BIBLIOGRAFIA
IN RETE: UNA GUIDA RAGIONATA
Biblioteca, bibliografia, catalogo, classificazione, sono
termini tradizionalmente poco presenti nel lessico comune
degli italiani e concetti forse poco meditati anche da chi,
studenti e studiosi, dedica una parte importante della propria
vita alla ricerca e alla consultazione di libri, riviste e
documenti in genere.
La rivoluzione telematica e la crescente popolarita' di Internet
sembrano suscitare una inedita popolarita' di questi termini
e del bagaglio culturale e tecnico a cui fanno riferimento.
In effetti, anche la letteratura divulgativa di base attinge
a piene mani a metafore di ambiente bibliotecario per tentare
di suggerire al neofita un'idea concreta del mare magnum dei
documenti e delle informazioni che Internet ci mette a disposizione.
Ma al di la' delle metafore, biblioteche, bibliografie, libri,
riviste e soprattutto gli OPAC, i cataloghi bibliotecari elettronici,
rappresentano di fatto una parte cospicua del guazzabuglio
comunicativo della rete e chi per le piu' svariate ragioni
professionali o di studio si trovi a dover compilare bibliografie
ormai sa, seppure a volte confusamente, di poter trovare nel
mezzo telematico uno strumento formidabile per individuare,
se non addirittura per leggere direttamente, una quantita'
di documenti pertinenti al proprio oggetto di ricerca. Nella
rete globale si nasconde un erudito enciclopedico, come certi
grandi personaggi del passato, disposto a mettere la sua prodigiosa
memoria repertoriale al servizio dello studioso come dello
studente. Ma come tutti gli eruditi, questo bibliografo impersonale
o collettivo è bizzarro, bizzoso e tutto sommato anche piuttosto
disordinato.
Si sentiva quindi il bisogno di una guida complessiva, in
italiano, a tutto cio' che in Internet e' bibliografia, una
boa di segnalazione da agganciare alla tastiera per sapere
sempre da dove cominciare la navigazione. La casa editrice
Apogeo, che gia' ha prodotto diversi utili manuali complessivi
all'uso della rete globale, arricchisce quindi il suo catalogo
con uno specifico strumento di consultazione pensato per ricercatori,
docenti e laureandi, ma anche per i tanti che, nei piu' diversi
contesti professionali della "societa' dell'informazione",
si trovano più o meno spesso a dover nuotare nel mare della
documentazione.
Il maggior merito del libro di Metitieri e Ridi consiste forse
nella sua distanza da quella sorta di moderno eruditismo deteriore
e meramente enumerativo che è alla base di tanti puntigliosi
incolonnamenti di "indirizzi utili", un terzo dei quali è
gia' scomparso o cambiato mentre le pagine sono sotto torchi,
mentre il resto, mescolando indistintamente il grande e il
piccolo, l'autorevole e l'improvvisato, riesce solo a comunicare
al lettore l'impressione di un paradiso informativo troppo
meravigliosamente affollato per essere desiderabile. Metitieri
e Ridi riescono invece a tener fede all'intento dichiarato
nell'introduzione: "abbiamo evitato ogni tentazione di compilare
delle irrealizzabili pagine gialle, preferendo seguire quasi
sempre il modello del repertorio di repertori, fornendo non
tanto interminabili elenchi di indirizzi, ma indicazioni generali,
punti di partenza dai quali iniziare a navigare e suggerimenti
per continuare le ricerche".
Il manuale e' scandito in tre parti che progressivamente si
addentrano fin nei territori piu' impervi del mondo della
documentazione e propongono diverse tappe di avvicinamento
ai libri, o meglio, per usare il termine di gergo biblioteconomico
che il manuale stesso finisce per rendere familiare, i documenti:
non solo libri dunque ma anche articoli, tesi di laurea, enciclopedie
e repertori, letteratura "grigia", registrazioni audio e video,
eccetera. E non solo documenti elettronici, ma anzi in primo
luogo proprio i documenti a stampa con cui ci siamo abituati
a lavorare in mezzo millennio e che la telematica ci rende
semmai più maneggiabili, reperibili, in un certo senso piu'
vicini.
Seguendo le tre tappe di avvicinamento il lettore passa quindi
dall'apprendimento di concetti e strumenti della ricerca bibliografica
e di Internet, alla visita guidata delle migliaia di Biblioteche
e OPAC in Italia e nel mondo dei cui servizi e patrimoni si
può approfittare in maniera più o meno approfondita attraverso
la rete globale, per giungere infine oltre i cataloghi, a
toccare quel poco di autentica "biblioteca digitale" (i testi)
che e' disponibile in rete e ad ampliare il proprio orizzonte
alle tante risorse bibliografiche (le banche dati) di diverso
tipo, spesso costose, che possono completare l'ideale "sala
di consultazione" del ricercatore online.
Prima ancora di introdurre il lettore al mondo dei cataloghi
e delle bibliografie elettroniche, il manuale propone una
rapida ma intensa ed efficace carrellata sulle tecniche e
i protagonisti del lavoro bibliografico, a partire dalla distinzione,
forse banale ma spesso ignorata, fra la bibliografia, che
"si occupa di documenti astratti" e il catalogo, che elenca
una "collezione di documenti fisici". Viene poi tracciata
una tipologia dei documenti e particolarmente delle bibliografie,
in un'ottica complessiva che integra i diversi supporti, cartacei
ed elettronici, concentrando l'attenzione sulle caratteristiche
documentarie piuttosto che sull'aspetto estrinseco della tecnologia
usata (stampa, CD-ROM, Internet).
In pochi efficaci paragrafi, il lettore ha l'occasione di
vedere svelati alcuni dei fondamentali misteri che sono dietro
alle quinte dei cataloghi, che siano essi elettronici o cartacei:
le norme tecniche per la descrizione bibliografica, i diversi
tipi di catalogo e i diversi standard che regolano la soggettazione
e la classificazione dei libri di una biblioteca e infine
una guida tipologica all'articolato arcipelago delle biblioteche
italiane, così confuso nelle varie denominazioni che sottilmente
distinguono le "pubbliche" dalle "statali", le biblioteche
"universitarie" da quelle "delle università", eccetera.
Anche gli aspetti strettamente tecnologici che il bibliografo
internauta deve assimilare prima di entrare nel vivo della
ricerca sono spiegati con una forte impostazione concettuale
e senza cedimenti allo stile dei manuali tecnici che spesso,
per eccesso didascalico e per voler servire a tutti gli usi,
si perdono in dettagli minuti facendo perdere al lettore la
comprensione dell'insieme. In particolare, il lettore e' invitato
ad un atteggiamento critico che gli permetta di porre l'attenzione
sugli inconvenienti e le ambiguita' della ricerca elettronica,
più che sulla presunta magia tecnologica che la sostiene.
Il passaggio dai cataloghi agli OPAC (Online Public Access
Catalog) e' tracciato in un capitolo che fonde gradevolmente
l'aspetto storico culturale, anche rievocando i modelli teorici
dei precursori (Bush e il suo As we may think degli anni '40,
Nelson e il suo Xanadu degli anni '60) con quello tecnologico.
Mentre si prepara il lettore all'incontro con i vari tipi
di OPAC disponibili in rete, lo si mette in guardia contro
il facile mito della "biblioteca virtuale" e lo si induce
a riflettere sulla tematica iperbolica eppure concreta della
catalogazione complessiva di Internet.
La parte piu' propriamente repertoriale del libro, dedicata
a Biblioteche e OPAC in Italia e nel mondo e' ovviamente quella
piu' esposta alla tentazione delle "pagine gialle" o della
semplice mappa geografica delle biblioteche in rete. Si tratta
invece di una sorta di "OPACografia ragionata" che mescola
agilmente la partizione geografica (OPAC italiani, europei,
statunitensi, repertori internazionali di OPAC) con un utile
inquadramento tipologico: non si tratta infatti solo di individuare
i vari cataloghi specializzati in determinati settori disciplinari
(ai quali e' comunque dedicato un capitolo), ma anche di tenere
presente l'estrema eterogeneita' dei cataloghi bibliotecari
elettronici, riconoscere le differenti funzionalita' di ricerca
che gli svariati programmi di gestione bibliotecaria offrono
all'utente, osservare, anche criticamente, le dimensioni reali
e la reale qualita' dei patrimoni documentari rappresentati
in un OPAC, che non sempre corrispondono al prestigio o alle
dimensioni dell'ente che lo produce. Si tratta poi di valutare
il livello di presenza delle tante biblioteche in rete, da
quelle che offrono solo informazioni sui propri servizi, negando
pero' l'accesso al "piatto forte" del catalogo, a quelle che
all'estremo opposto esistono in rete solo come segmento di
un catalogo collettivo a cui partecipano, senza che si possa
facilmente valutarne le caratteristiche e il volume del patrimonio
librario catalogato.
Pur privilegiando le indicazioni relative ai "punti di partenza"
per le ricerche, la guida non e' certo parca nel fornire indirizzi
e semplici suggerimenti tecnici per la consultazione di singoli
cataloghi in rete. Si puo' anzi scendere nel dettaglio dei
linguaggi di interrogazione, dei comandi e dei tasti da usare
nella consultazione di alcuni OPAC particolarmente importanti
per dimensioni, specificita' disciplinare o caratteristiche
dell'interfaccia. Il lettore accorto si rendera' poi conto
di come l'analisi dettagliata dell'uso di strumenti di questo
tipo sia utile anche come esemplificazione pratica di caratteristiche
e "trucchi" da applicare poi, per analogia, anche ad OPAC
meno importanti o evoluti.
La terza parte affronta in primo luogo le questioni spinose
che stanno oltre la bibliografia: "Grazie alle bibliografie
si possono scoprire quali documenti rilevanti sono stati pubblicati,
mentre grazie ai cataloghi si possono individuare le biblioteche
che ne possiedono un esemplare; individuato il documento,
resta il problema di accedere direttamente al testo completo
(full text)". La trattazione di questo problema e' condotta
sempre tenendo ferma un'idea di integrazione profonda fra
i servizi bibliotecari (i servizi di prestito interbibliotecario
e di fornitura, cartacea o elettronica, di documenti), i servizi
commerciali di documentazione, l'editoria elettronica e non,
le librerie in rete e infine tutto il vasto campo di teorizzazioni
e sperimentazioni sulla digitalizzazione dei testi.
Le "biblioteche digitali", raccolte di testi completi in formato
elettronico reperibili in rete, sarebbero forse di banale
realizzazione se si volesse semplicemente trasferire su un
schermo scomodo e abbagliante ciò che possiamo sempre comodamente
leggere sulla carta stampata. In realtà dai testi elettronici,
come ben sanno gli studiosi di letteratura, possiamo aspettarci
molto di piu': concordanze automatiche, analisi semantiche
e tematiche, eccetera, ma anche più in generale una rappresentazione
concreta di vasti campi di intertestualità. L'ipertesto distribuito
si addice particolarmente alla reticolarita' dell'insieme
dei testi letterari. Di qui il grande interesse delle riflessioni
e delle sperimentazioni su diversi formati di marcatura dei
testi, come SGML (Standard Generalized Markup Language), TEI
(Text Encoding Initiative) o XML (Extensible Markup Language),
che possono andare ben al di la' delle semplici indicazioni
di "visualizzazione" previste dall'HTML e prestarsi invece
a corredare i testi di una quantita' di indicazioni ulteriori,
utili a segnalare aspetti linguistici e stilistici o addirittura
a predisporre una sorta di "autocatalogazione" semantica anche
di segmenti testuali e a consentirne la reperibilità e la
"navigabilita'".
Il manuale fornisce un inquadramento generale e schematico
anche su queste problematiche, proponendo come di consueto
una serie di utili punti di partenza per l'approfondimento,
ne' dimentica di elencare più dettagliatamente gli indirizzi
dei maggiori punti di riferimento per reperire testi digitalizzati
di libri e documenti di vario genere. Repertori generali vengono
segnalati anche per quanto riguarda il vasto campo dei periodici
elettronici, che poi costituiscono probabilmente ancora la
parte più cospicua della "biblioteca digitale" globale, sia
che riproducano pubblicazioni cartacee, sia che esistano esclusivamente
nel ciberspazio.
Ma l'applicazione della telematica alle ricerche bibliografiche
è nata molto prima che Internet diventasse il fenomeno di
massa che e' attualmente. E del resto non di soli libri ("monografie"
diciamo noi bibliotecari) vive la bibliografia, ma anche di
articoli di periodici, working papers, tesi, testi normativi,
protocolli clinici e insomma tutti quei documenti che possono
e debbono far parte dell'armamentario di chi conduca ricerche
scientifiche o anche debba redigere una tesi di laurea. Il
bibliografo accorto non puo' quindi ignorare tutto il vasto
campo di opere di consultazione elettroniche che si collocano
al di fuori del nostro ciberspazio quotidiano, o in certi
suoi settori particolari.
Si tratta di repertori offline, come le banche dati su CD-ROM
(che a buon diritto questo manuale puo' esimersi dal trattare)
o di risorse informative che, anche quando siano raggiungibili
tramite la rete Internet, vengono messe di solito a disposizione
dei soli utenti abbonati. Queste ultime, le "tradizionali"
banche dati online, sono caratterizzate generalmente da una
strutturazione più solida e da un livello qualitativo più
affidabile della media delle risorse Internet liberamente
consultabili e anche rispetto agli OPAC si caratterizzano
per una più vasta copertura documentaria (dai libri agli articoli
alla letteratura grigia) e una piu' analitica indicizzazione
(dai sommari di libri e riviste agli abstract, ai testi completi).
E' questa forse la parte più debole del libro, che qui cede
in parte alla tentazione enumerativa a cui riesce a sfuggire
negli altri capitoli. Il tentativo di passare in rassegna
un campo così vasto come quello del mercato delle banche dati,
tanto piu' in un'ottica interdisciplinare, non può non provocare
tipici inconvenienti di sovraesposizione di alcuni prodotti
di non enorme interesse e specularmente di omissione di importanti
risorse bibliografiche. Del resto, si tratta in questo caso
di risorse informative che, anche per motivi economici, non
sempre sono alla portata del singolo utente, ma piuttosto
di biblioteche e centri di documentazione che a loro volta
le mettono a disposizione dei ricercatori.
E' comunque importante che la consapevolezza della vastita'
del campo bibliografico elettronico e dei suoi diversi livelli
qualitativi dissuada il ricercatore da un acritico entusiasmo,
e complessivamente Metitieri e Ridi che non lesinano, se del
caso, giudizi di valore sulle risorse censite, riescono in
questo obiettivo.
Come si vede, si tratta bensi' di un vademecum di rapida consultazione,
da tenere a portata di mano vicino al PC, ma anche di un libro
da leggere, caratterizzato da uno spessore culturale tutto
sommato insolito in pubblicazioni di questo genere e capace
insieme di suggerire una "memoria storica" di Internet e di
disegnarne le problematiche linee di sviluppo, stimolando
nel lettore un atteggiamento non meramente utilitaristico
rispetto allo strumento tecnico, ma riflessivo e critico.
Il libro riesce a tenere insieme molto efficacemente i due
campi di conoscenze di cui si alimenta, la biblioteconomia
e l'informatica, senza troppo indulgere ai tecnicismi dell'una
o dell'altra. Anche e soprattutto per questo, oltre che per
la semplicità di linguaggio e la gradevolezza stilistica,
si propone a mio avviso come lettura fondamentale per gli
studenti italiani, che poca o nessuna occasione hanno di formarsi
un'idea meno che vaga delle motivazioni, delle metodologie
e delle problematiche connesse alla ricerca bibliografica
e all'uso delle biblioteche reali e virtuali.
Attraverso l'allettamento dell'argomento del giorno, Internet,
questo libro può contribuire forse piu' efficacemente delle
varie e pur valide guide alla redazione di tesi di laurea,
ad arricchire la scarsa cultura bibliografica dei laureandi:
anche solo la consapevolezza dei concetti esposti nella prima
parte di questo manuale potrebbe attenuare la loro sensazione
di smarrimento e rendere più produttivo il lavoro didattico
e bibliotecario delle università e delle scuole. L'auspicio
sembra trovare conferma nel notevole successo di vendite,
almeno dentro la rete: uscito a giugno, dal 13 settembre al
10 ottobre è risultato al primo posto nella classifica dei
100 libri più venduti dalla libreria telematica Internet Bookshop.
Qualche critica negativa può essere rivolta al confezionamento
complessivo, che sembra per certi aspetti frettoloso. In particolare
l'uso intermittente, da opera di consultazione, del manuale
sarebbe reso più agevole da una più fitta rete di rinvii interni
fra gli argomenti, i capitoli (stranamente non numerati) e
gli indirizzi segnalati, o magari da un indice analitico;
mentre la bibliografia finale, ricca e ben selezionata, avrebbe
meritato una organizzazione più articolata del mero ordine
alfabetico.
Gabriele Gatti, Bollettino
'900, Electronic Newsletter of '900 Italian
Literature, dicembre 1998
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