PPT).
RTF (rich text format).
TXT(text).
HTML (hypertext markup language).
SGML (standard generalized markup language).
TEI (text encoding initiative).
XML (extensible markup language).
XHTML (extensible HTML).
PDF (portable document format) e PostScript (PS).
TIFF (tagged image file format).
GIF (graphics interchange format) e JPEG (joint photographic experts group).
PNG (portable network graphics) e MNG (multiple-image network graphics).
MPEG (moving picture experts group).
AVI (audio video interleave) e QuickTime.
WAVe AIFF (audio interchange file format).
MP3 e DivX.
RealAudio e RealVideo.
OeB (open ebook), ePub (electronic publication) e altri formati per e-books.
2. Ingredienti 2.1 Periodici elettronici (e-journals) 2.2 Open access
2.3 Libri elettronici (e-books)
2.4 Banche dati
"Una collezione di informazioni registrate in formato leggibile dall'elaboratore elettronico e relative ad un preciso dominio di conoscenze, organizzata allo scopo di essere consultata dai suoi utilizzatori" [Longo, 1993].
"Quelle ampie collezioni (ad accesso gratuito o tariffato) di dati digitali fortemente strutturati (spesso articolati in record e campi) che vengono prevalentemente utilizzate per la consultazione attraverso specifiche tecniche di information retrieval e solo talvolta per la navigazione attraverso legami ipertestuali, ma quasi mai per la lettura distesa e sequenziale, e che si possono distinguere in primarie (o di fonte), quando contengono informazioni direttamente utilizzabili, e in secondarie (o di riferimento) quando permettono di individuare documenti non disponibili direttamente ma da procurarsi successivamente per altre vie" [Ridi, 2004].
2.5 Print on demand
2.6 OPAC / OPAL
"Questo nuovo concetto dovrebbe voler significare che l'opac sara' solo una delle numerose funzioni della biblioteca elettronica nella quale saranno possibili anche consultazioni del testo completo per la parte prodotta con i metodi dell'editoria elettronica. Le biblioteche piu' informatizzate stanno gia' preparando questo futuro. Sara' migliore?" [Pettenati, 1987].
(1)
Allargare l'opac tradizionale, includendovi anche link a RER selezionate in base alla mission della biblioteca, nonostante si possa obbiettare che ciò significhi tradire la natura catalografica dell'opac, trasformandolo in un ibrido fra catalogo e bibliografia che include anche documenti che potrebbero in qualsiasi momento mutare, spostarsi o scomparire per scelte dei relativi autori o editori, senza possibilità di preservazione (e anche con grosse difficoltà di aggiornamento dei link) da parte della biblioteca.(2) Mantenere l'opac tradizionalmente ristretto ai soli documenti posseduti in locale (risorse analogiche e REL), per consultare i quali è necessario recarsi fisicamente in biblioteca e di cui la biblioteca garantisce conservazione e accesso a lungo termine, ma:
(2a) inserire RER selezionate nell'opac, ma solo dopo averle trasformate in REL, ovvero averle stoccate stabilmente su scaffali virtuali locali (della singola biblioteca o, meglio, di consorzi interbibliotecari), in modo da garantirne accesso e immutabilità a lunga scadenza;
(2b) delegare l'accesso alle RER a liste o archivi separati dall'opac, gestiti con regole di catalogazione più sbrigative e modalità di interrogazione semplificate, e talvolta alimentati anche con immissioni massicce di metadati forniti dai produttori stessi delle RER o da terze parti, spesso sussumibili nella categoria dei virtual reference desk (VRD);
(2c) limitarsi a fornire agli utenti delle liste di strumenti generali per la ricerca in internet (motori, metamotori, repertori, virtual reference desk, ecc.). Questo caso è, a rigore, solo un sottocaso del precedente (2b) particolarmente semplificato e ridotto.
2.7 Servizi tradizionali
2.8 Servizi innovativi
2.9 Altri ingredienti
3. Attori e problematiche
3.1 Accesso
3.2 Conservazione dei documenti digitali
3.3 Standardizzazione, cooperazione e interoperabilità
Se già nelle biblioteche tradizionali standardizzazione e cooperazione sono parole chiave importantissime, esse diventano nelle biblioteche digitali dei valori assolutamente centrali, venendo a mancare in ambiente elettronico quegli alibi di distanza geografica, problemi di comunicazione o necessità di duplicazioni di documenti o servizi che vengono spesso usati, in buona o cattiva fede, per attenuare la cooperazione e rinviare l'adesione a standard condivisi.
Ciascuno dei precedenti e successivi paragrafi potrebbe essere riscritto (o riletto) guardandolo attraverso la faccetta della standardizzazione come mezzo per permettere e potenziare la cooperazione, che a sua volta è un mezzo per il fine ultimo dellaccesso al maggior numero possibile di documenti da parte del maggior numero possibile di utenti.
Per trattare i documenti digitali, anche tipologie di biblioteche tradizionalmente poco propense a collaborare fra loro, come quelle universitarie, tendono a collegarsi in consorzi per gestire le risorse digitali, soprattutto sullo spinoso fronte delle trattative coi fornitori per le acquisizioni.
3.4 Metadati
Allinterno dei MAG cè chi opera ulteriori distinzioni:
3.5 Interfaccia e ricerca
3.6 Valutazione
Sul fronte della PRIVACY bisognerà dunque vigilare che alla massa di informazioni relative agli utenti che vengono registrate durante qualsiasi interazione con un sistema documentario elettronico, soprattutto se esso prevede una vasta gamma di servizi personalizzabili, vengano applicate rigorosamente tutte le misure previste dalla vigente normativa, e in particolare che esse siano:
Sul fronte del DIRITTO D'AUTORE e' raccomandabile che le biblioteche:
4. Amalgamare gli ingredienti
4.1 Web semantico
4.2 Reference linking
4.3 Un ricetta triangolare per il futuro
È difficile prevedere se questo scenario si realizzerà mai, e a maggior ragione con quale tempistica, perchè ai già numerosi elementi di incertezza incontrati nel corso dellarticolo si aggiungono quelli relativi a: