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ISSN: 2283-303X

Seminario di studio "I periodici in biblioteca fra comunicazione e fruizione", Modena, 15 dicembre 2003


di Juliana Mazzocchi (in linea da gennaio 2004)

Dopo i primi due appuntamenti dedicati ai FRBR (2001) e all'indicizzazione (2002), quest'anno il seminario di studio organizzato dalla Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e AIB Sezione Emilia Romagna (con la collaborazione dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e del Centro di documentazione della Provincia di Modena) ha visto come protagonisti i periodici in biblioteca.

Il programma prevedeva nella mattina una prima parte sui periodici cartacei e il loro uso in biblioteca e nel pomeriggio una tavola rotonda dal titolo "Dai periodici elettronici agli open archives". In realtà questa divisione di contenuto tra cartaceo ed elettronico, c'era da aspettarselo, non è stata rispettata a dimostrazione di come, parlando di periodici, ormai sia abbastanza difficile limitare la discussione al solo formato cartaceo senza considerare l'elettronico, ma anche viceversa.

Nel primo intervento, Michele Santoro (Biblioteca del Dipartimento di Scienze Economiche dell'Università di Bologna) ha fatto una panoramica storica sul periodico, dalle origini agli open archives, senza tralasciare i problemi dell'editoria scientifica in particolare il mercato "inelastico" delle riviste scientifiche, resistente anche all'arrivo del formato elettronico.

Omero Canali (Biblioteca Oriani di Ravenna) ha parlato inizialmente del suo lavoro di bibliotecario di periodici tra routine e situazioni comiche per poi passare a descrivere l'Emeroteca Classense-Oriani di Ravenna: nascita, organizzazione, collezione - esclusivamente cartacea - e aspetti singolari come l'esteso orario di apertura e l'alta percentuale (25%) di utenti ultrasessantenni.

Roberto Maini (Biblioteca Marucelliana di Firenze), bibliotecario di periodici da 30 anni come egli stesso ha ricordato, ha presentato una mappa dettagliata sull'editoria periodica italiana corrente basandosi sui dati pubblicati nell'ultima edizione del suo Catalogo dei periodici italiani 2002 fornendo cifre e percentuali sui periodici (tipologie, distribuzione geografica, ecc.) che, sostiene Maini, non sono facili da reperire vista la marginalità in cui vengono relegati i periodici in Italia e visto anche che dal 1997 l'ISTAT non effettua più rilevazioni sulla stampa periodica.

Alessandra Citti (Centro di Servizi e Biblioteca della Facoltà di chimica industriale dell'Università di Bologna) ha illustrato il Catalogo nazionale dei periodici ACNP e i suoi utilizzi in biblioteca: strumento di localizzazione delle testate, servizio di document delivery, punto di accesso al testo pieno degli articoli, indici di testate, repertorio di articoli full text e controllo bibliografico delle citazioni, dimostrando, quindi, come un catalogo nato nell'era dei periodici di carta, si sia trasformato, ampliando i suoi utilizzi, in uno strumento in grado di gestire anche il formato elettronico.

La sessione mattutina del seminario di studio si è conclusa con l'intervento di Giovanna Bonazzi (Biblioteca Fondazione Collegio San Carlo di Modena) che ha presentato ANALECTA, una banca dati di spoglio di periodici italiani (133 titoli) frutto della cooperazione tra varie biblioteche emiliane di cui sono stati pubblicati finora 8 CD ROM e di cui presto sarà disponibile una versione online.

Nel pomeriggio si è svolta la tavola rotonda sui periodici elettronici e open archives avviata da Paola Gargiulo (Caspur di Roma) che ha affrontato alcuni dei problemi nella transizione dal periodico cartaceo a quello elettronico: la resistenza di autori e utenti nei confronti dell'elettronico, i pochi progressi fatti nel campo dell'archiviazione permanente e l'IVA al 20% per l'elettronico.

Di consorzi per le risorse elettroniche ha parlato Tommaso Giordano (Biblioteca Istituto Universitario Europeo di Fiesole) come possibile soluzione al problema della conservazione (anche del cartaceo) e come possibilità per la condivisione delle risorse elettroniche sottolineandone i vantaggi ma esponendo anche i limiti della realtà italiana.

Rolando Minuti (Dipartimento di Studi storici e geografici dell'Università di Firenze) ha raccontato la sua esperienza con CROMOHS, rivista elettronica (Firenze University Press) fondata nel 1996 e da lui diretta, e nello specifico dei problemi riscontrati nel corso del tempo come la stabilità (archiviazione permanente), la diffidenza degli autori - soprattutto di quelli alle prime armi - per il formato elettronico e la definizione della natura della rivista elettronica.

Del rapporto tra editori e bibliotecari all'interno del mercato dei periodici elettronici ha parlato Luca Burioni (E. S. Burioni Ricerche Bibliografiche di Genova), in particolare di come i rapporti di forza tra questi due gruppi si siano invertiti: qualche anno fa le biblioteche, unite in consorzi, sembravano avere più potere rispetto ad oggi tant'è che gli editori erano disposti a fornire pacchetti di periodici elettronici con un piccolo sovrapprezzo rispetto al cartaceo, mentre adesso gli editori sembrano aver meno bisogno dei consorzi e appaiono meno disponibili nei confronti delle biblioteche.

La discussione tra i relatori del pomeriggio è stata animata e ben coordinata da Serafina Spinelli (Coordinamento biblioteche Area della Biosfera dell'Università di Bologna). Il pubblico, che anche durante la mattina era stato abbastanza attivo, ha concentrato le domande sul potere dei fornitori e sulla conservazione del cartaceo e digitale.

Sia per la varietà degli argomenti legati ai periodici sia per la diversità tra le figure professionali del mondo dell'informazione invitate a parlare in questa occasione, il seminario è risultato vivace e interessante. Sono stati affrontati i temi attualmente in discussione anche a livello internazionale e le possibili soluzioni riguardanti una tipologia di documenti complessa per natura e trattamento biblioteconomico come i periodici, che dovrebbero interessare non solo i serials librarians ma tutti coloro che lavorano in biblioteca.

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