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L'accesso alla documentazione ufficiale europea
Politiche, metodologia e strumenti
estratto della tesi di laurea in biblioteconomia (titolo originale: I servizi di assistenza agli utenti per l'accesso alla documentazione comunitaria europea), Corso di
laurea in Conservazione dei Beni Culturali, Facoltà di Lettere
e Filosofia dell'Università degli studi di Venezia Ca'
Foscari, relatore Riccardo Ridi, corelatori Alessandro Bertoni e Mario Infelise, anno
accademico 2000/2001, discussa il 6 novembre 2001.
di Giovanna Frigimelica
(in linea da Dicembre 2001)
Le politiche comunitarie sull'accesso alla documentazione comunitaria europea
§1. La società dell'informazione e l'Europa
Il concetto di "società dell'informazione" nasce e si sviluppa negli anni sessanta / settanta (DUFF-CRAIG-MCNEILL 1996). Con questa espressione si indica, generalmente, la nuova società che basa la sua attività economica e sociale quotidiana su un bagaglio informativo molto ampio. La creazione e l'utilizzo di questo "bagaglio" è legato alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Oggigiorno si è creato un sistema in cui le informazioni, insieme al processo di produzione, gestione e distribuzione delle stesse, rappresentano una importante risorsa e un fattore determinante dello sviluppo economico. Per questo motivo si parla di "economia elettronica" o e-economy.
Internet ha svolto un ruolo di primo piano in questo processo, sia nel campo economico - commerciale, facendo diminuire i costi, creando nuovi mercati e nuovi tipi di concorrenza, sia nel campo informativo, creando nuovi mezzi di comunicazione e consentendo ad ogni persona di accedere a qualsiasi informazione, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, nonchè in qualsiasi formato. Questo nuovo sistema che è venuto configurandosi ha come obiettivo soddisfare la domanda del mercato ovvero, nel caso specifico, dell'utente/cliente. Il cittadino, quindi, è al centro della società dell'informazione. Questa nuova prospettiva di orizzonti ha creato una nuova utenza e nuovi ambienti dedicati al soddisfacimento delle diverse necessità informative. Mentre prima, infatti, la biblioteca e il centro di documentazione potevano rispondere ai bisogni di studiosi e imprese, oggi la situazione si complica. Si creano nuovi organismi dedicati alla disseminazione di informazione (centri di documentazione specializzati, Uffici di relazione con il pubblico, etc.), mentre quelli già esistenti subiscono una trasformazione. Nello specifico caso delle biblioteche, vediamo come esse si trasformino da istituti preposti alla conservazione del materiale librario, a punti informativi in grado di soddisfare le richieste dell'utenza, fornendo accesso a informazioni possedute materialmente e non (teoria dell'accesso contro possesso). La grande quantità esistente di informazioni, di ogni tipo e in ogni formato, richiede una abilità selettiva e una padronanza dei mezzi di comunicazione piuttosto alte. Il rischio di information overload è reale e, unito alla tendenza alla "disintermediazione" dell'utente, può portare ad una situazione esplosiva, in cui il bisogno di informazione viene soddisfatto male o per niente, ma l'utente "fai-da-te" può credere di aver svolto un buon lavoro di ricerca. Il bibliotecario, quindi, deve inserirsi in questo panorama come esperto delle nuove tecnologie e competente nel recupero delle informazioni richieste. (BASILI 1999).
Negli ultimi anni si è sviluppata la richiesta di informazioni soprattutto in ambito pubblico, da parte del cittadino. Questo tipo di informazioni è ritenuta fondamentale per la vita quotidiana del singolo e delle imprese; il corretto funzionamento del mercato risulterebbe compromesso senza informazioni amministrative, legislative, finanziarie, diciamo, in generale, pubbliche.
Questa situazione è stata focalizzata anche dall'Unione Europea, che già da circa un decennio si interessa della società dell'informazione sotto vari aspetti, da quello tecnologico e infrastrutturale, a quello sociale . A proposito, nel 1994, è stato creato dalla Commissione l'ISPO (Information Society Project Office) nell'ambito dell'azione comunitaria per far entrare l'Europa in questa nuova societ (rinominato nel 1998 Information Society Promotion Office). Sito ufficiale: http://www.ispo.cec.be
La Commissione ha espresso la sua opinione, per quanto riguarda il settore pubblico, nel documento COM(1998)585: L'informazione del settore pubblico: una risorsa fondamentale per l'Europa. Libro verde sull'informazione del settore pubblico nella società dell'informazione.
http://europa.eu.int/ISPO/docs/policy/docs/COM(98)585/index.html
La Commissione presenta la situazione europea come frammentata; l'informazione pubblica risulta essere meno chiara di quel che dovrebbe, a causa soprattutto della diversità delle legislazioni nazionali. Gli Stati membri producono molte informazioni, che nella gran parte dei casi non sono facilmente accessibili dai cittadini. "La pronta disponibilit dell'informazione pubblica assolutamente necessaria per la competitivit delle industrie europee. (...) La tempestiva disponibilit d'informazioni del settore pubblico inoltre sempre pi importante per incentivare l'economia su rete e valorizzarne il potenziale economico." (COM(1998)585, p. 1).
L'accento posto sulla necessità di un accesso all'informazione semplice e veloce. Per ottenere queste condizioni, aumenta sempre più l'utilizzo degli strumenti elettronici. L'importanza dell'accesso vale sia per le imprese che, come abbiamo visto, possono essere penalizzate nel loro lavoro, sia per i singoli cittadini, che possono essere impediti da queste difficolt pratiche nell'esercitare i loro diritti di cittadini europei.
Il dibattito che ha portato alla ratifica del trattato di Maastricht (estate 1992) aveva già messo in evidenza che i cittadini della gran parte degli Stati membri percepivano le istituzioni dell'Unione Europea come troppo remote. Così le istituzioni capirono che dovevano fornire l'opportunità a uomini e donne di partecipare, con cognizione di causa, alle discussioni sulle politiche europee e sulla legislazione, e si mobilitarono per superare questo divario. Le varie iniziative furono completate dal miglioramento delle pratiche di accesso dei cittadini ai documenti delle istituzioni, nonchè dall'ampliamento della rete istituita per la disseminazione dell'informazione nell'Unione Europea (PRESTON 1996). Sempre il documento COM(1998)585 dichiara che "Una Europa dei cittadini sarà realizzata soltanto se i cittadini potranno partecipare efficacemente alla creazione dell'Unione europea. Tale partecipazione implica che i cittadini siano ben informati sui problemi relativi al funzionamento dell'UE ed alle attività di essa. L'accesso all'informazione a livello tanto nazionale che europeo può facilitare notevolmente questo fatto." ( COM(1998) 585, p. 3 - 4).
Secondo il sondaggio Eurobarometre effettuato nell'autunno del 2000 (quesito 2.1), il 58% dei cittadini dei 15 paesi membri si dichiarava piuttosto/molto attaccato all'Europa (il dato della primavera del 1999 era 56%). Il 91% aveva già sentito parlare del Parlamento europeo, il 78% della Commissione.
L'emergente società dell'informazione, come abbiamo visto, necessita sempre pi di informazioni pubblico - amministrative just in time, sfruttando al massimo le nuove tecnologie; a questo proposito spesso si parla di "Governo elettronico".
L'Unione europea, avendone compreso il grande potenziale, ha cercato di partecipare a questa "rivoluzione", consentendo un'ampia accessibilità e diffusione dell'informazione, utilizzando in maniera crescente le possibilità offerte da Internet. Le istituzioni europee hanno creato una serie di siti web e banche dati in linea, che offrono grandi quantit di informazione sull'Unione e sulle sue politiche, attività e legislazione.
La società dell'informazione è costituita da tre strati principali: le infrastrutture, le applicazioni e il contenuto. L'Unione europea ha compiuto passi in avanti su tutti e tre i fronti, ma concentrandosi soprattutto sul settore delle infrastrutture, tralasciando quello del contenuto. È evidente a tutti che le l'intento non è far produrre maggiore informazione alle amministrazioni: l'obiettivo renderla disponibile a tutti, evitando che si costituisca una Europa a due velocità. Non bisogna dimenticare, infatti, che il possesso o meno di queste informazioni può favorire o pregiudicare seriamente la vita e le attività dei cittadini. Però l'accesso a questa informazione può richiedere mezzi intellettuali e finanziari non a portata di tutti. Le pari opportunità vanno garantite in questo campo, per evitare che la società si divida in info-ricchi e info-poveri.
A questo proposito, la Commissione europea si espressa lanciando l'ultima iniziativa del settore, "eEurope" - documento COM(2000)130, avviata l'8 dicembre 1999.
http://europa.eu.int/eur-lex/it/com/rpt/2000/com2000_0130it01.pdf
Il suo scopo è accelerare l'adozione delle tecnologie digitali in tutti i paesi membri, nonché lo sviluppo delle competenze tecniche necessarie all'utilizzo di tali tecnologie. I principali obiettivi individuati dalla Commissione sono i seguenti:
- Promozione dell'accesso multimediale all'istruzione, con accesso a Internet in tutte le scuole europee e insegnamento delle tecniche di utilizzazione degli strumenti;
- Accesso pi economico e rapido a Internet, per tutti ma in via prioritaria per ricercatori e studenti;
- Accelerazione del commercio elettronico;
- Partecipazione elettronica per i disabili;
- Assistenza sanitaria on-line;
- Amministrazioni on-line.
L'obiettivo di espandere Internet in tutta l'Unione Europea è correlato ai vantaggi che possono derivare alla nuova economia, se il mercato unico raggiunge un alto livello di penetrazione della Rete. Il documento COM(2000) 130 conclude la sua analisi con questa affermazione (p. 32): "(...) Le economie di rete aumentano proporzionalmente alle dimensioni della rete; estendendo il più possibile la nuova economia, aumentano i vantaggi che possono essere ottenuti. La costruzione di una società dell'informazione senza esclusi è un elemento essenziale della creazione di un mercato più vasto, di redditi più elevati e di un maggiore potenziale di crescita e di prosperità."
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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:
BANGEMANN, Martin (1994). Europe and the global information society. Recommendations to the European Council. A cura dei membri del Gruppo di alto livello sulla Società dell'Informazione (Martin Bangemann, Enrico Cabral da Fonseca, Peter Davis, Carlo de Benedetti, Pehr Gyllenhammar, Lothar Hunsel, Pierre Lescure, Pascual Maragall, Gaston Thorn, Candido Velazquez - Gastelu, Peter Bonfield, Etienne Davignon, Jean-Marie Descarpentries, Brian Ennis, Hans-Olaf Henkel, Anders Knutsen, Constantin Makropoulos, Romano Prodi, Jan Timmer, Heinrich von Pierer). http://www.ispo.cec.be/ida/text/english/bangeman.html
BASILI, Carla (1999). Verso la società dell'informazione, in "Bibliotecario nel 2000. Come cambia la professione nell'era digitale", a cura di Ornella Foglieni. Milano: Editrice Bibliografica.
BISCHOFF, Pierre (1999). L'information du secteur public en Europe. Accès, diffusion et exploitation. "Revue du Marché commun et de l'Union européenne", n. 432, p. 620 - 627.
CAREMIER, Benedicte (2000). Le(s) service(s) public(s) dans la société de l'information. Working Paper a cura della "Forward studies unit" - Segretariato generale della Commissione Europea. http://europa.eu.int/comm/cdp/working-paper/services%20publics.pdf
COM(1998)585. L'informazione del settore pubblico: una risorsa fondamentale per l'Europa. Libro verde sull'informazione del settore pubblico nella società dell'informazione,oppure http://europa.eu.int/ISPO/docs/policy/docs/COM(98)585/index.html
COM(2000)130. eEurope. Una società dell'informazione per tutti. Per il consiglio europeo straordinario sull'occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale - Per un'Europa basata sull'innovazione e sulle conoscenze, Lisbona 23 - 24 marzo 2000, oppure http://europa.eu.int/eur-lex/it/com/rpt/2000/com2000_0130it01.pdf
COMMISSIONE EUROPEA (2001). Eurobarometre. L'opinion publique dans l'Union européenne. Rapporto numero 54 (Autunno 2000). Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee.
DUFF, Alistair S. CRAIG, David. McNEILL, David A. (1996). A note on the origins of the "information society". "Journal of Information Science" XXII, n. 2, p. 117 - 122.
KEERY, Neville (1998). The challenge of openess as European Union information goes electronic. "IFLA Journal" XXIV, n. 2, p. 94 - 96.
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