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ISSN: 2283-303X

Un progetto di catalogazione delle risorse elettroniche: Easycat.ER


Testo della relazione presentata al VI Congresso dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale, Bologna, 14-17 settembre 1999.
di Gianfranco Crupi, Donatella Parlanti e Carla Simone (in linea da novembre 1999)

Il progetto di catalogazione delle risorse elettroniche, argomento di questa relazione, è stato ideato e realizzato dal personale della Biblioteca "Angelo Monteverdi" dell'Università di Roma "La Sapienza" in collaborazione con la Società Nexus di Firenze.

La Biblioteca "Angelo Monteverdi", che è un Centro interdipartimentale di servizi a cui afferiscono i dipartimenti di Italianistica e Spettacolo, di Studi linguistici e letterari, di Studi romanzi e circa cento docenti e ricercatori, ha un patrimonio bibliografico costituito da 130.000 monografie e 600 testate di periodici che documentano, secondo un'articolazione organizzativa in settori scientifici e di servizio, le competenze specialistiche e disciplinari dei dipartimenti ad essa afferenti, relative alle lingue e alle letterature romanze, alla teoria della letteratura, alla filologia e alla linguistica. Da cinque anni i diversi cataloghi cartacei sono confluiti integralmente in un unico catalogo informatizzato, che consente la gestione elettronica di alcuni servizi e un'importante attività di supporto alle iniziative scientifiche degli studiosi e dei docenti che afferiscono al Centro. Gli utenti possono interagire con la Biblioteca sia con collegamento remoto ((http://bam.let.uniroma1.it) che locale, grazie a trenta postazioni che consentono l'accesso all'informazione catalografica, l'interrogazione e la consultazione di banche di dati bibliografiche e fattuali, la fruizione dei servizi di posta elettronica. A tal fine, sono garantiti agli utenti un servizio continuo di formazione e assistenza per la consultazione delle banche dati sia locali che remote, e corsi annuali destinati ad introdurre alla metodologia della ricerca bibliografica e a fornire gli strumenti repertoriali e catalografici di base, con percorsi simulati di ricerca, utilizzando strumenti e supporti sia tradizionali che elettronici.

L'utenza della Biblioteca "Angelo Monteverdi" è composta di studiosi e studenti che fino a qualche anno fa hanno scarsamente interagito con le tecnologie informatiche, per una diffidenza generata in parte da pregiudizi culturali e in parte dalla dispersività, dalla frammentarietà e spesso inaffidabilità delle informazioni e dei documenti disponibili in rete. Tuttavia, negli ultimissimi anni proprio il mondo accademico e della ricerca di area umanistica, dopo aver scoperto l'utilità e, per certi versi, l'indispensabilità di alcuni strumenti elettronici per il recupero delle informazioni bibliografiche e catalografiche e per l'attività di editing, si è fatto promotore di importanti iniziative scientifiche per la gestione elettronica delle fonti primarie e secondarie del sapere. Si tratta di rilevanti progetti, nazionali e internazionali, per la creazione, organizzazione e diffusione dell'informazione bibliografica e soprattutto per la digitalizzazione e il trattamento di corpora testuali, su cui l'informatica applicata alle discipline umanistiche sviluppa sistemi sempre più affidabili e raffinati, che consentono allo studioso di effettuare sofisticate ricerche strutturali e linguistiche, come ad esempio generare concordanze, liste di frequenza, rimari.

E' sulla base di questo mutato scenario che nella Biblioteca "A. Monteverdi" si è avviata una riflessione sulle modalità di accesso dell'utente all'informazione elettronica e sui relativi processi di intermediazione e disintermediazione operati dai bibliotecari.

A tal fine si è pensato di integrare il catalogo della Biblioteca con notizie bibliografiche riguardanti le nuove tipologie documentarie, per consentire all'utente l'accesso diretto all'insieme dei documenti nella loro tangibilità o intangibilità, disponibilità locale o remota. Il progetto in questione consiste quindi nella catalogazione delle sole risorse elettroniche specifiche per gli ambiti disciplinari di competenza della Biblioteca, siano esse CD-ROM (disponibili in Biblioteca o in rete d'Ateneo), o siti Internet (banche dati bibliografiche e testuali, periodici elettronici, liste di discussione ecc.). L'OPAC della Biblioteca si configura così come uno strumento informativo articolato e logicamente coerente.

La catalogazione delle risorse disponibili in rete vede così protagonisti i bibliotecari, chiamati a fondere il loro bagaglio di conoscenze ed esperienza con le molteplici possibilità offerte dalle nuove tecnologie. I motori di ricerca non compensano il disordine e la mancanza di controllo che prevalgono in Internet: la conoscenza delle informazioni è stata demandata nel tempo al passaparola tra gli utenti, al servizio di reference, a bookmark sempre più lunghi e articolati, spesso impenetrabili per i non iniziati. Chi si accinge ad effettuare una ricerca in rete si trova di fronte alla necessità di costruirsi percorsi informativi che lo conducano all'obiettivo finale della ricerca. I bibliotecari, attraverso una esplorazione ed una valutazione delle risorse elettroniche, offrono agli utenti una serie di informazioni selezionate che possono formare la mappa su cui disegnare il percorso di ricerca. In questo modo diventa possibile ridurre al minimo il numero di passaggi necessari per ottenere le informazioni e trasformare il caos di Internet in una biblioteca virtuale - o più correttamente in raccolte virtuali. Ciò che caratterizza e qualifica una biblioteca virtuale è che le diverse opportunità che essa offre sono riconducibili alla visione personale dell'utente, nel senso che il punto di partenza non è la raccolta documentaria ma il bisogno dell'utente stesso, il suo approccio, il suo modo di fare ricerca, l'ottica con la quale egli può assemblare e costruire ogni volta sul proprio tavolo di lavoro o sullo schermo del proprio computer, a partire da una domanda, una biblioteca virtuale appunto, cioè una collezione di riferimento che contiene le risposte a quella domanda.

Il patrimonio di una biblioteca è oggi assai composito, costituito com'è di risorse cartacee e digitali, sia locali che remote, e tali per cui la gestione delle raccolte tenderà all'integrazione fra documenti disponibili su supporti diversi e alla creazione di collezioni virtuali. Si impone quindi un diverso modo di concepire le tradizionali attività di catalogazione che comporteranno una estensione delle capacità dei bibliotecari di selezione, classificazione e indicizzazione dei documenti e delle loro fonti.

Il progetto è stato ideato da un gruppo di lavoro ristretto composto da tre bibliotecari (di cui un consulente esterno), che si è avvalso dell'attiva collaborazione di alcuni dottorandi e dottori di ricerca, scelti in base alle loro specifiche competenze disciplinari. La sinergia sviluppatasi tra le due componenti ha portato all'elaborazione di un piano di lavoro articolato in varie fasi:

  1. l'individuazione di una rosa di risorse elettroniche (CD-ROM e siti Internet) su cui condurre l'esperimento;

  2. la creazione di una scheda catalografica articolata e analitica, con campi di descrizione specifici;

  3. il confronto e la verifica con gli standard e i protocolli internazionali di descrizione catalografica.

Il lavoro non poteva prescindere dal dibattito che ferve su questi temi nella letteratura specialistica. L'intento è stato infatti quello di soddisfare le esigenze specifiche degli utenti della Biblioteca, discostandosi il meno possibile dagli standard internazionali o da importanti esperienze come, per esempio, Dublin Core o il progetto DESIRE, finanziato dalla Comunità Europea e destinato alla catalogazione e indicizzazione in modalità semiautomatica delle risorse elettroniche.

Punto di partenza è stato il concetto stesso di "risorsa elettronica", sintagma introdotto nello standard ISBD.ER (International Standard Bibliographic Description for Electronic Resources) che ne fornisce la seguente definizione: le risorse elettroniche consistono in materiali elaborati da computer, inclusi i materiali che richiedono l'uso di una periferica (per esempio, un lettore di CD-ROM) collegata al computer; possono essere utilizzate in modo interattivo oppure no. Per il metadata Dublin Core le "risorse informative elettroniche" sono quelle archiviate in formato elettronico o computerizzato, e che possono essere ricercate, localizzate e recuperate tramite reti elettroniche o altre tecnologie per l'elaborazione di dati elettronici.

La pubblicazione dell'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) sulle risorse elettroniche (ISBD.ER: International Standard Bibliographic Description for Electronic Resources. München : Saur, 1997) ha costituito naturalmente la base per normalizzare la descrizione di questa nuova tipologia documentaria. ISBD.ER è una applicazione specifica dello standard più generale di descrizione bibliografica internazionale ISBD (International Standard Bibliographic Description), creato per consentire lo scambio di informazioni bibliografiche tra le varie nazioni prescindendo dalle lingue in cui le notizie sono registrate. ISBD.ER prevede otto aree descrittive; di queste alcune sono facoltative, mentre è obbligatorio rispettare l'ordine di successione delle aree all'interno della scheda. Lo standard è ricalcato sul modello elaborato per le monografie, e risente quindi della sua impostazione descrittiva: nell'area delle note, ad esempio, sono relegati alcuni elementi che sono peculiari delle risorse elettroniche, quali i requisiti di sistema, la modalità di accesso, l'aggiornamento.

Dublin Core (http://purl.oclc.org/dc) è un metadata basato su un nucleo di quindici elementi, nato per facilitare la ricerca delle risorse elettroniche. Concepito originariamente per consentire agli autori di risorse Web di generare la descrizione dei propri siti, ha attirato l'attenzione della comunità dei bibliotecari impegnati nella descrizione formale delle risorse, i quali hanno corredato la struttura iniziale di un apparato di sottoelementi. Il metadata Dublin Core, adottato da numerosi progetti di ricerca, localizzati in diversi Paesi, si caratterizza per la sua semplicità e flessibilità. Ogni elemento del set è infatti facoltativo e ripetibile, e tale da poter essere disposto in qualunque ordine, non essendo vincolato da rapporti gerarchici.

Nell'elaborazione di un modello di scheda funzionale alle risorse elettroniche si è quindi cercato di fondere la struttura collaudata di ISBD con la semplicità dello schema di Dublin Core. In questo modo si è configurata una scheda molto articolata e analitica, senza rinunciare all'autorevolezza e alla standardizzazione garantite dalla descrizione bibliografica elaborata dall'IFLA. La fusione di queste due preziose fonti di informazione ha comportato di conseguenza un alleggerimento dell'area delle note e l'introduzione di campi specifici, sia per consentire una maggiore uniformità di riversamento delle notizie sia per lasciare più aperta possibile la strada della conversione dei dati da un formato ad un altro. Ne sono derivate due schede, una per le risorse elettroniche remote ed una per le locali.

I principali campi previsti sono: (per le risorse remote) titolo e responsabilità, tipo di risorsa, pubblicazione, note, formato, modalità di accesso, legame con altra risorsa, e-mail, ultimo aggiornamento, descrizione; (per le risorse locali) titolo e responsabilità, tipo di risorsa, pubblicazione, descrizione fisica, note, formato, requisiti di sistema, descrizione. Nelle schede, esportabili in formato UNIMARC, sono obbligatori tutti i campi che risultano tali anche per ISBD.ER. Entrambi i database, quello delle risorse elettroniche locali e quello delle remote, sono perfettamente integrati nell'OPAC della biblioteca ma possono anche essere estrapolati e resi disponibili come cataloghi autonomi.

Per quanto riguarda il software, esso è stato elaborato dalla società Nexus di Firenze, produttrice, in collaborazione con alcune Università italiane, di software di catalogazione e di ricerca (Easycat e Easyweb). La prima versione sperimentale di Easycat.ER, istallata dalla Nexus sul suo server di Firenze, è stata via via modificata e modellata sulle esigenze emerse durante la catalogazione.

Siamo consapevoli che il progetto può essere applicato solo in ambiti altamente specializzati, tali da poter ritagliare una quantità di informazioni definita e consentire il loro trattamento.

La fluidità delle informazioni disponibili in rete può rendere impegnativa la manutenzione del catalogo: le risorse nascono e muoiono rapidamente, cambiano le proprie caratteristiche qualitative e quantitative e possono modificare il proprio indirizzo diventando irraggiungibili. Tuttavia il progetto è sembrato realizzabile data l'elevata specializzazione della biblioteca, in un settore disciplinare dove la produzione di documenti elettronici non è ancora tale da intimorire i potenziali naviganti.

L'altro aspetto, altrettanto delicato, riguarda la manutenzione e l'aggiornamento del catalogo la cui specifica soluzione nell'ambito della Biblioteca"Angelo Monteverdi" è consistita nell'interazione tra competenze biblioteconomiche e competenze scientifiche; tale, questa interazione, da consentire la gestione di processi di disintermediazione e mediazione con l'utente. Se da una parte infatti l'accesso alle risorse elettroniche integrato nell'OPAC della biblioteca ha per obiettivo quello di dare un orientamento alla ricerca, disintermediando il rapporto tra bibliotecario e utente, dall'altra il filtro scientifico operato sulla qualità delle risorse medesime, né più né meno di come avviene per la selezione delle nuove acquisizioni bibliografiche, seleziona le risorse ovvero i nuovi documenti da acquisire e catalogare.

Ci auguriamo, infine, che nello sviluppo di questo progetto possano trovare spazio quelle procedure automatiche o semi automatiche di selezione delle fonti, destinate a sostituire progressivamente anche se non del tutto il lavoro umano, come per certi versi già accade nell'ambito della sperimentazione del progetto europeo DESIRE.

| © ESB Forum | a cura di Riccardo Ridi |