"Ho suggerito che una componente filosofica esiste in ogni attività umana, teorica o pratica,
in ogni tipo di lavoro e professione; si manifesta nel momento in cui si passa dall'azione secondo una
procedura alla riflessione sul perché e sul come di questa azione e di questa procedura" CASATI [2011]
FILOSOFIA DELLA BIBLIOTECA UTILE PER:
l'attribuzione alle biblioteche e ai bibliotecari di un ruolo specifico e ben riconoscibile nell'ambito dell'organizzazione sociale;
la giustificazione della biblioteconomia come disciplina autonoma;
il conferimento di un significato più profondo alle procedure tecniche che vengono effettuate nelle biblioteche;
la maggiore efficacia che tali procedure possono raggiungere grazie alla consapevolezza dei loro fini ultimi;
una chiara distinzione fra le varie tipologie di lavoratori coinvolte nella gestione delle biblioteche e fra i loro rispettivi compiti;
il riconoscimento della sostanziale unità della professione bibliotecaria, al di là delle sue varie caratterizzazioni e specializzazioni
la capacità, in momenti di crisi come quello che le biblioteche stanno attualmente attraversando,
di capire se il modo migliore per superare la crisi stessa consista nel modificare le priorità
e gli obbiettivi tradizionalmente propri delle biblioteche oppure nel modificare semplicemente gli
strumenti da utilizzare per continuare a perseguire gli stessi obbiettivi di sempre.
NUOVE FILOSOFIE DELLA BIBLIOTECA DA ANALIZZARE PER CAPIRE SE:
siano teorie sufficientemente coerenti con se stesse e con la realtà bibliotecaria da giustificare di essere prese sul serio;
possano risultare utili per illuminare e guidare la realtà bibliotecaria attuale e futura;
costituiscano delle effettive novità rispetto ad ipotesi fondative più
antiche e più note in ambiente bibliotecario (cfr. ad esempio RANGANATHAN [1931], BROADFIELD [1949],
BOTTASSO [1952], SHERA [1972], SERRAI [1981], BUCKLAND [1983]).
il fine ultimo della biblioteca è la conservazione e diffusione della conoscenza
(la cui creazione è il fine ultimo di altri soggetti)
LANKES [2011]
"la missione dei bibliotecari è migliorare la società attraverso la facilitazione della creazione
di conoscenza nelle proprie comunità"
approccio dichiaratamente innovativo
si basa sulla "teoria della conversazione" di Gordon Pask (1928-1996)
i documenti ("artifacts") sono solo strumenti (secondari)
il fine ultimo della biblioteca è la creazione di nuova conoscenza
TEORIA DELLA CONVERSAZIONE (APPRENDIMENTO = CONVERSAZIONE):
ogni apprendimento avviene attraverso conversazioni che giungono ad accordi
anche ammettere che non si è d'accordo è una forma di accordo
nella lettura solitaria il dialogo non avviene con l'autore del testo letto, ma fra il lettore e se stesso
--> le biblioteche *sono* conversazioni
CONOSCENZA = APPRENDIMENTO:
la conoscenza è solo l'azione di un cervello umano che apprende qualcosa di nuovo
la conoscenza è solo un processo, quindi non può esistere "conoscenza registrata"
MA:
se ogni lettura solitaria = conversazione = creazione di conoscenza
ALLORA:
creazione di conoscenza (Lankes)
= trasferimento di conoscenza (Osburn)
= fruizione di documenti
i documenti sono (logicamente) centrali anche in Lankes (anche se non vuole ammetterlo)
SE INVECE ACCETTASSIMO CHE (Lankes): CONOSCENZA = APPRENDIMENTO = CONVERSAZIONE
tutto ciò che facilita l'attivazione e la prosecuzione di conversazioni nell'ambito della comunità di
riferimento fa parte della missione fondamentale dei bibliotecari
per raggiungere tale scopo possono servire anche i documenti, ma con un ruolo decisamente secondario
la collezione più preziosa per il bibliotecario che vuole assolvere al meglio la propria missione non è
quella dei propri documenti, bensì quella dei propri utenti ("members")
RISCHI CONSEGUENTI:
c'è differenza fra ampliare e sostituire i servizi bibliotecari tradizionali con altri
(svolgibili meglio da altre istituzioni) + narcisismo bibliotecario (il baricentro della biblioteca
si sposta di fatto dagli utenti ai bibliotecari stessi, lasciati troppo liberi di intraprendere qualsiasi tipo
di iniziativa pur di soddisfare ogni bisogno o desiderio degli utenti e di indurli ad utilizzare - per gli scopi più disparati - le biblioteche,
che da mezzo finiscono così per trasformarsi in un fine)
se i documenti non sono più centrali per le biblioteche, allora chi li conserva e ne garantisce l'accesso
(anche per i cittadini meno abbienti e per i documenti meno popolari) sul lungo periodo?
violazioni della privacy, eccessiva invadenza, paternalismo, sovrapposizione fra bibliotecari e insegnanti
UNA FILOSOFIA DELLA BIBLIOTECA DAVVERO EFFICACE DOVREBBE UNIRE:
la coerenza logica, il rigore concettuale e le priorità di OSBURN [2009]
l'entusiasmo, le capacità comunicative e l'apertura alle nuove tecnologie di LANKES [2011]
E INDIVIDUARE UN UNICO FINE, ESPRIMIBILE DA TRE PUNTI DI VISTA:
dal punto di vista etico: il valore fondamentale dei bibliotecari consiste nel
favorire l'accesso universale alle informazioni pubblicamente disponibili
dal punto di vista politico: le biblioteche contribuiscono a garantire la possibilità
che ogni cittadino si formi una propria opinione autonoma e critica sulle questioni su cui deliberare
dal punto di vista sociale: le biblioteche aiutano tutti coloro che svolgono un compito socialmente
rilevante ad essere sufficientemente informati per condurlo in modo efficiente
pagina a cura di
Riccardo Ridi,
creata 2012-02-24, ultimo aggiornamento 2012-02-25