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ISSN: 2283-303X |
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Luca Ferrieri, Prime raccomandazioni per la realizzazione di servizi multimediali nella biblioteca pubblica, Regione Lombardia, 2001: una recensionedi Raffaella Tamiozzo (in linea da gennaio 2002) Il 20 dicembre 2001 in occasione di un incontro di lavoro nell'ambito dei seminari, corsi e attività di aggiornamento per bibliotecari e archivisti promossi dalla Regione Lombardia, è stato presentato e discusso un breve e interessante testo redatto da Luca Ferrieri dal titolo Prime raccomandazioni per la realizzazione di servizi multimediali nella biblioteca pubblica rivolto a tutte le biblioteche pubbliche che intendono offrire servizi multimediali. Premesso che si tratta di una guida in fieri creata con il precipuo compito di essere arricchita e aggiornata sulla base delle esperienze di ogni singola biblioteca, lo scopo per cui è stata scritta è di porsi come "linea guida" per i bibliotecari che si trovano alle prese con il difficile compito di scegliere il modus operandi per la gestione di servizi di consultazione, lettura e prestito di documenti su supporti multimediali, di digitalizzazione, di fornitura e distribuzione dei documenti elettronici e di utilizzo di Internet. I criteri generali a cui devono rispondere i servizi multimediali, si possono riassumere in cinque punti principali:
Per quanto riguarda l'organizzazione degli spazi, si consiglia, da un lato, di approntare le sale multimediali all"interno delle biblioteche ma, dall'altro, si invita ad evitare di porre le stesse in prossimità delle sale di lettura, luoghi in cui vige normalmente il più rispettoso silenzio, al contrario delle prime in cui la consultazione di prodotti multimediali può richiedere una continua interazione con il personale; all'interno della sala di lettura possono essere al massimo presenti terminali di facile utilizzo (preferibile il touch screen) adibiti alla sola consultazione delle banche dati. Fondamentale per la sala multimediale è, invece, la presenza di una sorta di reception a cui l'utenza può fare riferimento in caso di difficoltà: il bibliotecario deve inoltre essere provvisto di un server collegato in rete per controllare le varie postazioni e i tempi di connessione ma anche per essere utilizzato in caso di conferenze o di attività collettive in genere. Conformemente all'utilizzo di ciascuna sala devono di conseguenza essere adattate anche le luci. Ogni postazione multimediale deve rispondere a determinate esigenze quali la funzionalità (tramite il facile accesso ad ogni singolo componente della macchina), l'ergonomia (tramite l'adozione di certi accorgimenti - la qualità delle sedie, le fonti d'illuminazione e il rispetto degli standard CE per i monitor - che garantiscano il comfort all'utente), la tutela della privacy tramite schermature e l'estetica a livello di design dei prodotti tecnologici. È inoltre opportuno prevedere la possibilità di sale multimediali riservate non solo all'utilizzo individuale di ogni postazione ma anche a quello collettivo nel caso di incontri, lezioni di apprendimento, etc. Se la tutela della privacy può essere garantita tramite schermature, è anche necessario provvedere la biblioteca di box insonorizzati nel caso in cui l'utenza richieda l'utilizzo di software per cui sia necessaria l'interazione vocale. Infine, ma non per questo meno importante, alcune postazione devono essere riservate esclusivamente alle persone disabili e per questo progettate secondo criteri di accessibilità e comodità. Per quanto riguarda le gestione dell'hardware, Ferrieri evita accuratamente e a ragione di fornire un qualunque requisito tecnico per la scelta di una macchina rispetto ad un'altra, ben conscio della velocità di obsolescenza dei computer e, di conseguenza, della necessità di un frequente aggiornamento delle apparecchiature. Un particolare accenno viene riservato solo a determinati componenti: i monitor, dotati di schermi maggiori di 17'' e con un alto refresh per evitare un affaticamento della vista; alcune periferiche di vecchia generazione (come i floppy a 3,5'' o quelli a 5" o programmi ormai in disuso, per aiutare l'utenza nella migrazione dai vecchi ai nuovi supporti; le connessioni Internet, in cui vengono scartate a priori e giustamente le classiche 56Kin favore delle più veloci ISDN o le ADSL (benché, a questo proposito, ritengo personalmente sconsigliabili anche le ISDN in quanto apportano solo lievi e trascurabili vantaggi rispetto alle più diffuse linee analogiche). Un problema spinoso è costituito dal pericolo di attacchi pirata sia rivolti verso la biblioteca che operati dall'interno della biblioteca verso l'esterno: la soluzione, benché non garantisca una totale efficacia, è da ricercarsi nell'utilizzo di proxy server o firewall. Per conservare un'elevata efficienza delle macchine ma anche per eliminare i file inutili installati dagli utenti nel corso di download e di salvataggi, è opportuno effettuare una periodica manutenzione e reinstallazione dei sistemi operativi e dei programmi (encomiabile, a questo proposito, il suggerimento di creare immagini per velocizzare le operazioni di ripristino). Al fine di rendere il più agevole possibile l'utilizzo delle postazioni multimediali anche ai disabili, è necessario, inoltre, dotare alcuni terminali di particolari attrezzature (barra braille, sintesi vocale, tastiera facilitata, trackball, etc.) e software progettati appositamente. Infine, per quanto riguarda i programmi da utilizzare nei vari computer, si elencano i soliti programmi di elaborazione testi, di utilizzo di fogli elettronici, di creazione di basi di dati, di navigazione e di gestione della posta elettronica a cui si potranno aggiungere altri software specifici per il server (funzioni statistiche, etc.). Per quanto riguarda l'organizzazione dei servizi, occorre prendere in considerazione diversi aspetti: come ogni biblioteca è provvista di un regolamento interno, così anche la sala multimediale deve essere dotata di un'apposita carta dei servizi in cui siano elencati i diritti (in primis le norme di tutela del copyright e il rispetto delle regole di netiquette) e i doveri (principalmente il diritto alla privacy) degli utenti pena, inutile dirlo, l'applicazione di sanzioni quali mezzi coercitivi. Sarebbe opinabile, ovviamente, un'estensione degli orari di apertura per offrire i servizi multimediali ad un più ampio ventaglio di pubblico ma, in questo caso, si ricade in una problematica più ampia - su cui si è già largamente discusso - che riguarda principalmente le biblioteche e la carenza di personale. Più interessante, invece, risulta essere il consiglio di permettere l'utilizzo di una postazione da ogni utente per un tempo massimo di un'ora al giorno per consentire un equilibrato ricambio di fruitori (ricambio che può essere comunque garantito anche tramite la possibilità di effettuare prenotazioni). Dal momento che l'accesso alla rete è indubbiamente il servizio più utilizzato, di conseguenza deve essere anche quello più monitorato e controllato: il problema maggiore deriva dalla finalità a cui è rivolta la ricerca; a questo proposito, un'attenzione particolare deve essere rivolta ai minori ma anche ai tentativi di downloading illegale di programmi protetti, alle chat e alle telefonate via Internet. I programmi di filtering risultano essere, a questo scopo, unicamente un ostacolo in quanto da un lato violano la libertà di pensiero e di ricerca e dall'altro non garantiscono una perfetta copertura inibendo, a volte, anche siti "leciti": la soluzione a questo problema non può che essere, il continuo controllo da parte del bibliotecario delle operazioni svolte dall'utenza tramite server, l'installazione di antivirus da tenere costantemente aggiornati e un'intensa campagna d'informazione riguardo la legislazione vigente a tutela del copyright. Ferrieri a riguardo afferma che <<parte irrinunciabile della mission della biblioteca>> è l'adozione di una politica di dissuasione nei confronti di questi aspetti della rete e di incentivo nell'utilizzo di motori di ricerca per il reperimento di fonti bibliografiche e catalografiche: principio indubbiamente nobile ma praticamente utopico viste le basi di democratizzazione e liberalismo su cui si basa la rete, sempre che non si voglia ricorrere a forme più antiquate di censura! Un migliore freno inibitore è, a mio giudizio, la scelta di porre una tariffazione ai servizi di rete basata sulle categorie di utenza o sulla tipologia di utilizzo di Internet. Strumenti di non secondaria importanza sono i lettori CD-ROM e DVD-ROM, fonti preziose e inesauribili di repertori bibliografici e di banche dati multimediali: una loro facile e condivisa consultazione potrà essere effettuata tramite juke - box o creando più copie di uno stesso programma (in questo caso si tratta di un'operazione lecita perché, sulla base della legge 248 del 2000 sul diritto d'autore, possono essere effettuate copie di documenti solo per uso interno) che potranno essere utilizzate anche per il prestito. A disposizione dell'utenza ci saranno poi e- book, scanner e masterizzatori (che possono essere utilizzati per creare prodotti multimediali interni alla biblioteca in cui inserire il patrimonio raro e prezioso digitalizzato), stampanti, videocamere e software per l'elaborazione d'immagini il cui utilizzo si può ormai paragonare ai desueti programmi di videoscrittura. All'apertura della sala multimediale, non può che corrispondere anche quella del sito web della biblioteca (benché sarebbe plausibile pensare ad una sua già precedente esistenza!) in cui è importante evidenziare i servizi effettuati dalla biblioteca e mettere a disposizione il catalogo. A questo punto risulta evidente l'importanza della figura del reference librarian, cioè di quel bibliotecario che si trova a dover rispondere sia di determinati problemi di funzionamento delle macchine che di recupero di informazioni: il suo ruolo risulta a maggior ragione più complesso perché deve rispondere alle richieste sia utilizzando come risposte i mezzi cartacei che quelli multimediali. Se l'alfabetizzazione multimediale è ormai un requisito essenziale per il lavoro di un bibliotecario, la biblioteca stessa deve porsi come un ponte tra la popolazione in grado di accedere alle nuove tecnologie a quella che ne è esclusa promuovendo corsi per insegnare l'utilizzo base di un computer e delle fonti presenti su Internet. Per quanto riguarda il trattamento del patrimonio multimediale, occorre fare riferimento allo standard degli ISBD-ER quale fonte per la descrizione catalografica: alla stessa stregua del patrimonio cartaceo, inoltre, deve trovare una sua giusta collocazione anche all'interno del catalogo on - line. A differenza delle risorse librarie, i metodi di acquisizione di un supporto elettronico sono diversi e vanno dall'acquisto (previa visione e valutazione propedeutica in cui è necessario considerare alcuni aspetti, quali la possibilità di aggiornamento via Internet, la compatibilità con il software in uso, il copyright e il confronto con prodotti similari) all'acquisizione tramite downloading o digitalizzazione. Come per le biblioteche tradizionali, anche la/le biblioteche elettroniche si trovano a dover affrontare problemi quali la conservazione e lo scarto: riguardo l'aspetto della conservazione, la velocità di obsolescenza dei supporti e dei formati sono tali da richiedere una periodica migrazione dei documenti digitali; riguardo lo scarto, invece, le biblioteche multimediali si comportano alla stregua di quelle cartacee, eliminando certi documenti che risultano inutili o di scarso interesse per l'utenza. Per quanto riguarda, infine, la formazione delle figure professionali occorre ancora aggiungere che il ruolo del bibliotecario si pone come mediatore culturale tra i processi di comunicazione moderni e tradizionali ma che non per questo deve essere tenuto a espletare incombenze di tipo puramente tecnico, che dovranno invece essere svolte da un informatico responsabile della manutenzione delle macchine e del sistema. Al termine di questa presentazione, vorrei esprimere un giudizio positivo relativamente al testo di Ferrieri; nonostante a volte l'autore si perda in considerazioni forse eccessivamente idealistiche riguardo l'utopia della sala multimediale (vedi, ad esempio, la nobile "mission" della biblioteca), queste linee guida risulteranno essere senza dubbio un appoggio importante per quei bibliotecari alle prese con il primo impatto con l'ambiente tecnologico, soprattutto nel caso in cui gli stessi bibliotecari presentino una forte carenza nella formazione informatica. L'esigenza di avere una struttura organizzata centrale che si occupi di coordinare e monitorare le varie iniziative nel campo del multimediale è da lungo tempo al centro dei dibattiti bibliotecari. Una prima risposta a questa necessità si è avuta nel corso della III Conferenza Nazionale delle Biblioteche quando è stato presentata una sintesi dello Studio di Fattibilità per la realizzazione della Biblioteca Digitale Italiana: l'intento della stesura di questo importante testo è di fornire soluzioni tecnico - informatiche e di coordinare, supportare e gestire le iniziative multimediali nate in ambito italiano. Purtroppo, le aspettative sono state fino ad ora deluse perché, a quasi un anno di distanza dalla Conferenza, nulla è stato ancora pubblicato. Risulta quindi evidente la necessità di fornire, almeno a livello regionale, ben consci naturalmente delle discrepanze che possono sorgere a causa di questa politica decentrata, delle guide ad uso dei bibliotecari: questo è, a mio giudizio, il merito maggiore che va riconosciuto alle Prime raccomandazioni per la realizzazione di servizi multimediali nella biblioteca pubblica. |
| © ESB Forum | a cura di Riccardo Ridi | |