Divario digitale (digital divide)
Il divario digitale consiste nella diseguaglianza, da parte dei cittadini, nelle possibilità e nelle capacità di uso delle tecnologie digitali per l'informazione e la comunicazione,
in particolare relativamente a internet.
- immigranti digitali
- carenza di alfabetismo linguistico
- analfabetismo classico
- analfabetismo funzionale
- analfabetismo di ritorno
- carenza di alfabetismo informatico
- nativi digitali
- carenza di alfabetismo informativo
- troppa fiducia in internet e nei motori di ricerca
- confusione fra indici e contenuti informativi
- difficoltà di valutazione e selezione
- scarse capacità di concentrazione e analisi
In conseguenza delle grandi trasformazioni prodotte dalle nuove tecnologie, "i giovani manifestano una tendenza a credere che tutto sia facile. L'educazione ha il compito di persuaderli
del contrario: tutto è difficile, per poco che si voglia farlo bene, e non ci si affidi ad automatismi che altri han montato per noi"
(Vittorio Mathieu, 1988)
- analfabeti digitali di ritorno
- immigranti digitali: hanno imparato l'informatica 1.0 ma non quella 2.0
- nativi digitali: hanno imparato l'informatica 2.0 ma non quella 1.0
- entrambi: l'informatica 2.0 fa dimenticare quella 1.0
Sovraccarico informativo (information overload)
Le capacità di attenzione e di memorizzazione degli esseri umani
(così come il tempo che ciascuno di essi può investire nella ricerca e nell'assimilazione di informazioni)
sono sempre state, in ogni epoca, inferiori alla quantità dei contenuti informativi disponibili.
- alcuni dei meccanismi di filtraggio (di cui l'alfabetismo informativo ci rende coscienti):
- selezione operata dagli editori sui documenti da pubblicare
- priorità assegnata dalle redazioni delle testate giornalistiche alle notizie da valorizzare ed evidenziare
- validazione esercitata dai comitati scientifici sugli articoli considerati sufficientemente originali, documentati e utili per essere accolti nelle riviste accademiche
- selezione applicata dalle istituzioni della memoria sui documenti da includere nelle proprie collezioni e cataloghi
- valutazione implicita nelle citazioni e nei link che collegano ipertestualmente fra loro i documenti, che in ambito scientifico viene anche misurata
quantitativamente da un apposito "fattore di impatto" (impact factor)
- motivazioni, più o meno consapevoli e razionali, in base a cui gli utenti decidono di prestare attenzione - occasionale o costante -
a determinate fonti informative e documentarie piuttosto che ad altre
- "filtraggio collaborativo" (collaborative filtering) di grandi masse di dati, reso possibile in ambiente digitale dalle tecniche per
la cumulazione e la rielaborazione automatica e anonima delle preferenze espresse da altrettanto grandi masse di utenti
- "bolle di filtraggio" (filtering bubbles) create da algoritmi che personalizzano i risultati delle ricerche online mostrando solo (o soprattutto) risultati
probabilmente graditi agli utenti
L'essenza dell'alfabetismo informativo
"Alla base dell'alfabetismo informativo c'è comunque - prima di tutto e al di là delle sue varie definizioni e funzioni -
il concetto che per trovare delle informazioni rilevanti occorre che qualcuno le abbia prima organizzate in qualche modo, e che conoscere
la logica di tale organizzazione è fondamentale sia per trovarle che per valutarle" (Ridi, 2010)
pagina a cura di Riccardo Ridi,
creata 2010-04-22, ultimo aggiornamento 2019-07-01