[Questa intervista è disponibile anche in versione
integrale, con le risposte complete e precise
fornite da Ridi, che nell'articolo sono state semplificate]
ARCHIVIO DIGITALE. E DA MANUALE
Intervista agli autori di "Biblioteche in Rete. Istruzioni per l'uso" e "Le ricerche bibliografiche in Internet"
Riccardo Ridi (in foto) e Fabio Metitieri sono gli
autori di "Biblioteche in Rete. Istruzioni per l'uso"
(Laterza, 2002, 275 p., euro 16,00), la nuova edizione,
rivista e aggiornata, di "Le ricerche bibliografiche
in Internet", pubblicato per Apogeo nel 1998.
Chiediamo a Riccardo Ridi, professore associato di biblioteconomia
presso l'Università degli studi di Venezia e coordinatore di Aib-Web (il Web dell'Associazione Italiana Biblioteche).
Perché si è resa necessaria una revisione
del testo e quali sono le differenze principali tra le due
edizioni?
Lo scenario descritto nel 1998 si è evoluto massicciamente,
quindi in questa edizione è stato necessario aggiungere
o riscrivere completamente più di 130 pagine. Il capitolo
dedicato al panorama statunitense, che era il più corposo,
è stato ridotto a meno di un terzo delle dimensioni
originali, mentre quello dedicato alle biblioteche e ai cataloghi
del nostro paese è più che raddoppiato. Un cambiamento,
questo, che riflette l'aumento di disponibilità delle risorse
italiane, finalmente in grado di interessare a fondo i nostri
ricercatori. Significativo anche che il capitolo relativo
ai dovumenti digitali disponibili integralmente in Rete sia
stato arricchito fino a diventare il più voluminoso
del manuale. La bibliografia è stata aggiornata, sono
stati infine inseriti la numerazione dei capitoli e un elenco
degli acronimi utilizzati.
Nel tempo intercorso dalla pubblicazione della prima edizione,
quali sono stati i cambiamenti più rilevanti nel panorama
delle biblioteche e degli archivi digitali?
Dal punto di vista delle modalità di consultazione,
si può dire che sono pressoché sparite le interfacce
"a caratteri" via Telnet, ormai quasi completamente sostituite
da quelle grafiche via Web. Molti i cambiamenti anche sul
fronte dei contenuti. In Italia, per esempio, l'ISBN (l'Indice
del Servizio bibliotecario nazionale), il più vasto catalogo
collettivo, è cambiato notevolmente, ed è nata
una nuova importante risorsa, il MetaOpac Azalai italiano
(Mai), che permette di interrogare in modo unitario circa
150 cataloghi non inclusi nell'indice Sbn.
E per quanto riguarda i libri, i testi?
In Rete ci sono poi sempre di più non solo le bibliografie
e i cataloghi da consultare, ma anche testi integrali da leggere.
Anche leggi e normative si trovano più facilmente,
con la comparsa in Internet, finalmente, delle Gazzette ufficiali
consultabili gratuitamente. Sempre maggiore, infine, la rilevanza
del "Web invisibile" inaccessibile ai motori di ricerca come
Altavista e Google. Di conseguenza diventano sempre più
importanti, soprattutto per il reperimento di informazioni
"di qualità", repertori e virtual reference desk
gestiti da biblioteche e da altri enti non commerciali.
Nell'introduzione al volume si afferma, riferendosi alle
biblioteche e alle librerie fisiche, agli editori e ai bibliotecari
tradizionali, che in futuro il ruolo di questi soggetti verrà
ridefinito, ma che "nel mondo dell'informazione e della
conoscenza nessuno è destinato a scomparire".
Una sorta di legge di Lavoisier adattata all'editoria. Qual
è la sua opinione in proposito?
In effetti talvolta certi media muoiono davvero (consiglio
una visita al sito del Dead
Media Project), però molto più spesso,
se sono intrinsecamente vitali, sopravvivono benissimo all'emergere
di nuovi mezzi di comunicazione, specializzandosi e dividendosi
meglio i compiti. Se ciò è vero per i media,
lo è ancora di più per i soggetti che operano,
con vari ruoli, in quella che veniva chiamata la "catena
dell'informazione" ma che adesso più che a una
catena assomiglia a un complesso reticolo. Può darsi
che, in futuro, non esisteranno più editori, librerie
e biblioteche così come siamo abituati a conoscerle,
ma finché gli esseri umani continueranno ad avere un
sistema nervoso come il mio e il suo, utilizzeranno una qualche
forma di linguaggio per creare e comunicare informazioni e
avranno quindi bisogno di persone, enti, macchine e metodi
per conservare, organizzare, cercare, trovare, distribuire
e fruire i documenti che conterranno tali informazioni.
Si può arrivare alla digitalizzazione del patrimonio
librario?
Per quanto riguarda le risorse bibliografiche e informative
elettroniche, bisogna ribadire, a scanso di equivoci, che
oggi all'ordine del giorno è l"allargamento" al
digitale, e non la "sostituzione" dell'analogico
con il digitale. Non dobbiamo però farci troppe illusioni:
non si giungerà probabilmente mai alla completa digitalizzazione
dell'intero patrimonio cartaceo mondiale retrospettivo, per
una serie di ragioni riassumibili in: costi, tempi, copyright,
obsolescenza delle tecnologie, difficoltà di individuazione
dei testi. E finché questo obiettivo non sarà
raggiunto completamente resterà necessario condurre
ricerche bibliografiche sia in ambiente cartaceo sia in ambiente
elettronico.
Nella doppia veste di autore e bibliotecario, come valuta
il problema della tutela del copyright e del diritto d'autore,
relativamente alla conservazione e alla diffusione dei testi in formato digitale?
Non solo autore e bibliotecario, ma anche editore, come coordinatore
di Aib-Web e, ovviamente, lettore. Come vede è facile,
soprattutto dopo l'avvento del computer e di Internet, giocare
più ruoli nel "reticolo dell'informazione".
Dobbiamo ricordarci che, accanto ai diritti degli autori e
degli editori, esistono anche quelli, altrettanto sacrosanti,
dei lettori. Le biblioteche, in questo quadro di "conflitto
di interessi", hanno il dovere (oltre che il diritto)
di difendere questa categoria fondamentale del mondo della
documentazione: alla fin fine, che senso avrebbe produrre
informazioni e documenti se nessuno poi li leggesse? In Italia,
nell'estate del 2000, è stata varata una normativa
che rischia di ridurre notevolmente i diritti in questo ambito
delle biblioteche e dei loro utenti, e sulla quale sono tuttora
in corso animati dibattiti, trattative fra le parti coinvolte
e tentativi di armonizzazione con il quadro normativo europeo.
La mia personalissima opinione è che il mondo bibliotecario
(rappresentante dei lettori presenti e futuri di ogni genere
di pubblicazione) e quello accademico (rappresentante al tempo
stesso di buona parte degli autori che producono saggistica
e di buona parte dei relativi lettori) dovrebbero mostrarsi
un po' più decisi di quanto lo siano attualmente, almeno
in Italia, per arginare l'offensiva degli editori, puntando
a una ragionevole mediazione fra i diritti e i doveri di tutti
i soggetti in gioco.
Oggi sul World Wide Web vengono pubblicati liberamente,
e spesso senza alcun controllo, dati e notizie di ogni tipo.
Quali consigli può dare a un utente che si avvale di
Internet per la ricerca di documenti e informazioni, affinché
consulti fonti di comprovata affidabilità e qualità?
In realtà la maggior parte delle regole che da sempre
i bibliotecari seguono per selezionare i documenti da acquisire
e per consigliare ai propri utenti come rintracciare informazioni
di qualità continuano a essere valide anche sul Web. Ad esempio,
ci sono alcuni fattori molto importanti da rendere in esame
ogni volta che ci si trovi di fronte a un documento, sia analogico
che digitale: dall'esplicitazione delle fonti originarie da
cui provengono i dati, al prestigio dell'autore e dell'editore,
dalla ricchezza dei riferimenti bibliografici presenti, alla
frequenza dell'aggiornamento.
Realizzata con la collaborazione di Mediasfera, su Puntocom,
il punto quotidiano della comunicazione, II (2002),
n. 147 (29 luglio 2002), p. 14.
|
|