ESB Forum
ISSN: 2283-303X |
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Ma non c'è già tutto gratis su Internet ?Seminario "Distribuire e rendere accessibili le risorse informative: confronto fra soluzioni fuori dal mito". Bologna, Facoltà di scienze politiche dell'Università degli Studi di Bologna, 10-11 maggio 1995di Elisabetta Di Benedetto (in linea da giugno 2000) pubblicato anche a stampa, in E.S. Burioni Ricerche Bibliografiche, CD-ROM e basi dati. Catalogo '96, 7a edizione, Genova, Burioni, 1995, p. 352-361. E' risaputo, ma non guasta ripeterlo, che la nostra epoca ha una spiccata tendenza a creare dei miti che, esaurita la loro funzione (miracolistica o catartica), vengono poi immolati sull'altare del progresso e distrutti solo perchè dalle loro ceneri possano sorgerne altri più nuovi e, in virtù di questo, ricchi di rinnovate proprietà taumaturgiche. Perchè il mito si perpetui, sia pure con una ritualità di volta in volta diversa,occorre un sacerdote che ne garantisca la sacralità. Internet, ultimo mito quotidianamente celebrato, in grado di incantare ormai le folle, si è fatta strada grazie ad una seduzione in più: la promessa che ognuno, al pari dell'altro possa incarnare il ruolo del sacerdote prescelto, di colui che conosce la formula magica per realizzarel'incantesimo. E gli incantesimi sono davvero tanti, in grado di soddisfare le esigenze più svariate, esigenze che l'apparente semplicità del mezzo pone tutte su uno stesso piano: dall'ordinazione di una pizza al sogno, da sempre vagheggiato, di un contenitore universale dello scibile di gesneriana suggestione. La tecnologia, dunque, al servizio dell'uomo, di un uomo che non ha perso, ma bensì ritrovato accanto a tanti consumistici aneliti anche quello umanistico alla conoscenza. Fin qui il quadro è idilliaco e sembra avvalorare l'ipotesi che sì, in Internet ci sia veramente già tutto gratis. Ma se si muta la prospettiva, e si prova ad osservare il rovescio della medaglia, ecco che il sogno gesneriano di un sapere onnicomprensivo,ordinato sistematicamente si trasforma pian, piano fino a trasfigurarsi nell'inquietante visione del labirinto borgesiano: un gioco inesauribile di scatole cinesi o di mondi possibili di cui non è facile riconoscere il migliore. A questo punto usciamo dalla metafora e cerchiamo di fare un po' dichiarezza. Se è difficile spiegare che cos'è Internet al di la dellapiù generica delle formule che la definisce come "rete delle reti"[1], al punto che è sembrato più facile dire ciò; che non è[2],forse, sulla base del suo uso ormai consolidato, può risultare più semplice dire a chi si rivolge e con quali finalità. Come è noto Internet, "figlia" di Arpanet, si sviluppa in originein ambito accademico per favorire i collegamenti tra le università statunitensi, sulla base di una collaborazione puramente volontaristica. Da qui al proliferare delle "comunità virtuali" [3]il passo è breve, perchè la rete èpopolata da un'umanità a tutto tondo disseminata in ogni parte delglobo, ma accomunata oltre che dalla passione per la ricerca scientifica da ogni tipo di interessi e curiosità e che si trova improvvisamente tra le mani un portentoso veicolo di scambio delle idee. L'immagine forse più usata per descrivere la reteè quella dell'autostrada elettronica, non si può; tuttavia ignorare che questa autostrada è popolata in molti suoi tratti da crocicchi e capannelli dove si dibatted egli argomenti più disparati, e da apposite bacheche dove il viandante elettronico può; affiggere i suoi messaggi (nuova la figura, ma antica l'arte, come insegna Pasquino). Questa in fondo è la funzione cui assolvono la miriade di liste di discussione e di BBS disseminati un po' ovunque. E se si pensa che in fondo la distanza e l'impersonalità del mezzo telematico frappongano più barriere di quanto non possano avvicinare ci si sbaglia ancora una volta,perchè la netiquette, il "galateo" che i cybernauti hanno cercato di introdurre nella loro anarchica società, oltre alle norme di comportamento improntate al rispetto degli altri, prevede una mimica grafica in grado di abbracciare una gamma abbastanza vasta di emozioni e, ciò; cheforse colpisce di più, in modo universalmente comprensibile. Basta pensare a quante mplicazioni culturali sono racchiuse in un gesto per rendersi conto di quanto la gestualità può allontanare, più che avvicinare, se impiegata per comunicare all'interno di culture diverse: le "faccine" un po' naif di Internet, al contrario, attraversano le barriere culturali con sorprendente immediatezza[4]. Ma a soluzioni grafiche di ben altro tipo è ormai abituato il popolo di Internet, come ci ha brillantemente illustrato ieri Riccardo Ridi, da quando l'ipertestualità si è impadronita dellarete, e il viaggio virtuale ha conquistato anche la terza dimensione. Non mi dilungo sulla portata dell'innovazione che mi sembra facilmente intuibile basti pensare alla possibilità di avere archivi di immagini oltre che di testi, per esempio in campoartistico, oppure alla collaborazione a distanza in sala operatoria tra equipe mediche diverse. Dentro Internet, insomma, c'è idealmente posto per tutto, e se la maggior parte di noi qui è interessata principalmente agli aspetti più legati al mondo della ricerca o della cultura, in senso lato, due altri ambiti non possono essere trascurati per comprendere il fenomeno nella sua complessità: quello commerciale e quello politico-sociale. Quando penso a interessi di tipo commerciale non ho tanto in mente la possibilità di accedere attraverso internet a banche dati distribuite a pagamento da hosts privati (cui accennerò; più avanti), quanto a servizi tipo teleshopping[5], homebanking[6], quizzy[7], VOD (Video OnDemand)[8], e al non troppo futuribile progetto di un "elettrodomestico dell'informazione" che racchiuda in se televisore, videoregistratore, radio, registratore, lettore di cd e di cd-rom, pc, video game, telefono, fax e stampante[9]. Di segno decisamente più riduttivo è uno slogan pubblicitario pubblicato in una delle tante guide ad Internet:"The Internet supports the three most popular pillars of popular culture: sex, lies and video tape"[10]. Accanto alle realizzazioni commerciali troviamo quelle sociali (e non è detto che le une siano disgiunte dalle altre): dall'ideale di Al Gore di un' "America cablata" che utilizzi Internet come strumento di crescita e diffusione ulturale al National Electronic Open Meeting, una sorta di congresso elettronico, voluto sempre dall'amministrazione Clinton, che si tiene inquesti giorni allo scopo di favorire l'interazione tra cittadini e stato per migliorare i servizi e l'informazione e che si avvale della presenza di esperti in rete. Anche in Italia, intanto, si avviano le prime timide sperimentazioni ad opera di alcune amministrazioni comunali come quella di Bologna e Roma, mentre su base regionale è in via di realizzazione una man che colleghi ad alta velocità Siena, Pisa e Firenze. Innegabile è il fascino di una tecnologia tanto avanzata al ervizio dell'informazione e della democrazia, ma, ed è forse superfluo ricordarlo, non si tratta della stessa tecnologia impiegata per tutt'altri scopi dal Grande Fratello di Orwell? Tanto basta per inquadrare alcuni dei tratti distintivi, utili per comprendere le potenzialità e i limiti del fenomeno: la finalità di tipo comunicativo, il suo iniziale sviluppo sulla base di esigenze ed esperienze maturate in ambito accademico e la sua crescita vertiginosa e proteiforme, frutto di un impegno volontario e per questo tanto lodevole quanto disorganico. Internet dunque è quel territorio in cui tutto è possibile e nulla deve stupire, dove si passa disinvoltamente dalla chiacchierata (chatting) amichevole alle discussione sui massimi sistemi, passando attraverso chissà quale catalogo di vendita. Per meglio comprendere il raffronto tra le varie risorse elettroniche, che seguirà tra breve, vorrei proporre alcune riflessioni conclusive sul fenomeno Internet. La prima riguarda la confusione, piuttosto frequente, tra la rete e le sue risorse. Internet è una rete telematica di proporzioni mondiali che consente di raggiungere milioni di risorse, tra queste alcune sono le fonti informative commerciali (in tutte le loro varianti online, su cd o su nastro), altre, invece, sono la miriade di archivi ospitati dalla rete e consultabili gratuitamente (per le università e alcuni enti pubblici) o comunque a basso costo (per i privati). Internet, dunque, ha certamente avuto una ricaduta positiva sul mercatodell'informazione perchè ha consentito in molti casi di abbattere i costi telefonici di collegamento, incoraggiando il ricorso alle varie banched ati a pagamento e perchè l'immissione di un'enorme mole di risorsei nformative gratuite (tra cui free software e testi integrali) ha fattosì che i distributori commerciali fossero costretti a rivedere le proprie politiche dei prezzi[11]; ma,sia pure ridotti , i costi di utilizzo delle banche dati commerciali permangono. Una seconda considerazione riguarda il modo in cui si sta trasformandoil concetto di documento. Le banche dati online e su cd-rom veicolano in formato elettronico un'informazione già esistente su carta o comunque tipologicamente simile a quella cartacea, con Internet, invece, nascono documenti tipologicamente nuovi. Si pensi,per esempio, allo scambio informativo che ha luogo nelle varie conferenze elettroniche, che ripropone i modi dicircolazione agili e informali della letteratura grigia, ma in una forma assai diversa. Un discorso in parte analogo si può; fare per le riviste elettroniche, quei periodici che nascono ed esistono esclusivamente in formato elettronico (non la versione elettronica di riviste cartacee). é facile immaginare come in entrambi i casi si pongano problemi di descrizione dei documenti[12] oltre che di copyright. La terza ed ultima considerazione riguarda le ripercussioni sull'utenza. Quando il "ciclone Internet" si è abbattuto sull'utenza, le risorse online e su cd-rom non erano ancora state completamente assimilate. Molti dei potenziali fruitori avevano,cioè, appena iniziato ad orientarsi in un mercato straripante di offerta, a volte senza cogliere a pieno i punti di contatto e di divergenza tra i diversi strumenti, ma soprattutto senza avere del tutto chiaro il rapporto tra informazione e tecnologia.Come ha fatto acutamente osservare Marco Cupellaro nel suo intervento al Congresso nazionale dell'AIB nel 1991, impera il mito di una "tecnologia onnipotente... in grado di generare automaticamente soluzioni adeguate alle esigenze della domanda"[13]. Internet, come si è avuto modo di illustrare, ha elevato il mito all'ennesima potenza, generando aspettative che non sempre trovano riscontro. Per gettare un po' di luce nell'intricato mondo dell'informazione elettronica è indispensabile a questo punto procedere ad un raffronto più capillare possibile tra le diverse tipologie di strumenti informativi. Le considerazioni che seguono nascono dall'esperienza maturata in prima persona presso ilservizio di consulenza bibliografica e ricerche online della Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie dell'Università di Siena. Parametri guida nel confronto tra risorse su cd-rom, online e in rete[14] saranno l'utenza, il linguaggio di interrogazione, l'aggiornamento, l'affidabilità, la qualità, il livello di fruizione, i campi disciplinari coperti, i costi e il fattore tempo (considerato, come vedremo, sotto un duplice aspetto).
Le risorse elettroniche
Fin dalla sua nascita il cd-rom si è configurato come un prodotto in grado di consentire all'utente finale (meglio se addestrato da personale esperto) di consultare in prima personale banche dati, che nella versione online richiedono l'interrogazione da parte di personale specializzato. Internet, grazie ai costi assenti o molto ridotti, sembra consentire in linea una ricerca simile a quella effettuabile sui cd-rom, anche in virtù del fatto che, sebbene nasca e si conformi soprattutto sulle esigenze di un'utenza universitaria, è comunque a disposizione di una comunità molto più vasta e che va estendendosi a sempre nuove fasce di utenza. L'eterogeneità delle risorse e delle modalità di ricerca, insieme con la loro accentuata mutevolezza e con la scarsità di help in linea e di manualistica disponibile (la maggior parte dei manuali risultano già superati al momento della pubblicazione), tuttavia, crea non pochi problemi all'utente inesperto e spesso non solo a lui. Per quanto riguarda il linguaggio di interrogazione, le differenze si rivelano sostanziali. I cd-rom utilizzano normalmente la ricerca a menu, che sebbene si riveli talvolta non molto flessibile, rappresenta sicuramente una facilitazione per l'utente. Resta il problema dalla molteplicità dei linguaggi, infatti ogni produttore di cd utilizza il proprio, con la conseguenza che spesso ci sitrova a dover apprendere tecniche di interrogazione diverse per ogni bancadati da interrogare. L'interrogazione in linea prevede, al contrario, l'utilizzo di linguaggi spesso più sofisticati e per questo più complessi, inadatti per il ricercatore occasionale o saltuario perchè richiedono un apprendistato e una conoscenza più approfonditi. Internet, infine, è contraddistinta dalla massima eterogeneità: dal menu, ai più diversi linguaggi, agli strumenti di navigazione, il più noto ed amichevole dei quali reca il nome accattivante di veronica. Chi si accinga, quindi, all'esplorazione della "galassia Internet" rischia di trovarsi in serie difficoltà se non ha nessuna esperienza di risorse informative elettroniche. L'aggiornamento è considerato generalmente una caratteristica a favore delle risorse in linea e ancor più, direi, in rete. Le prime, infatti, possono contare su un aggiornamento anche quotidiano, mentre le altre vantano un aggiornamento continuo; i cd sotto questo profilo sembrano far la parte del fanalino di coda perchè non scendono mai al di sotto di un mese come periodicità. Spesso, però;, il supporto ottico consente una copertura retrospettiva maggiore rispetto all'online, per non parlare poi di Internet, dove difficilmente si va più indietro di una decina d'anni. Ma il fattore tempo è da prendere in considerazione anche dal punto di vista di quello richiesto dalla ricerca e questa volta a farne le spese è proprio Internet. Se cd-rom e online si situano a questo riguardo in maniera diametralmente opposta, lasciando il primo ampia disponibilità,mentre il secondo richiede ricerche estrememamente rapide (che si avvalgono comunque di una strategia accuratamente ragionata a tavolino); il cybernauta deve munirsi di una buona dose di pazienza per riuscire ad individuare le informazioni di suo interesse o spesso semplicemente a collegarsi, dato il sovraccarico crescente delle linee (il che non significache non valga la pena tentare). Quanto all'affidabilità delle informazioni, può; essere giudicata buona nella maggior parte delle risorse a pagamento (siano queste in lineao su cd), mentre non si può; dire lo stesso per Internet, dove non è sempre facile risalire alla fonte delle informazioni e dove, soprattutto,non si può; avere la certezza matematica che le fonti interrogate fino al giorno prima non scompaiano improvvisamente, magari perchè chi si occupava di fornirle ha semplicemente smesso di farlo (sono gli incerti del volontariato!) oppure perchè non sono più interrogabili gratuitamente. Sul piano della copertura disciplinare i diversi strumenti informativi abbracciano ormai tutti gli ambiti e anche nel settore umanistico, inizialmente più trascurato in Internet si registra ultimamente un gran fervore di iniziative. Dei costi si può; dire che quelli di online e cd-rom sono medio-alti, mentre in Internet sono nulli o molto bassi, ma la loro stima non ha senso se isolata da tutte le caratteristiche precedentemente esposte. Ancora una valutazione riguarda il fattore sicurezza. Mentre l'interrogazione online e su cd-rom non implica rischi particolari, l'accesso alla rete rappresenta un elemento di rischio perchè facilita la fuoriuscita di informazioni ed espone alle incursioni di visitatori indesiderati, oltre che al contagio da virus. Si tratta di un problema particolarmente sentito dalle aziende private, che per tutelarsi cercano spesso canali di accesso strettamente controllati anche a costo di limitare le potenzialità di ricerca (ad esempio è spesso inibito l'uso di gophers e www). Per completezza si deve aggiungere che il rapido aumento dellecollezioni di cd non manca di creare qualche problema di spazio, ampiamente compensato da quello risparmiabile eliminando i corrispondenti cartacei. e catalogazione del materiale. Inoltre perplessità sorgono sulla gestione amministrativa e sull'opportunità e le forme della catalogazione, come ha fatto già notare Riccardo Ridi. L'ultima caratteristica che si prende in considerazione è quella del livello di fruizione, intendendo con ciò; i tipi di funzione cui i diversi mezzi abilitano. Come si è già avuto modo di accennare, è proprio in questo la peculiarità di Internet, mentre online e cd-rom, infatti, esplicano funzioni di natura puramente informativa, Internet consente anche funzioni di tipo comunicativo, e per questo, a differenza dei primi due si configura come un mezzo interattivo. é proprio l'intersecarsi dei due livelli che genera potenzialità nuove, ma non per questo prive di problemi. L'approccio comunicativo consente, adesempio, di rivolgere un qualunque quesito alla comunità mondiale,moltiplicando e velocizzando e dismisura le possibilità di risposta, senza tuttavia offrire nessun tipo di garanzia sull'attendibilità della risposta, perchè all'altrocapo del filo si può; incontrare chiunque. In questo bisogna riconoscere che la rete rende veramente tutti uguali, perchè sul piano tecnico offre le stesse possibilità al premio Nobel come al più ignoto dei bibliotecari, e con ciò; non voglio dire che il contributo del secondo sia necessariamente di minor valore del primo, ma semplicemente che per valutare l'informazione ricevutaè indispensabile conoscerne la provenienza. Spero che il quadro fin qui delineato abbia adeguatamente messo in luce pregi e difetti dei singoli strumenti, mi preme comunque sottolineare come non esiste una priorità dell'uno sull'altro, bensì una serie di priorità che occorre tener presenti all'atto della scelta. Concordo con Malinconico nel considerare i cd-rom "un mezzo eccellente per la memorizzazione e la distribuzione di grandi raccolte di dati, con un buon rendimento in rapporto al costo"[15]; ma non si possono ignorare la tempestività con cui sono distribuite le informazioni in linea, nè le grandi potenzialità offerte da Internet nel reperimento di testi integrali o per quanto riguarda la cooperazione tra biblioteche in materia di politica degli acquisti o document supply. é per questo che, come già molti relatori prima di me hanno puntualizzato, la parola magica è "integrazione". In questa prospettiva ben venga la rete come contenitore di informazione gratuita e a pagamento e come mezzodi comunicazione. Non per questo il bibliotecario deve sentirsi sminuito,perchè se è vero che con l'avanzare della tecnologia "diminuisce l'importanza della biblioteca come luogo concreto"[16], aumenta invece in maniera inversamente proporzionale l'importanza del ruolo svolto dal bibliotecario. E se l'utente da casa sarà sempre più in grado di inserirsi con il proprio PC nel circuito informativo mondiale e percorrere fino in fondo la strada che conduce dalla citazione al testo integrale del documento, è anche vero che rischierà ogni giorno di più di sentirsi schiacciato da un'informazione in crescita esponenziale. éper questo che con Internet riesplode il vecchio problema della selezione delle fonti e del bibliotecario come consulente qualificato in grado di orientare tanto la biblioteca quanto l'utente. La prima verso le risorse informative più idonee, in un'ottica di cooperazione nazionale e internazionale sempre più accentuata[17], e il secondo nella vasta gamma di strumenti che gli mette a disposizionela biblioteca virtuale, che di questa cooperazione è il frutto. Solo così si potrà sfuggire al minaccioso scenario prefiguratoda Ferrarotti in cui "un eccesso di informazione, o semplicemente l'informazione, a volte [prelude] ... a un odio genuino e mortale fra coloro che comunicano"[18], a favore, invece, ed è sempre Ferrarotti che parla, di una biblioteca come "centro sociale ...che si apre alla società globale"[19].
NOTE [1]"Internet è una rete di reti estesa a livello mondiale,capace di interconnettere una gamma di computer che varia dal semplicepersonal computer fino al più sofisticato mainframe". Carla Basili,Corrado Pettenati, La biblioteca virtuale. Milano, Editrice bibliografica, 1994,p.20. [2] Si veda al riguardo: Andrea Aparo, Il librodelle reti. Manuale di saggezza telematica. Roma, Adnkronos, 1995. pp. 23-24. [3]Chips & Salsa n.2, p. 2-3.Supplemento a "il manifesto", venerdì 7 aprile 1995. [4]Per gli appassionati, uno Smile Dictionary con un repertorio di oltre 150 "faccine" è disponibile in rete al seguente URL:gopher//unhinfo.unh.edu:70/00/internet/local/netiquette/smilie.dictionary [5]Vendita a distanza basata sulla possibilità di entrare in un "magazzino virtuale" o di scegliere i prodotti sfogliando un catalogoelettronico. Chips & Salsa n. 5, p. 8-9.Supplemento a "il manifesto", venerdì 28 aprile 1995. [6]Possibilità di effettuare da casa le operazioni con la propria banca. Ivi, p. 9. [7]Partecipazione interattiva a giochi disocietà, videogiochi, quiz televisivi, sconfinando, talvolta,nell'illecito del gioco d'azzardo. Ibidem. [8]Possibilità di scegliere da un catalogo elettronico il spettacolo televisivo che si vuol vedere (soprattutto film), personalizzando così la programmazione.Ivi, p. 10-11. [9]Ivi, p. 13. [10]Harley Hahn, Rick Stout, Internet YellowPages, Osborne, McGraw-Hill, 1994. p. 264. [11]Illuminante a questo riguardo è il caso del catalogo della Library of Congress, disponibile sia gratuitamente in Internet (sia pure con un linguaggio di interrogazione non molto amichevole) che a pagamento attraverso Knight-Ridder Information. [12]Si veda al riguardo il dibattito che si è sviluppato su AIB-CUR. [13]Marco Cupellaro, L'informazione fuoridella biblioteca. In: L'informazione a portata di mano: biblioteche, tecnologie eservizi agli utenti. Atti del XXXVII Congresso nazionale dell'Associazione italianabiblioteche, Pisa, 27-29 novembre 1991, a cura di Elena Boretti e RiccardoRidi. Firenze, Giunta Regionale Toscana, 1992. p. 62. [14]Restano volutamente esclusi i nastri magnetici, non perchè ritenuti privi di interesse, ma perchè essendo ancora poco diffusi in Italia (Bologna rappresenta un'eccezione nel panorama nazionale), mancano dati attendibili per un raffronto. [15]S. Michael Malinconico, Le biblioteche, i bibliotecari e il mercato emergente dell'informazione. In: L'informazione a portata di mano: biblioteche, tecnologie e servizi agli utenti. Atti del XXXVII Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Pisa, 27-29 novembre 1991, a cura di Elena Boretti e Riccardo Ridi. Firenze, Giunta Regionale Toscana, 1992. p. 38. [16]Ivi, p. 41. [3]Al problema delle "collezioni virtuali" accenna Malinconico a p.37 del saggio sopra citato. [18]F. Ferrarotti, Dalla biblioteca come catasto alla biblioteca come servizio. In: L'informazione a portata di mano: biblioteche, tecnologie e servizi agli utenti. Atti del XXXVII Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Pisa, 27-29 novembre 1991, a cura di Elena Boretti e Riccardo Ridi. Firenze, Giunta Regionale Toscana, 1992. p. 17. [19]Ivi, p. 26. |
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