ESB Forum
ISSN: 2283-303X |
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Biblioteche in linea
pubblicato anche a stampa, in "L'indice dei libri del mese", XIV, n. 4 (aprile 1997), p. 50, nella rubrica Oltre la carta, curata da Maurizio Lana. di Riccardo Ridi (in linea da febbraio 1997, ultimo aggiornamento luglio 1998) Bisogna procedere coi piedi di piombo quando si scrive (e si legge) di biblioteche "elettroniche", "digitali" o "virtuali", termini che si sprecano, di questi tempi, anche nelle riviste e nei programmi televisivi più divulgativi, senza che sia sempre chiaro a chi legge (e talvolta nemmeno a chi scrive) a cosa ci si stia effettivamente riferendo. Al di là della retorica, ad esempio, "elettroniche" lo sono ormai gran parte delle biblioteche che tutti noi conosciamo, dove sempre più spesso il tradizionale catalogo a schede viene sostituito o affiancato da un computer che raccoglie e ordina i cosiddetti riferimenti bibliografici (cioè autori, titoli, date e luoghi di edizione, soggetti, collocazioni, ecc.) di tutti i libri posseduti, o almeno di quelli acquisiti da una certa data in poi, e che talvolta permette anche la consultazione di cd-rom e altri supporti elettronici. Se, accanto ai puri e semplici riferimenti bibliografici, fosse possibile - copyright permettendo - inserire nel computer anche il testo completo (full text) o almeno un riassunto (abstract) dei libri e dei periodici conservati, allora si potrebbe cominciare a parlare di biblioteca "digitale", ma tali esperienze, assai costose, sono ancora molto limitate e riservate quasi esclusivamente a manoscritti e altri documenti rari, immessi nel calcolatore sotto forma di immagini. Ma è senz'altro il termine "biblioteca virtuale", più suggestivo e alla moda, che subisce le interpretazioni più svariate, indicando di volta in volta cose anche assai differenti fra loro, fra cui ad esempio: a) normali biblioteche che mettano a disposizione dei propri utenti, accanto ai tradizionali supporti cartacei, anche cd-rom, banche dati in linea, periodici elettronici, Internet e altre fonti informative elettroniche; b) simulazioni tridimensionali realistiche, immersive e interattive (ancora largamente sperimentali) delle sale di lettura, degli scaffali, dei libri e perfino dei bibliotecari e degli altri utenti, in cui ci si può muovere utilizzando lo schermo del computer o addirittura caschi, guanti e tute per la realtà virtuale; c) pagine del World Wide Web in cui un ente o un privato cittadino di buona volontà ha raccolto, in modo più o meno completo e affidabile, le principali risorse informative esistenti (o comunque di cui è a conoscenza) su un determinato argomento o disciplina. L'ambiguità è diffusa anche in paesi con tradizioni biblioteconomiche maggiori delle nostre, tant'è vero che Thomas Dowling, il curatore di Libweb (il principale repertorio mondiale disponibile sul Web di biblioteche a loro volta dotate di una propria pagina Web), stanco di ricevere segnalazioni di archivi di testi elettronici, guide alle risorse disponibili in rete e altre forme di biblioteche "virtuali" nel senso più immateriale del termine, ha sottolineato nell'introduzione al suo lavoro che tali progetti sono senz'altro molto interessanti, ma che lui si occupa delle biblioteche del "mondo reale", ovvero quelle fatte anche di mura e libri. Anche noi seguiremo qui il suo esempio, occupandoci solo ed esclusivamente di quelle biblioteche "vere" che hanno una qualche forma di presenza o visibilità su Internet, riferendoci ad esse col termine di "biblioteche in linea". La prima e fondamentale distinzione da operare al loro interno è quella fra le biblioteche che permettono solo l'accesso remoto al proprio catalogo in linea, detto OPAC (Online Public Access Catalog) e quelle che mettono a disposizione una o più pagine Web informative su orari, servizi, collezioni, storia, e - solo talvolta - anche l'accesso al catalogo. La crescente popolarità di Internet ha spinto molte biblioteche che avevano già automatizzato il proprio catalogo, offrendolo in tale forma ai propri utenti locali, a metterlo a disposizione dell'intera comunità degli utilizzatori di Internet, inizialmente attraverso il protocollo Telnet e la sua austera interfaccia a caratteri, ma recentemente sempre più spesso anche attraverso la più amichevole interfaccia grafica del Web, sempre comunque limitandosi (eccetto rarissimi casi) ai soli riferimenti bibliografici. Anche le biblioteche che non erano state a loro tempo così lungimiranti da automatizzare il proprio catalogo vogliono però essere presenti sul Web e così spesso forniscono su tale piattaforma semplicemente una loro pagina informativa, più o meno articolata e completa, a cui manca però il piatto forte, ovvero l'accesso al catalogo delle collezioni possedute. La consultazione di un OPAC può risultare assai utile anche a distanza, per preparare in anticipo visite in loco "a colpo sicuro", per richiedere la spedizione di fotocopie o il prestito interbibliotecario, per prenotare o rinnovare prestito e lettura in sede, o per compilare bibliografie su un determinato autore o argomento copiando i relativi riferimenti bibliografici. Purtroppo anche quelle che invece permettono l'interrogazione del proprio catalogo sono spesso inspiegabilmente reticenti sulla quota del patrimonio rispecchiata nell'OPAC, che raramente si avvicina alla totalità. Esistono ormai centinaia di biblioteche italiane e migliaia di biblioteche mondiali raggiungibili via Internet, e non potremo quindi includere qui l'URL di nessuna singola biblioteca (eccetto - a mo' di esempio - quello della più grande del mondo, ovvero la Library of Congress di Washington: http://www.loc.gov), ma solo quelli dei principali elenchi e repertori disponibili in linea, che rispetto a quelli cartacei, pur esistenti, hanno il vantaggio di essere gratuiti e continuamente aggiornati e attraverso i quali è banale collegarsi alle varie biblioteche. Per trovarle:Repertori internazionali:
Oltre ai veri e propri repertori specializzati, non bisogna dimenticarsi delle sezioni dedicate alle biblioteche dagli indici generali di Internet ordinati per soggetto (da non confondere coi cosiddetti motori di ricerca, che rintracciano semplicemente le occorrenze nell'intero Web di una o più parole), fra cui spiccano, per estensione e frequenza di aggiornamento:
Repertori italiani:OPAC italiani http://www.aib.it/aib/lis/opac1.htm, presso AIB-WEB, il Web dell'Associazione Italiana Biblioteche. Inaugurato nel Febbraio 1997, costituisce attualmente l'elenco più vasto e aggiornato degli OPAC italiani raggiungibili via Telnet o via Web, che hanno superato i 220 nel giugno 1998.
Cataloghi collettivi italiani:
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