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Marina Usberti - La citazione bibliografica della risorse elettroniche remote (2002)
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1.
INTRODUZIONE
Lo scopo del testo di questa
documentazione - parte conclusiva del modulo didattico dedicato alle norme
citazionali preparato all'interno del "Seminario sperimentale per gli studenti
su ricerca, uso e valutazione delle risorse informative" svoltosi nel mese
di settembre 2001 a cura del Settore Biblioteche dell'Università
di Parma- é quello di offrire un primo approccio nei confronti del
tema della citazione bibliografica dei materiali elettronici accessibili
via rete, offrendo alcune chiavi interpretative del problema a livello
teorico nonchè uno schema di base di esempi pratici di riferimento.
1.
1. Diffusione e caratteristiche delle risorse elettroniche remote. "Bottling
the ether": verso un'identità del cyberspazio.
"Cyberspace.
A
consensual hallucination experienced daily by billions of legitimate operators,
in every nation, by children being taught mathematical concepts ... a graphical
representation of data abstracted from the banks of every computer in the
human system. Unthinkable complexity. Lines of light ranged in the non-space
of the mind, clusters and constellations of data. Like city lights, receding....
"
(William
Gibson, Neuromancer)
|
"Citation
is
the practice of systematically indicating the origins of thought, ideas,
or knowledge (...). The big picture is about knowledge building: each piece
of reported research adds to the collective construction of knowledge.
Research serves as the foundation on which new contributions to knowledge
are built. Without citation, there is no reliable and organized system
for knowledge building, no mortar for securing the foundation."
(Janice
Walker & Todd Taylor, The Columbia Guide to Online Style)
|
"Il
testo informatico ha
tre caratteristiche significative: è un testo fluido, che non esiste
(non c'è motivo di conservarlo, posso vederlo solo temporaneamente);
è un testo dinamico, che cambia sotto i miei occhi e dove la dinamicità
ha un senso; è un testo partecipativo - che non vuol dire interattivo,
termine che può avere una quantità di significati, ma che
generalmente si utilizza come la scelta di un percorso da parte di un fruitore
dentro elementi strutturati."
|
Oggi accade sempre più frequentemente
che con l'evoluzione della rete e la sua diffusione capillare le informazioni
si presentino in formati che un tempo non erano presi in esame dalle tradizionali
norme per la citazione. Un numero sempre crescente di documenti è
infatti oggi accessibile in forma elettronica, sia a livello locale (CDRoms,
microfilms, microfiches, audio e videocassette...) che in modo remoto attraverso
il supporto della rete, in particolare della rete nella sua veste di massima
divulgazione, il world wide web (1).
Già da un primo sguardo superficiale e profano a questo mondo di
informazioni in costante movimento appare palese come i suoi meccanismi
di evoluzione e comunicazione lo facciano apparire un mondo di per sè
costituzionalmente refrattario al concetto di citazione standardizzata,
facendo assumere al lavoro di catalogazione e di descrizione di queste
risorse la forma di uno sforzo apparentemente paradossale (2).
Queste osservazioni trovano particolare riscontro specie quando si considerano
i documenti elettronici disponibili via web, che costituiscono oggi la
maggior parte delle risorse remote più comunemente disponibili alla
consultazione di uno studente universitario o di un utente comune della
rete.
Se rileggiamo la frase di Jean Pierre
Balpe, riportata a introduzione di questo testo da una intervista apparsa
nell'estate 2001 sul sito web di Mediamente,
osserviamo come i tre aggettivi (fluido, dinamico, partecipativo)
con cui lo studioso francese stigmatizza l'identità del testo elettronico
appartengano tutti al mondo del movimento e della mobilità: Balpe
ci dice che il testo elettronico produce per sua natura "un flusso e non
uno stock" e che il suo connaturato dinamismo esige una lettura "partecipativa",
non necessariamente interattiva ma comunque sempre non passiva, un tipo
di lettura che si articola secondo i modi di un "percorso" all'interno
della struttura del testo stesso, un viaggio dunque dentro uno spazio-labirinto
mentale prima che scritto e per definizione aprospettico (gli "agglomerati
e costellazioni di dati" del non-spazio di Gibson, le luci notturne della
cybercity
che si aggregano, riproducono e sfuggono all'infinito) dove la profondità,
l'orizzonte, il punto di fuga, la "fine", non si vede nè intravvede
all'inizio ma si conquista progressivamente per segmenti, finestre da aprire
o tralasciare, links, strade alternative, punti fermi e "isole" che devono
essere collegate, appunto, "viaggiando". Il senso finale del viaggio, il
senso complessivo della lettura del testo è il risultato delle scelte
che si compiono all'interno di questo percorso soggettivo.
Se queste caratteristiche del testo
elettronico si applicano ovviamente in modo esemplare al concetto di ipertesto
e alla struttura reticolare del web prodotta dal mitico protocollo
http,
esse non sono comunque del tutto estranee nemmeno ai documenti accessibili
in modo remoto attraverso gli altri protocolli di rete nè alle trasposizioni
su web di documenti derivati per tipologia o anche integralmente dal cartaceo
come articoli su riviste elettroniche ed e-texts di vario tipo,
oggetto più frequente di citazione bibliografica per uno studente
universitario. Tralasciando la semantica dell'ipertesto e le sue implicazioni
estetiche a noi occorre comunque tenere conto in primo luogo che oggi il
problema della citazione di questo tipo di materiali è strettamente
connesso a quello che potremmo definire il modo peculiare con cui questo
tipo di informazione si diffonde e raggiunge il proprio utente finale.
L'informazione elettronica via rete e via web in particolare è innanzitutto
un tipo di informazione non mediata, non "pilotata", spesso free access.
Mentre nel campo delle risorse cartacee il mondo accademico ha agito per
anni come una sorta di filtro -assumendosi il compito di scindere il bene
dal male a livello di qualità dell'informazione- e dunque proprio
le biblioteche universitarie in particolare hanno collaborato ad offrire
ai propri studenti un tipo di informazione setacciata dal superfluo, scientificamente
verificata, qualitativamente appropriata alla propria utenza, oggi l'utente
tipo di una biblioteca accademica non ha più a propria disposizione
solo degli scaffali di materiali scelti ma, grazie all'accesso alla rete,
un intero universo parallelo, infinitamente elastico e anche orgogliosamente
anarchico, di informazioni eterogenee, a volte anche incoerenti, a volte
dispersive e ripetitive, solo parzialmente filtrabili attraverso il lavoro
estenuante di catalogazione e organizzazione dei vari indici tematici,
portali, cataloghi. Ripensando a Balpe ecco che citare nonchè descrivere
o archiviare un tipo di siffatta informazione significherà allora
in primo luogo osservarla sotto una sorta di lente di ingrandimento che
ne evidenzi i dettagli strutturali, leggerla appunto in modo "partecipativo":
per essere descritto -e anche per essere in qualche modo archiviato e conservato-
il documento deve essere "smontato", occorre individuarne le parti componenti,
le ancore stabili, gli "elementi portanti" che possono in qualche modo
circoscriverlo attribuendoli un'identità se non stabile quanto meno
universalmente riconoscibile, immunizzandolo contro i rischi più
autolesionistici del suo DNA fluido. Imparare a riconoscere l'identità
di un documento disponibile via rete e citarlo cioè descriverlo
in modo standardizzato e corretto significa compiere un passo necessario
e decisivo per tutelare questo mondo ricchissimo ma brulicante di informazioni
dai rischi di ghettizzazione impliciti nel fascino postromantico, tendenzialmente
narcisista, del suo Mito: il cyberspazio come camaleontico melting pot
di informazioni, inafferrabile, ribelle, mimetico, antiaccademico.
1. 2. Oltre
lo stile. Le regole generali di citazione di una risorsa di rete:
-
accessibilità,
-
rispetto del
copyright,
-
sinteticità
e standardizzazione.
Nella molteplicità delle
forme, spesso tendenti all'ibridismo, che possono essere assunte da questo
tipo di risorse occorre in primo luogo, a priori e indipendentemente dallo
stile specifico di citazione più opportuno da scegliere in base
al contesto disciplinare, stabilire alcune regole fondamentali a cui rifarsi
ogni qual volta si sceglie di citare una risorsa online.
-
Il
principio dell'accessibilità.
Scopo primario della citazione
di qualsiasi tipo di materiale é quello di
renderlo localizzabile in caso di necessità di approfondimento
da parte di chi legge, dunque renderlo accessibile nel modo più
semplice possibile. Al di là dello stile scelto questo principio
é il primo fondamento di qualsiasi stile o regola di citazione in
modo particolare per quel che riguarda le risorse elettroniche remote in
quanto nel nostro contesto di discussione il termine accessibilità
assume una valenza nuova, in qualche modo magica, del tutto inibita alle
risorse di tipo tradizionale: citare in modo corretto una risorsa web significa
non solo dire al lettore dove può trovarla ma spesso offrirgliela
in modo diretto e immediato, hic et nunc, almeno nel senso più
effimero del termine, data la sostanziale provvisorietà dei contenuti
della rete (3).
Anticipando ciò che verrà
in seguito definito in modo più dettagliato a livello del paragrafo
dedicato agli elementi della citazione, sottolineiamo da subito che il
primo imperativo nella citazione delle risorse elettroniche online é
dunque quello di una CORRETTA ED ESTESA INDICAZIONE
DEGLI INDIRIZZI DI RETE DELLE RISORSE, indicazione che consenta
il loro accesso sia nel caso la citazione sia inserita all'interno di un
testo stampato sia essa venga letta in versione online. Se per esempio
la vostra tesi (e la relativa bibliografia) é composta in vista
di una ipotetica pubblicazione su web e intendo comporre il testo utilizzando
un editor di pagine web o un word processor che consenta la conversione
automatica in linguaggio html, la norma dell'accessibilità implica
la necessità di evitare in bibliografia e nella citazione intertestuale
o a pié di pagina- l'occultamento estetico del link all'interno
del titolo della risorsa che é tipico del look delle pagine web.
Occorre prendere in considerazione il fatto che la citazione deve rendere
accessibile il documento indipendentemente dalla forma in cui viene letta
e che una bibliografia é in primo luogo una forma di documentazione
scientifica e solo secondariamente, eventualmente, un documento pubblicabile
su web.
Per
es.:
Shields,
Graham. Electronic Information. Cite it right! Individual types of publication.
Sept 1998. http://www.unn.ac.uk/central/isd/cite/elec.htm
(08/12/2000)
E
PREFERIBILMENTE NON
Shields,
Graham. Electronic
Information. Cite it right! Individual types of publication.
Sept 1998. (08/12/2000)
-
Il
principio del rispetto della proprietà intellettuale. Il Copyright.
Vi ricordiamo in primo luogo
che nonostante le inclinazioni anarchiche della rete e la maggiore possibilità
di aggirare le regole che la caratterizza, su un piano legale TUTTE LE
REGOLE DI COPYRIGHT VALIDE PER I MATERIALI A STAMPA SONO VALIDE ANCHE PER
LE FONTI ELETTRONICHE (web compreso) e si dovrebbe tenere conto di ciò
tutte le volte che ci si riferisce ad un contenuto intellettuale di proprietà
di altre persone, indipendentemente sia dalla forma o dal tipo di pubblicazione
del vostro lavoro (tesi di laurea, tesine preliminari, esami scritti/papers
con valutazione) che dalla forma del lavoro altrui a cui vi riferite. Tutto
ciò che contraddice questo principio é potenzialmente plagio.
Questa regola, apparentemente semplice, assume però nel campo dei
documenti disponibili online una particolare ambiguità di sfumature,
aggravata da quello che é il concetto stesso USA di copyright. Negli
USA per le leggi federali il principio di definizione del concetto di difesa
della proprietà intellettuale si rifà ad un modello prevalentemente
economico per il quale solo ciò che ha un potenziale valore commerciale
può essere considerato oggetto di proprietà: scopo della
difesa di questo diritto é di assicurare -per un periodo di tempo
cronologicamente determinato- all'autore di un'opera di possedere
su di essa la totalità dei diritti legali, purché il suo
lavoro/opera/invenzione abbia assunto in qualche modo una forma "fissa"
(4).
Come questo concetto di forma fissa possa essere applicato ad un mondo
liquido come quello dell'informazione via internet e via web in particolare
dove ancora oggi spesso l'authorship dei documenti appare incredibilmente
mimetizzata o non é nemmeno riconoscibile- é qualcosa di
straordinariamente difficile da definire. Torniamo a Balpe e al suo concetto
di testo elettronico che produce "un flusso e non uno stock". Tutto ciò
che tendenzialmente è refrattario ad essere archiviato, accumulato,
conservato, destabilizza nell'essenza l'idea del "possesso", della proprietà
privata, del "valore" da difendere. La necessità di stabilire delle
regole di base stabili ed omogenee per la citazione di questo tipo di risorse
specie in ambito accademico e la necessità -parallela e implicita-
di stabilire, anche per chi scrive documenti destinati ad essere pubblicati
via web, delle regole di composizione e di firma di queste risorse, é
in prospettiva futura una svolta necessaria perché la tutela del
diritto d'autore venga legalmente estesa anche a tutte quelle pubblicazioni
che non lo sono nel senso commerciale del termine.
-
Il
principio della sinteticità e della standardizzazione
Qualsiasi sia lo stile di citazione
scelto occorre, indipendentemente dal tipo di documenti da citare, che
sia correttamente osservato anche un principio di sinteticità che
prevede che nella citazione stessa siano rese disponibili tutte le informazioni
necessarie a rendere il documento riconoscibile (e rintracciabile) senza
equivoci ma che ciò si realizzi nella forma più concentrata
possibile. A questo scopo la formattazione del testo acquista un valore
semantico preciso, non puramente grafico, che si inserisce all'interno
di un preciso linguaggio convenzionale che dunque deve essere standardizzato,
stabile, perfettamente noto sia a chi scrive che a chi legge. Grazie a
questo LINGUAGGIO DI FORMATTAZIONE CONVENZIONALE SI POSSONO DIRE IN POCO
SPAZIO MOLTE PIÙ COSE DI QUELLE CHE SAREBBE POSSIBILE COMUNICARE
ALTRIMENTI. Come per le risorse cartacee anche nel campo delle risorse
online lo stesso ordine degli elementi assume così un significato
preciso come pure l'uso di formati particolari di carattere, per es. del
corsivo (per indicare il titolo del documento principale) o delle virgolette
(per indicare un titolo secondario, di saggio/articolo contenuto all'interno
di un documento più ampio). Nel campo delle risorse web l'applicazione
di questa formattazione convenzionale standardizzata consente inoltre -senza
esplicitarlo con formule descrittive sovrabbondanti- di dare UN ORDINE
AL RAPPORTO TRA LE PARTI componenti quando per esempio si intende citare
in particolare una sezione precisa (per es. di un sito web) considerato
che non sempre esiste una netta distinzione numerata dei paragrafi/capitoli
all'interno dei documenti.
Es.:
Shields, Graham. Electronic
Information. Cite it right! Individual types of publication. Sept
1998. http://www.unn.ac.uk/central/isd/cite/elec.htm
(08/12/2000)
In questo esempio osserviamo
come, senza formule descrittive aggiuntive (eliminando anche il tradizionale
in), sia reso chiaro dalle convenzioni di formattazione (il rapporto virgolette/corsivo)
che la citazione si riferisce ad una parte specifica (il capitolo sull'Electronic
Information) inserita all'interno del sito web a cura di Graham Shields
dedicato alle norme di citazione delle pubblicazioni curate da autori individuali
(Cite it right! Individual types of publication). La formattazione
individua in modo inequivocabile e sintetico quale é il rapporto
tra le parti. Altre informazioni collaterali sulla nazionalità del
sito (UK) e la sua appartenenza ad un determinato settore o dominio -in
questo caso quello accademico (UNN=University of Northumbria at Newcastle,
ISD= Information Science Department)- possono essere dedotte da una lettura
ragionata dell'indirizzo internet, evitando così di caricare la
descrizione della risorsa di ripetizioni non necessarie. La convenzione
della parentesi finale evita, come vedremo nel paragrafo dedicato agli
elementi della citazione, di poter confondere la data di accesso della
risorsa da parte di chi scrive (l'8 dicembre 2000) con la data dell'ultimo
aggiornamento o di pubblicazione/copyright della risorsa da parte del suo
curatore. Attuale tendenza del Columbia Style -a cui ci rifaremo come modello
per gli esempi di citazione che seguiranno nel relativo paragrafo- é
quella di abolire, nel nome del principio della sinteticità e nei
limiti della leggibilità della descrizione bibliografica, tutte
le formule discorsive non strettamente necessarie alla comprensione della
descrizione stessa (come appunto il termine in per separare il titolo di
un saggio/articolo da quello principale, o altre formule ancora presenti
in altri stili di citazione come il termine online, Cd-Rom etc. tra parentesi
quadre dopo il titolo per indicare il tipo di supporto su cui il documento
viene presentato) (5)
Naturalmente lo stile, indipendentemente
dalle preferenze disciplinari, deve comunque sempre essere trasparente
e per quanto possibile nel contesto di un linguaggio convenzionale- sostanzialmente
intuitivo.
2.
GLI ELEMENTI DELLA CITAZIONE DELLE RISORSE ELETTRONICHE REMOTE. QUALI
SONO, COME VANNO INTERPRETATI E DA DOVE SI RICAVANO.
Occorre innanzitutto sottolineare
che gli elementi principali di una citazione bibliografica sono fondamentalmente
sempre gli stessi per tutti gli stili, indipendentemente dall'ordine della
loro presentazione. Nel caso particolare delle risorse di rete questi elementi
però pur continuando in molti casi ad essere rintracciabili- esigono
di essere rivisitati e reinterpretati alla luce delle caratteristiche proprie
del nuovo supporto: un supporto, come osservato, molto più dinamico,
fluido, instabile rispetto alla relativa "solidità" del cartaceo,
un supporto caratterizzato da una struttura poco immediata da indagare
e che possiede una connaturata tendenza alla mimetizzazione, basti pensare
allo stesso linguaggio di programmazione delle pagine web, un linguaggio
in codice che presenta una netta frattura tra forma e contenuto, tra l'aspetto
finale destinato al lettore e lo scheletro invisibile su cui si costruiscono
le pagine, spesso oggi paradossalmente ignoto anche all'autore stesso che
può utilizzarlo senza conoscerlo affatto grazie ad un qualsiasi
editor di pagine web che funzioni sotto la superficie e fuori dal controllo
di chi scrive- come automatico traduttore simultaneo. Ecco perché
l'identificazione degli elementi della citazione non può fare a
meno di svolgersi come tenteremo di fare- parallelamente ad una lettura
ragionata delle risorse stesse che dissezioni le varie tipologie di documenti
presenti in rete per metterne in luce le parti componenti STABILI a cui
ancorere l'identità del documento stesso per poterlo presentare
in modo comprensibile, sia nelle citazioni a pié di pagina che intertestuali
oppure nella bibliografia finale di una tesi di laurea.
Nello schema di figura 1 abbiamo
evidenziato gli elementi fondamentali comuni alle norme citazionali di
qualsiasi tipo di documento, sia su supporto fisso (cartaceo o elettronico
offline) che su supporto elettronico online evidenziato all'interno del
riquadro più piccolo gli elementi della citazione specifici invece
dei documenti disponibili attraverso la rete
figura1
1.
Autore
2.
Titolo o titoli
3.
Data pubblicazione/ultimo aggiornamento
4.
Informazioni specifiche sulla pubblicazione
(edizioni
o versioni particolari del documento se riscontrabili per i documenti monografici-
oppure indicazioni riguardanti volume, anno e fascicolo nel caso la citazione
riguardi un articolo di rivista).
5.
Estremi paginazione (nel raro caso siano riscontrabili nel testo)
6.
Luogo di pubblicazione e nome dell'editore
6.
Indicazione URL(6)
7. Data
accesso |
|
Di seguito sono stati invece anticipati
alcuni sintetici "modelli vuoti" di citazione, sia di materiali tradizionali
(7)
che di risorse elettroniche online, in questo caso specifico disponibili
via web. Affiancando le singole citazioni in uno schema parallelo é
possibile non solo un primo riconoscimento delle singole peculiarità
di descrizione ma soprattutto il riconoscimento immediato (grazie all'alternarsi
nella descrizione degli stessi colori scelti per evidenziare le parti stabili
della citazione nella figura 1) degli elementi componenti. Si può
così osservare quali permangono e in che termini- e quali compaiono
solo
nel contesto delle risorse online.
FORMATO CARTACEO: |
FORMATO ONLINE: |
Articolo su rivista: |
Articolo su rivista elettronica: |
Cognome,
Nome. "Titolo
Articolo." Titolo periodico. Volume
: Fascicolo (anno)
: pagine. |
Cognome,
nome. "Titolo
Articolo." Titolo Rivista. Volume:
fascicolo (anno). Indirizzo
internet completo (data
di accesso). |
Documento unico formato cartaceo: |
Documento unico disponibile in
rete: |
Cognome,
nome. Titolo
del documento.
Indicazioni sull'edizione. Luogo, Casa editrice,
data. |
Cognome,
nome. Titolo
Principale del Documento. Eventuale
versione. Data pubblicazione/copyright o data
ultima revisione. Indirizzo internet completo
(data
di accesso). |
2. 1. L'Autore
Secondo le norme ISO é innanzitutto
obbligatoria la citazione IN QUALITÀ DI PRIMO ELEMENTO DELLA DESCRIZIONE-
della persona o persone che detengono la responsabilità primaria
nei confronti del documento da citare. Naturalmente il concetto di RESPONSABILITÀ
PRIMARIA É SUBORDINATO A QUELLO DI PROPRIETÀ INTELLETTUALE
per cui entrambi vengono a trovarsi contemporaneamente rappresentati da
quello che é comunemente identificato come l'autore del documento
stesso. Anche nelle risorse a stampa dove rintracciare la figura che incarna
questo ruolo é reso normalmente abbastanza semplice dall'esistenza
di un frontespizio fisso che funziona come biglietto da visita del documento-
il concetto di authorship é comunque qualcosa di raramente
identificabile in un'unica figura (l'autore principale) e che deve nella
stragrande maggioranza dei casi essere attribuito a tutti coloro che a
vario titolo possono dividere (o condividere con un autore principale)
questa funzione e le sue responsabilità. Se nelle risorse a stampa
o su supporto elettronico fisso l'identificazione dell'authorship
é comunque in gran parte semplificata e condizionata dall'organizzazione
del frontespizio (o dei suoi sostituti come possono essere per es. i titoli
di testa di un film su videocassetta o il frontespizio elettronico di un'opera
su Cd-rom) nel campo delle risorse di rete l'identificazione dell'autore
é un processo estremamente più subdolo e carico di incognite.
Se per quel che concerne i documenti pubblicati full-text via web come
trasposizioni dirette dal cartaceo (opere di narrativa, poesia, teatro
e soprattutto articoli su riviste elettroniche che molto spesso esistono
anche parallelamente in formato a stampa) possiamo essere ancora guidati
in questa attribuzione del ruolo di autore dalla memoria della loro recente
origine cartacea -che si trasmette come un tratto ereditario non rinnegato
in una struttura organizzativa che ricorda da vicino o addirittura traduce
l'impostazione del supporto originario simulandolo elettronicamente (il
frontespizio, l'indice, i capitoli o gli articoli, le pagine da sfogliare)-
il discorso é molto più complesso per le risorse di rete
indigene come liste di discussione, conferenze elettroniche, newsgroups,
files disponibili via gopher, FTP o telnet e gli stessi siti web, per tutte
cioé le risorse native del cyberspazio che non somigliano a niente
di precedente. Come principio generale l'imperativo del Columbia Style
scelto come nostro principale punto di riferimento proprio in quanto unico
stile a tentare un'uniformazione in costante parallelo delle regole citazionali
e delle regole compositive delle risorse elettroniche online- é
in primo luogo rivolto ad una esortazione costante agli autori, siano essi
studiosi che semplici studenti o laureandi, a rendere IDENTIFICABILE
SEMPRE NEL MODO PIÙ CHIARO POSSIBILE IL LORO NOME COMPLETO E IL
LORO RUOLO FUNZIONALE (8)
all'interno del documento. Dove, cioé in quale punto del
documento, queste indicazioni devono di norma essere rese disponibili
o si possono ricavare dipende strettamente dal tipo di documento stesso.
-
Identificazione
dell'autore nei documenti full-text disponibili via web
In linea
di massima più la parentela del nostro documento web con il cartaceo
é diretta come nel caso per es. di articoli su riviste elettroniche
o di opere letterarie disponibili in linea- più tradizionale e immediato
é il metodo di ricerca degli elementi della citazione: il nome dell'autore
dovrebbe essere identificabile senza particolari difficoltà nella
PRIMA PARTE VISUALIZZATA DELL'ARTICOLO O DEL TESTO (HEADER).
Se osserviamo il caso
della pubblicazione online di Peter
Pan in Kensington Gardens di Barry realizzata dal Progetto Gutenberg
notiamo come il nome dell'autore sia chiaramente indicato subito dopo il
titolo già nella parte iniziale della pagina (by J. M. Barrie).
Nel caso di opere
full-text disponibili via web la lettura dell'URL non ci fornisce alcuna
indicazione ulteriore a livello di indicazione di autore perché
l'indirizzo internet http://digital.library.upenn.edu/webbin/gutbook/lookup?num=1332)
é quello della Digital Library della University of Pennsylvania
che ospita attraverso la propria On-line Books Page una vastissima
raccolta di testi in linea pubblicati su vari servers di Università
americane e anche di progetti internazionali come appunto il Progetto Gutenberg.
Lo stesso testo trascritto a cura del Progetto Gutenberg é per esempio
accessibile su Netlibrary tra le opere gratuitamente consultabili.
In un caso come questo le indicazioni in dettaglio riguardanti autore,
titolo ed edizione sono rintracciabili non solo da una lettura dell'header
introduttivo della pagina web corrispondente all'URL ma SOPRATTUTTO DALLA
LETTURA DELLA PARTE INTRODUTTIVA DEL FILE SCARICATO. In esso si ricavano
tutte le indicazioni relative alla versione, i termini di applicazione
del copyright, nonché, nel nostro caso, il nome del compilatore
(Scanned and proofed by Ron Burkey rburkey@heads-up.com) che andrà
a sua volta citato.
-
Identificazione
dell'autore nei siti web
Nel caso di un sito web di tipo
generico le indicazione necessarie all'identificazione dell'autore
per una corretta citazione si dovrebbero trovare IN FONDO AL DOCUMENTO
DISTINTI DAL CORPO DEL TESTO DA UNA LINEA DI SEPARAZIONE (DIVIDER) che
può assumere a livello grafico varie forme. Le indicazioni per l'identificazione
dell'autore formattate per convenzione in un carattere più piccolo
di quello del testo- dovrebbero contenere almeno il nome e cognome dell'autore
per esteso e il suo indirizzo di posta elettronica nascosto o meno all'interno
del nome ma comunque direttamente accessibile- più eventuali indicazioni
sulla struttura di appartenenza dell'autore stesso e, specie nel caso di
pagine collocate su siti di istituzioni pubbliche, sul suo ruolo all'interno
di essa. Sempre in questo punto del sito dovrebbe venire dichiarato con
formule di tipo discorsivo (testo di, a cura di, traduzione di, impaginazione
grafica di, etc.) quale é il ruolo (principale o secondario)
dell'autore (9)
o degli autori nei confronti dell'elaborazione del testo ed é a
questo livello che si dovrebbero anche esprimere con chiarezza i diversi
gradi di una collaborazione quando, come molto spesso accade nel web, la
paternità del documento non é attribuibile ad un solo autore.
Se lo spazio di una pagina web collocato al di sotto del divider finale
fosse sempre interpretato in questi termini lo si potrebbe considerare,
a livello funzionale, quasi una forma di sostituto del frontespizio dato
che come vedremo- é proprio in questo punto della pagina che andrebbero
inserite anche altre indicazioni fondamentali per la citazione della risorsa
stessa come l'indicazione della data di copyright o di prima pubblicazione
e la data dell'ultimo aggiornamento. Nonostante questa sia la strada verso
cui ci si sta faticosamente tentando di muovere molto spesso anche questo
luogo del sito presenta però incognite sorprendenti. Ancora oggi
il mondo del web dimostra spesso una reale predilezione per la mimetizzazione
dellauthorship in formule criptiche come l'uso degli alias o come
l'autoidentificazione ancora oggi molto diffusa anche nei siti più
seri- dell'autore nel proprio ruolo (siti web, anche complessi per forma
e contenuto o addirittura spesso siti di istituzioni, genericamente attribuiti
alla paternità di misteriosi webmasters@... rappresentati unicamente
da enigmatici alias di posta elettronica). Questa tendenza all'automimetizzazione
-per cui l'autore/Creatore tende a nascondersi dentro il prodotto del proprio
pensiero o dentro una personalità di ruolo- fa parte per altro,
dall'alba dei primi giochi di ruolo alla Dungeons&Dragons fino
a Matrix, di una certa liturgia autocelebrativa tipica del cyberspazioin
cui il gioco della contaminazione tra universi reciprocamente sconfinanti
accende la miccia di un'elaborata e complessa contemplazione poetica della
messa in discussione dell'unicità dell'identità personale
e del dubbio -amletico- che ne deriva: il legame minacciato, contraddetto,
forse irrimediabilmente spezzato, tra Io e Ruolo, tra Realtà e Rappresentazione.
In termini concreti, dal nostro punto di vista, obbligati a pensare alla
rete non come a uno spazio altro subdolamente compenetrato alla
realtà ma come un puro supporto informativo, dissimile solo per
forma ma non per funzione a quelli tradizionali, questo discorso rischia
di diventare pericolosamente autolesionistico: la denuncia dell'authorship
é un primo passo fondamentale verso la pubblicazione di un tipo
di informazione che, anche quando collocata al di fuori dell'editoria commerciale,
possa un giorno aspirare ad essere riconosciuta come tale a tutti gli effetti,
anche e soprattutto a livello accademico.
Nel caso di siti web generici una
volta analizzato lo spazio dopo il divider finale occorrerà ricordare
che l'autore o quanto resta di esso- spesso può nascondersi in altri
luoghi alternativi che possono contenerne esplicitamente l'identità
o possono suggerirla a livello indiziario. La PARTE INIZIALE DELLA PRIMA
PAGINA DI UN SITO (header) é la prima cosa ad essere visualizzata
di un sito web e spesso può essere costruita come una sorta di frontespizio
simulato che può anche palesemente già contenere il nome
dell'autore per esteso. Questo é vero soprattutto oltre che per
i documenti full-text- per quei siti web che rispecchiano contenuti esplicitamente
frutto di un lavoro individuale. In questo caso occorre ricordare che,
se la nostra citazione si riferisce in dettaglio ad una parte specifica
di un sito più ampio e nel capitolo che intendiamo citare non compare
indicazione di autore, né nello spazio a pié di pagina sotto
il divider finale né a inizio pagina, bisognerà nei limiti
del possibile NAVIGARE ALL'INDIETRO ALL'INTERNO DEL SITO STESSO finche
non é possibile ottenere questa informazione.
Se intendo per es.
citare la parte relativa alle risorse web del tutorial
di Randall Newnham sulle norme bibliografiche della MLA (Modern Language
Association) osserveremo come nella parte terminale della pagina sotto
il divider non compaia subito l'indicazione di autore ma venga indicato
altresì come ottenerla attraverso un backbrowsing guidato
che ci rivela dapprima (cliccando sul link http://www.bk.psu.edu/faculty/newnham/Citing.html
inserito nella voce "How to make a bibliography") il titolo principale
del documento e in seguito finalmente (cliccando sul link http://www.bk.psu.edu/faculty/newnham/Rnhome2.htm
inserito nella voce return to Dr. Newnham's homepage) il nome completo
dell'autore e il suo ruolo (professore associato di Scienze Politiche)
all'interno della propria struttura universitaria (Penn State Berks-Lehigh
Valley College).
Se l'autore non si può ricavare
nemmeno tramite questa forma di backbrowsing é sconsigliabile
tentare di ricavarlo da una lettura spezzata delle parti dell'URL perché
spesso le indicazioni rintracciabili nell'indirizzo internet di un sito
rischiano di farci CONFONDERE L'AUTORE REALE RESPONSABILE DELLA COSIDDETTA
PATERNITÀ INTELLETTUALE CON IL PROVIDER INTERNET O CON IL
NOME DEL SERVER (10)
(paragonabili se caso al ruolo che nel cartaceo é assunto dalla
casa editrice). La lettura dell'URL può costituire un modo
estremo di identificazione dell'autore solo quando in esso si annida in
forma sufficientemente trasparente ciò che resta del cognome o nome
naturale dell'autore.
E' per es. il caso
del citato tutorial di Randall Newnham riassuntivo delle norme bibliografiche
della MLA in cui anche nell'URL appare con sufficiente chiarezza il cognome
reale dell'autore:
http://www.bk.psu.edu/faculty/newnham/MLAWeb.html
Nei casi dubbi é comunque
preferibile ordinare la citazione in base al titolo come si fa nel caso
dei documenti a stampa con i testi anonimi, titolo che assumerà
in questo caso IL PRIMO POSTO ALL'INTERNO DELLA DESCRIZIONE BIBLIOGRAFICA.
-
Identificazione
dell'autore nelle liste di discussione, newsgroups e synchronous communication
sites
Premettiamo che é legalmente
sconsigliabile all'interno della bibliografia di una tesi o di qualsiasi
altro tipo di pubblicazione la citazione non debitamente autorizzata di
qualsiasi messaggio di posta elettronica personale ECCETTO QUELLI
PUBBLICATI ALL'INTERNO DI LISTE DI DISCUSSIONE COLLETTIVE. Nei messaggi
di posta elettronica inseriti o meno all'interno di mailing-lists, premesso
che si sia autorizzati a citarli, il nome dell'autore compare PER
INTERO DI NORMA IN FONDO AL TESTO DELLA COMUNICAZIONE e nel campo "from",
spesso separato dal testo da un divider o da una semplice linea orizzontale.
Alcuni sistemi di posta elettronica hanno la possibilità di applicare
al messaggio un biglietto da visita o una firma elettronica completa predisposta
per identificare il mittente nel modo più completo possibile. Quando
comunque il nome personale é incompleto (per es. nel caso di una
firma informale) o del tutto mancante la citazione deve riportare CIÒ
CHE DI ESSO É RINTRACCIABILE NEL LOG-IN DELL'INDIRIZZO DI POSTA
ELETTRONICA DEL MITTENTE.
Es. :
From: walker@nlm.nih.gov
(DocMorph Server)
Date: 06/12/2000
To: m.usbert@unipr.it
Subject: DocMorph
Server Password
To: Marina Usberti
Thanks for registering
to use the DocMorph Server located at http://docmorph.nlm.nih.gov/docmorph.
Your password for this web site is:
(...)
Please retain this
password, because you will need to enter it each time you use the Server.
______________________________________
Doc Morph Server
http://docmorph.nlm.nih.gov/docmorph
La citazione di un
messaggio (secondo le norme del Columbia Style for Humanities) come
questo sarebbe la seguente:
walker. "DocMorph Server
Password." [Personal email]. (06/12/2000)
L'utilizzo del log-in name del mittente
o anche di un alias o user name come sostituto del nome completo dell'autore
é caratteristica tipica anche della citazione di risorse di rete
come i newsgroups, le conferenze elettroniche o i cosiddetti synchronous
communication sites d'ambiente accademico dove può accadere che
i files distribuiti non siano attribuibili a un autore preciso ma semplicemente
ad un alias fittizio oppure siano del tutto anonimi. Nel caso di conferenze
elettroniche o synchronous communication sites particolarmente qualificati
a livello scientifico quando l'autore effettivo non è rintracciabile
é consigliabile identificare come autore il moderatore della conferenza
o il responsabile del mantenimento del sito specificandone il ruolo con
una formula appropriata come il termine Comp. (per compiled by)
oppure Maint. (per maintained by) da porsi di norma dopo il titolo
(tra parentesi tonde nello stile scientifico, semplicemente dopo una virgola
in quello umanistico). Analogamente si procederà per es. nel caso
dei numerosissimi siti web di organizzazioni o enti che non si possono
considerare firmati da un unico autore ma semplicemente curati e mantenuti
aggiornati da un webmaster. In questo caso la posizione di questa indicazione
nella descrizione dipenderà dal risalto che si intende dare a questa
figura e dal contesto della citazione. In generale se il contenuto del
sito non ha un carattere prettamente individuale L'INDICAZIONE VA POSTA
DOPO IL TITOLO mentre in caso contrario, per es. per i numerosi siti accademici
a cura di docenti universitari in cui -pur ospitando contributi collettivi-
il curatore si assume la responsabilità intellettuale di ciò
che viene pubblicato, l'indicazione PUÒ ANCHE ESSERE POSTA ALL'INIZIO
DELLA DESCRIZIONE.
Continua
nella lettura del testo
NOTE
1. A
precisazione sottolineiamo che le risorse del world wide web sono solo
una parte di tutte le risorse di internet e limitate, per il momento, alle
fonti che utilizzano il protocollo http per la trasmissione dei dati (che
consente la crezione dei legami ipertestuali che costituiscono, appunto,
la ragnatela del www). Torna
al testo
2.
Il titolo del paragrafo introduttivo, "Bottling the ether", del testo a
cui ci riferiremo per l'analisi di uno stile citazionale nato in specifico
per le risorse elettroniche remote, cioè la Columbia Guide to
Online Style di J. Walker and T. Taylor ( New York, 1998), è
sintomatico delle difficoltà di approccio dell'argomento che andiamo
ad affrontare. Torna
al testo
3. In inglese l'italiano "citazione"
è tradotto con i due sostantivi "citation" e "quotation" dove il
primo esprime il significato del citare anche nella sua specifica
valenza bibliografica (vedi termini tecnici come "citation index" etc.)
e il secondo indica in specifico l'azione del citare nel senso dell'atto
del riportare le parole di terzi. Apro una parentesi su questa curiosità
segnalatami dal collega Andrea Garelli perchè mi sembra eloquente
e suggestiva a proposito di come l'azione del "citare" esprima nel contesto
del web una continuità immediata tra descrizione e accesso. In un
intervento di Bernie Sloan su WebLib (12 Jan 2001) in riferimento
ad un articolo di B. Cronin sul Journal of the American Society for
Information Science, viene riportato un terzo sostantivo inglese
per tradurre l'italiano "citazione", utilizzato da Cronin per decrivere
in specifico l'azione del citare proprio in ambiente web: invocation
(Cronin,
B. [et al.] "Invoked on the web". Journal of the American Society for
Information Science, 49 : 14 (1998), p. 1319-1328). Se citare significa
dunque, nel nostro contesto, invocare/evocare la risorsa stessa,
appare chiaro come l'applicazione del principio dell'accessibilità
e della corretta indicazione dell'URL costituiscano il primo fondamento
per la citazione di qualsiasi risorsa di rete al di là delle norme
stilistiche adottate. Torna
al testo
4. Under
federal copyright law, words and their form of presentation must be fixed
in order to be copyrightable. Ideas themselves cannot be copyrighted; only
their embodiment has economic value. (J. Walker and T. Taylor, op. cit,
p. 12). Torna al
testo
5. Per
il Columbia Style identificare il supporto di pubblicazione di una risorsa
in una citazione subito dopo il titolo -come avviene in altri stili- é
sostanzialmente un'infrazione del principio di sintetizzazione in quanto
la natura stessa del supporto é in rete qualcosa di assolutamente
effimero in quanto qualsiasi documento scaricato o visionato può
potenzialmente essere salvato su un supporto e in formato diverso dall'originale.
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6. URL
= acronimo di Uniform Resource Locator, termine che indica l'indirizzo
internet usato dal software del browser web per connettersi ad un determinato
sito internet. "URL (Uniform Resource Locator). An acronym for Uniform
Resource Locator. URL is the address for a resource or site (usually a
directory or file) on the World Wide Web and the convention that web browsers
use for locating files and other remote services." (Learn
the Net. Glossario)
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7. I
modelli riportati nello schema di figura 2 seguono le norme del Columbia
Style per le materie umanistiche e rappresentano dunque una sintesi come
vedremo nel paragrafo dedicato agli esempi di citazione per i vari tipi
di materiali online- tra gli stili MLA e Chicago. Lo stile Columbia per
le materie scientifiche presenta i medesimi elementi citazionali trasformandone
solo l'ordine. Nei paragrafi successivi l'analisi dei singoli elementi
della citazione così come gli esempi riportati segue in linea di
massima l'ordine della loro presentazione in una citazione bibliografica
di tipo umanistico ma si tratta di una pura convenzione di esposizione.
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8. Vedi
come esempio di applicazione di questa norma l'impostazione della parte
terminale dell'articolo dopo il divider in: Ridi, Riccardo. "Citare
Internet." Bollettino AIB. 35 : 2 (1995), p. 211-220. 27 Ago 1997.
17 Ago 1998. http://www.aib.it/aib/boll/1995/95-2-211.htm.
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9. Vedi
l'esempio di nota 8. Torna
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10.
Il provider internet è il computer remoto al quale ci connettiamo
dal nostro computer locale per connetterci alla rete. "Internet Service
Provider. Also called ISPs or access providers. The remote computer system
to which you connect your personal computer and through which you connect
to the Internet. ISPs that you access by modem and telephone line are often
called dial-up services." ((Learn
the Net. Glossario)
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