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ISSN: 2283-303X

Gli OPAC nel Veneto


Testo della relazione presentata il 23 settembre 1999 a Venezia presso la Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, in occasione della Prima Giornata Regionale delle Biblioteche del Veneto, organizzata dalla Regione Veneto - Direzione Regionale Cultura, Informazione e Flussi Migratori - Servizio per i beni Librari e Archivisti. Disponibili in linea, sul sito dell'autrice, anche i lucidi della relazione e il MAV: MetaOPAC Azalai Veneto
di Antonella De Robbio (in linea da ottobre 1999)

Forme e strutture dell'oggetto OPAC

L'acronimo OPAC significa "On-line Patron/Public Access Catalogue", ovvero catalogo in linea pubblicamente accessibile all'utenza, locale o remota.

Un catalogo è un insieme di record strutturati, un "oggetto digitale" che va considerato non solo come l'insieme ordinato dei record catalografici che lo compongono, ma anche nell'insieme di procedure operative che ne caratterizzano la tipologia gestionale.

Le informazioni presenti nel catalogo, strutturate in campi definiti, sono generate dall'attività di catalogazione che può essere, nei cataloghi collettivi, frutto dell'azione partecipata di più biblioteche.

Un catalogo va analizzato nella sua forma, o struttura e nei contenuti delle informazioni che esso mette a disposizione.

La prima differenziazione di un catalogo si stabilisce dalla sua condizione primaria di:

  • Catalogo singolo
  • Catalogo collettivo (multicatalogo)
Inoltre, un Catalogo può:
  • essere intero (Tutto)
    • Catalogo Generale nel suo insieme
  • essere suddiviso in parti (Parti):
    • monografie, periodici, altro materiale... (natura bibliografica)
    • manoscritti, fondi, ... (tipologie di materiale)
    • cd-rom, videocassette, microformati (supporti)
  • avere: una o più Interfacce (n Interfacce)
Le "forme" che un OPAC può assumere si riferiscono a:
  • Natura Bibliografica (Monografie, Periodici, Tesi)
  • Tipologia di materiale (fondo antico, manoscritti, materiale pregresso, materiale corrente)
  • Supporti (opere multimediali, microformati, CD)
L'OPAC condiviso quale contenitore di informazioni

Accanto a numerosi cataloghi singoli, vi sono "costellazioni", altrettanto numerose e differenziate di cataloghi collettivi.

A loro volta i cataloghi collettivi si differenziano in:

  • Cataloghi collettivi reali:
    • OPAC collettivi integrati (cataloghi collettivi nativi)
    • OPAC collettivi cumulati (cataloghi collettivi costruiti a posteriori)
  • Cataloghi collettivi virtuali
    • MetaOPAC
    • MultiOPAC
Il catalogo collettivo "reale" è un OPAC contenente le descrizioni dei documenti posseduti dalle biblioteche cooperanti a quell'OPAC, con informazioni e servizi ubicati su un unico server. Si tratta di un unico OPAC "fisico" al quale l'utente accede direttamente.

I cataloghi collettivi reali sono di due tipi, i cataloghi collettivi nativi od OPAC collettivi integrati, solitamente grossi "cataloghi unici" e i cataloghi collettivi costruiti a posteriori o OPAC collettivi cumulati.

I primi nascono dall'attività di catalogazione partecipata di più biblioteche che adottano lo stesso sistema gestionale e che immettono i dati direttamente nel catalogo comune.

Al "catalogo unico" solitamente partecipano insiemi di biblioteche di uno stesso ambito geografico, o di un sistema definito (di ateneo, provinciale, regionale, ...) in progetti ad ampio respiro, tipico esempio è SBN il Servizio Bibliotecario Nazionale.

I secondi invece si formano dall'unione e fusione di cataloghi di tipologia affine per stesso software gestionale o per discipline o relativi a determinate zone geografiche o aree di ricerca definite, ma esistono però anche esperienze di cataloghi cumulati che utilizzano software gestionali differenti, EasyWeb per esempio.

Nei cataloghi del primo tipo avviene lo schiacciamento delle notizie bibliografiche identiche e ciò comporta "unicità della notizia bibliografica":

Nei cataloghi cumulati, il trasferimento dei dati in formati adeguati (Unimarc) viene effettuato con un riversamento dei dati "standardizzati" in un unico database, senza schiacciamento delle notizie bibliografiche identiche. Vi possono essere quindi più "schede" (record) per una stessa notizia bibliografica, ogni scheda ha una sua localizzazione, a differenza della notizia unica che invece ha un'unica descrizione con più localizzazioni fisiche ad essa collegate.

Talvolta, come nel caso del "Catalogo collettivo delle biblioteche della Provincia di Padova, con sistema gestionale TinLib ed interfaccia WebIF, possono coesistere entrambe le condizioni differenti:

  • nella prima fase, coincidente con la nascita e la creazione di un catalogo collettivo integrato nativo, vi è "unicità della notizia bibliografica" e <n> collocazioni collegate relative alle Biblioteche del Sistema Bibliotecario che possiedono la notizia,
  • in seguito con la fusione di altri cataloghi singoli di biblioteche afferenti al Sistema Bibliotecario all'interno del catalogo collettivo nativo, vi è duplicazione delle notizie bibliografiche
A sanare una situazione di frammentazione dell'informazione, in quanto ad oggi esiste una varietà alquanto eterogenea di OPAC differenti per tipologia e per accessi, recentemente si stanno adottando a livello informatico delle soluzioni alternative, legate appunto alla costruzione di OPAC collettivi cumulati, che possono confluire anche all'interno di cataloghi collettivi nativi creando sempre degli agglomerati informativi "fisici" o "reali", o anche, come vedremo in seguito con la creazione di cataloghi collettivi "virtuali", chiamati anche Meta o Multi Interfacce.

Queste soluzioni tentano di porre rimedio alla moltitudine di sistemi, di accessi e di linguaggi differenti che disorientano l'utente che va alla ricerca di un'informazione relativa ad un preciso documento.

Una soluzione appunto è quella di costruire a posteriori dei cataloghi collettivi cumulati per "unire" in un unico insieme "fisico", le informazioni provenienti da cataloghi di biblioteche geograficamente vicine (per esempio i sistemi provinciali).

Altra soluzione è il catalogo collettivo "virtuale" quale "Interfaccia Unica di Riferimento" e anche qui abbiamo due categorie. La prima permette all'utente di consultare contemporaneamente due o più OPAC fisicamente distinti e ubicati in punti differenti della rete, come se si trattasse di un unico OPAC collettivo. Questa condizione è data dai MetaOPAC, mentre se la possibilità di interrogazione è limitata a un OPAC per volta, sebbene da un'unica interfaccia di riferimento, si è di fronte alla seconda categoria e cioè ad un MultiOPAC.
 
 

L'accesso all'OPAC = accesso all'informazione

Un OPAC è un servizio, è lo strumento informativo che porta al documento, il mezzo di comunicazione che, attraverso un insieme coordinato di programmi, permette di interrogare e di navigare all'interno della base dati, di vedere i dati catalografici contenuti all'interno, di ritrovare e recuperare l'informazione cercata.

L'interfaccia di un OPAC è un intervallo, fisico e logico, tra ciò che tra di qua, l'utente, e ciò che sta oltre, il Catalogo. L'OPAC è il Catalogo più la sua interfaccia di accesso.

Gli OPAC possono essere molto differenti gli uni dagli altri, in quanto si riferiscono alla struttura del database catalografico che interfacciano, e al formato dei record bibliografici che vanno ad interrogare.

Per quanto riguarda il Catalogo è necessario individuare alcune coordinate, quali:

  • Tipologia (singolo/collettivo; generale/parziale; ...)
  • Caratteristiche (software)
  • Struttura e forma (record, disposizione, n. doc., ..)
  • Funzionalità gestionali (procedure, proprietà', ...)
  • Relazione con le interfacce
Nella sua relazione con le interfacce di accesso un OPAC acquisisce valore anche dalle qualità offerte dalle modalità di recupero dell'informazione (un buon software di I.R.) e nelle modalità di accesso proprie della tipologia dell'interfaccia scelta:
  • facilità d'uso,
  • comprensione immediata,
  • amichevolezza,
  • flessibilità di ricerca,
  • estetica grafica
L'OPAC dunque come entità fisica con propria individualità nasce dalla fusione dei due oggetti "catalogo" e "interfaccia" che ne caratterizzano le peculiarità e lo distinguono dagli altri OPAC, della sua stessa "specie" o di specie differenti.

L'interfaccia senza un catalogo "al di là" non ha motivo di esistere, il catalogo senza interfaccia "al di qua", resta un catalogo muto, non comunicante con l'esterno, l'OPAC quindi è un insieme coordinato di dati strutturati, un sistema informativo e, in senso più ampio, un servizio.

Le modalità di accesso degli OPAC, ne segnano la tipologia e si basano sulle differenti interfacce

  • l'accesso Telnet
  • l'accesso Gopher
  • l'accesso Web
  • l'accesso z39.50
  • Il Multi-OPAC
  • Il Meta-OPAC
L'accesso Telnet avviene in emulazione di terminale, in quanto l'utente accede all'OPAC come se utilizzasse un "terminale" del server che ospita l'OPAC. Solitamente per l'accesso sono necessari login e passwod (di pubblico dominio essendo il servizio aperto a tutti).

Si tratta di una interfaccia di tipo CUI (Character User Interface). L'OPAC Telnet prevede l'apertura di una sessione di lavoro che si può sviluppare in più passi successivi. E' necessario conoscere i comandi di base per potersi muovere all'interno della base dati

L'accesso Gopher ormai è stato quasi del tutto abbandonato, attualmente ne sono rimasti solo 3. Si tratta di una modalità obsoleta, sostituita da quella Web.

Intendiamo per OPAC Web, un catalogo interfacciato da una maschera di ricerca di tipo GUI (Graphical User Interface), raggiungibile attraverso utilizzo di un browser WWW basato sul protocollo HTTP (HyperText Transport Protocol)

L'accesso Web di norma è caratterizzato da una pagina con "form" per l'immissione dei dati necessari per la ricerca. La modalità Web non prevede l'apertura di una sessione di lavoro che si può sviluppare in più passi successivi, sebbene in qualche caso vi sia una simulazione.

E' presente l'integrazione con altre risorse informative, quali connessioni alla home page della biblioteca che possiede il documento localizzato, link esterni a banche dati o a documenti a testo pieno. L'interfaccia Web costituisce la maggior parte degli accessi agli OPAC ad oggi esistenti.

La varietà di tipologie di interfacce Web denota una mancanza di standardizzazione nella costruzione di questo tipo di maschere di accesso, sebbene questo tipo di OPAC definito friendly per eccellenza, risulti di gran lunga preferito rispetto al vecchio Telnet dalla maggior parte dell'utenza non bibliotecaria. L'interfaccia Web solitamente è intuitiva e permette di accedere al Catalogo in modo agevole e senza conoscenze previe di nessun tipo, sebbene l'amichevolezza che a prima vista conquista, poi si rivela ridondante in momenti successivi, la grafica può risultare "pesante" e inutile e la semplicità di approccio poco efficace in termini di raffinatezze nelle strategie di ricerca.

Quasi tutti i cataloghi presenti in rete si stanno dotando di accesso Web, sostituendolo a quello Telnet, sebbene quest'ultimo presenti, soprattutto per gli addetti ai lavori, delle caratteristiche di flessibilità di ricerca impensabili con lo strumento Web.

Per accedere ad un OPAC Z39.50 si utilizza un apposito client per il recupero dell'informazione all'interno dei cataloghi remoti, basati sul protocollo Z39.50 o per configurazione nativa o per adattamento attraverso un modulo di tipo Z installato sul server. La modalità prevede l'apertura di una sessione di lavoro che si può sviluppare in più passi successivi. I client esistenti sul mercato sono diversi per funzionalità, scaricabili gratuitamente o a pagamento, o previa richiesta, come nel caso del client Z-SBN per interrogare l'OPAC Indice SBN.

In ogni caso il client deve essere installato sulla workstation dell'utente.

Lo ZNavigator, è il client Z39.50 sviluppato all'interno del progetto CASE/CANDLE che permette di interrogare l'OPAC dell'Università di Firenze.

Nella Regione Veneto vi sono realtà che consentono interrogazioni tramite lo z39.50, per esempio l'OPAC del Polo Veneziano SBN presso la Marciana e l'OPAC di Ca' Foscari che è munito di solo accesso telnet.

Anche l'OPAC collettivo dell'Ateneo di Padova si sta dotando di funzionalità per interrogazioni tramite lo z39.50.

Il Multi OPAC è un'interfaccia unica di riferimento che comprende un set predefinito di OPAC interrogabili non contemporaneamente ma uno per volta.

Si tratta di un'interfaccia di raggruppamento per OPAC affini per tipologia, ambito disciplinare, o zona geografica, in qualche modo "estranea", staccata, che funge da strumento semplificativo e che permette di ricercare in modo "seriale" e differenziato.

Nella nostra regione vi è l'esempio del MultiOPAC in Java di Fabio Guidi che permette di interrogare più basi di dati in contemporanea:

<http://iuavbc.iuav.unive.it/easyweb/js/js_intro.htm>

Funziona in modalità multifinestre Java script e permette la connessione a risorse veneziane tra cui OPAC, database, spogli di periodici:

1.Catalogo collettivo delle Biblioteche dello IUAV e del Polo Veneziano del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN)

2.Catalogo Periodici posseduti dallo IUAV

3.Catalogo delle tesi di laurea dello IUAV

4.Catalogo degli articoli di periodici

5.Catalogo del Sistema Bibliotecario della Provincia di Venezia

6.Catalogo del materiale cartografico CIRCE del C.I. di Rilievo, Cartografia ed Elaborazione Immagini allegate

7.Catalogo dei progetti di architettura CIRCE del C.I. Archivio Progetti

8.NEXUS - il database bibliografico standard
 
 

L'Interfaccia Unica di Riferimento è il form che si "antepone" alle interfacce che stanno davanti agli OPAC, creando una condizione di "fusione virtuale" di OPAC Web attraverso le funzionalità di una nuova interfaccia chiamata MetaOPAC che si interpone alle altre e che ne integra le peculiarità in un "unico modello di riferimento".

Con un'unica ricerca dall'interfaccia Meta si lanciano più interrogazioni in contemporanea aprendo più sessioni di ricerca in parallelo. Le risposte, in sequenza giungono dai siti remoti, ricostruite in una pagina "html" che consente di rientrare nell'OPAC originario, sfruttandone le funzionalità.

L'integrazione dei record recuperati con le informazioni correlate alla reperibilità dei documenti rimandano sempre all'OPAC di pertinenza con possibilità di effettuare richieste di prestito, in quanto le funzionalità proprie dell'OPAC interrogato vengono mantenute e riproposte in output.

I costi per la realizzazioni di soluzioni di questo tipo, utili ad un "recupero e aggregazione di OPAC diversi" sono minori rispetto a soluzioni del tipo catalogo collettivo cumulato costruito dalla conversione e riversamento dei dati di più cataloghi.

Anche per l'aggiornamento dei dati non vi sono problemi di scarichi in quando i dati rimangono fisicamente ubicati sui server originari e le interrogazioni dalla MetaInterfaccia avvengono in tempo reale.

Il MetaOPAC Azalai Italiano, dall'enigmatico acronimo MAI, è l'esempio di Meta Interfaccia più rappresentativo in quanto nato dalla fusione di due alleanze, AIB-WEB con lo staff dei bibliotecari italiani che curano il Repertorio OPAC italiani da una parte e CILEA con lo staff di informatici e la tecnologia del motore di Azalai dall'altra.

MAI per gli OPAC veneti

Il database del MAI, MetaOPAC Azalai Italiano, ovvero l'OPAC degli OPAC italiani, contiene ad oggi 300 OPAC italiani per oltre 430 accessi/interfaccia, tutti catalogati in una banca dati in Informix su Web. Le descrizioni degli OPAC, sono effettuate a cura dello staff di AIB-WEB di OPAC italiani, nell'ambito di un progetto in collaborazione col CILEA, per la realizzazione di una Meta Interfaccia di ricerca agli OPAC italiani.

La banca dati del MAI produce automaticamente le liste repertoriali convertite in formato di presentazione HTML, cioè in pagine Web situate nei pressi della MetaInterfaccia sul sito AIB-WEB e sul sito del CILEA.

Il repertorio OPAC italiani di AIB-WEB è raggiungibile all'indirizzo:

<http://opus.cilea.it/java/html/cbvoi/repertorio/elenco.htm>

mentre il MetaOpac Azalai Italiano, MAI, è attivo presso:

<http://www.aib.it/aib/opac/mai.htm>

Dai singoli "file" repertoriali è possibile quindi ottenere la lista degli OPAC presenti in ogni Regione italiana: ogni scheda relativa ad ogni OPAC è munita di link alle pagine informative su quell'OPAC specifico e sulle biblioteche afferenti. Dalle singole schede è possibile accedere direttamente alla consultazione del catalogo o delle sue parti (o sezioni) tramite i link alle interfacce d'accesso.
 
 

I 18 OPAC veneti:

Dal Repertorio OPAC italiani di AIB-WEB, generato dalla banca dati del MAI gestita dal CILEA, sono state estratte le schede "Infoopac" relative agli OPAC veneti (allegato 1).

Dall'analisi effettuata sugli OPAC esistenti nella Regione Veneto emerge una situazione eterogenea per tipologie di OPAC e disomogenea relativamente alle aree geografiche in cui vi è presenza o meno di OPAC.

Relativamente all'ambito veneto nella banca dati del MAI sono stati catalogati e descritti 18 OPAC e possiamo affermare con una certa sicurezza che, siano effettivamente tutti gli OPAC presenti nella Regione pubblicamente accessibili via Internet.

Sicuramente vi saranno altri OPAC che si stanno dotando di interfacce e che prossimamente apriranno i loro accessi all'utenza in rete, mi riferisco in particolare ai cataloghi di biblioteche di ente locale, attualmente elettronici, ma chiusi, non comunicanti con l'esterno.

  • 5 cataloghi a copertura regionale
  • 11 cataloghi a copertura provinciale o comunale
  • 1 a carattere nazionale (paradossalmente essendo comprensivo anche della biblitoeca del CNR di Roma ha assunto carattere nazionale)
  • 1 interregionale Milano/Feltre (IULM)
La copertura delle città vede gli OPAC veneti così distribuiti:
  • Padova: 6 OPAC
  • 3 OPAC collettivi differenti: università (SBN interfaccia Sybilla), provincia (TinLib interfaccia WeBIF) e comune (OPAC Sebina, esclusa la Civica di Padova che rientra in Indice SBN)
  • 1 OPAC collettivo comprendente 2 biblioteche del CNR (Padova assieme a Roma)
  • 2 OPAC di biblioteche di università il cui patrimonio è compreso anche nel catalogo collettivo di Ateneo
  • Venezia: 6 OPAC
  • 2 OPAC collettivi relativi entrambi al Polo SBN veneziano (uno con interfaccia EasyWeb, l'altro con interfaccia Finsiel del tipo SBN indice)
  • 1 OPAC solo IUAV con patrimonio compreso anche nei due precedenti con interfaccia EasyWeb
  • 1 OPAC con stessa interfaccia del collettivo IUAV, di tipo EasyWeb, per il sistema provinciale di Venezia
  • 1 OPAC solo telnet per Ca' Foscari (z39.50) con prossimo accesso GEAC di tipo Web
  • 1 OPAC dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, suddiviso in due sezioni, una per la Biblioteca Luzzatti e l'altra per il Fondo Edizioni del Seicento
  • Verona: 2 OPAC
  • 1 OPAC collettivo del sistema urbano
  • 1 OPAC collettivo di Ateneo (Aleph)
  • Vicenza: 1 OPAC
  • 1 OPAC della Biblioteca Civica Bertoliana (interfaccia autonoma Zetesis, con proprio server, sebbene la biblioteca faccia parte del Polo SBN bibliotecario del Veneto)
  • Rovigo: 1 OPAC
  • 1 OPAC Accademia dei Concordi + le biblioteche del sistema provinciale di Rovigo (la biblioteca fa parte del Polo SBN bibliotecario del Veneto, insieme alla Bertoliana ed ad altre biblioteche regionali, ma ha un proprio server autonomo assieme alle biblioteche del territorio)
  • Treviso: 1 OPAC
  • 1 OPAC di ente privato "Fondazione Stefano Benetton" (sistema gestionale su "Oracle" con inteerfaccia Web)
  • Belluno: 1 OPAC
  • presente OPAC condiviso com Milano allo IULM (Istituto Universitario)
E' evidente che, dove sono presenti nel territorio istituzioni a carattere accademico universitario, vi sia di una popolazione di OPAC di una certa rilevanza (Padova, Venezia, Verona).

Le realtà di biblioteche cooperanti in sistemi bibliotecari di una certa dimensioni si trovano, probabilmente per riflesso, sempre a Padova, Venezia e Verona. A Rovigo l'Accademia dei Concordi si è unita con le biblioteche del territorio creando una rete informativa indipendente rispetto al Polo SBN Veneto che non ha una propria interfaccia autonoma di Polo.

Anche la Civica Bertoliana, in mancanza di una interfaccia SBN di Polo si è dotata di propria interfaccia autonoma.

A Treviso l'unica realtà OPAC presente è quella della biblioteca privata "la Ghirada" della Fondazione Stefano Benetton e nessuna biblioteca di ente pubblico è presente in Web, ad accezione dell'Archivio di Stato di Treviso che rientra nell'OPAC collettivo del Polo SBN veneziano.

A Belluno la situazione è ancora più critica, in quanto sembra che la realtà OPAC ad accesso pubblico in rete sia praticamente assente, esiste solo l'OPAC dello IULM condiviso con Milano

Per quanto riguarda la situazione OPAC SBN nel Veneto, abbiamo tre Poli, di cui due con interfacce autonome di Polo:

  • l'OPAC collettivo SBN dell'Ateneo di Padova + Biblioteca Universitaria su sistema SBN VMS/Adabas
  • l'OPAC collettivo SBN veneziano con doppio server e doppio accesso, uno allo IUAV (EasyWeb) e l'altro alla Marciana (Finsiel)
Questa situazione "ad arcipelago" può essere ricondotta ad un giusto equilibrio sfruttando le potenzialità offerte dall'information technology.

Esistono quindi possibilità effettive di interrogare, attraverso la MetaInterfaccia del MAI, opportunamente predisposta, set preconfezionati di cataloghi, o insiemi predefiniti dall'utente di OPAC scelti per esempio in base al territorio geografico. Ciò è possibile grazie alla catalogazione degli OPAC che prevede dei campi specifici relativi al livello geografico (nazionale, regionale, provinciale, comunale) e alle città di copertura assegnate ad ogni OPAC.

A titolo di esempio è stato predisposto un form per la consultazione parallela degli OPAC presenti nel nostro territorio regionale, ad oggi connessi al MAI, al fine di agevolare l'utenza per una ricerca simultanea negli OPAC ubicati nella Regione Veneto.
 
 

L'OPAC quale servizio di rete

Laddove attorno alla "risorsa OPAC" si sviluppano servizi correlati, l'OPAC si caratterizza come risorsa sociale, culturale, e anche economica.

Le funzioni che un OPAC deve poter assicurare per divenire un servizio a valore aggiunto, devono andare oltre al semplice accesso al catalogo, limitando per quanto possibile le rigidità di un sistema gestionale strutturato in modo poco comprensibile, ad un utenza anche non specializzata:

Il valore dell'OPAC come risorsa va letto e interpretato in riferimento non solo alla sua struttura, ma anche al suo contenuto, conformato alle esigenze dell'utenza al quale esso volge i suoi accessi.

Le aspettative di un utente che si accinge a consultare un catalogo collettivo dovrebbero coincidere con l'offerta di servizi messa a disposizione dall'OPAC:

  • facilitare l'utente nell'ingresso in un territorio sconosciuto, fungere quindi da "guida" e portarlo "per mano" all'interno di percorsi in un certo senso già tracciati
  • interfacce di accesso graficamente poco pesanti, comprensibili con terminologia a "prova di utente inesperto", eliminando linguaggi "da bibliotecari"
  • poter interrogare il catalogo, singolo o di un insieme di biblioteche e "sfogliarne" i dati bibliografici in varie modalità: ricerca semplice, complessa, browsing
  • permettere di recuperare dati pertinenti alle query poste, rendendo dei prodotti in output organizzati in form comprensibili
  • dotare l'OPAC di strumenti informativi quali liste di autorità, tesauri che permettano di effettuare ricerche con recuperi di dati che soddisfino alle condizioni di "specificità" e "precisione" nelle risposte
  • rispetto del principio di "coerenza", quale uniformità logica della rappresentazione dei soggetti in fase di indicizzazione, ma soprattutto nella costruzione di tesauri e soggettari da affiancare alla base dati catalografica
  • prevedere come un utente si accinge al catalogo nella ricerca di un tema specifico e di conseguenza come quel tema specifico può essere espresso nel catalogo
  • visualizzazione delle informazioni in formati strutturati piuttosto che in descrizioni bibliografiche da bibliotecari
  • informazione sulla localizzazione dei documenti chiare e facilmente raggiungibili con connessioni alle pagine informative della biblioteca, soprattutto se si tratta di OPAC collettivo, con evidenziati dati utili quali: orario di apertura della biblioteca che possiede la copia cercata, telefono, fax, e-mail, indirizzo, e mappa
  • informazioni attendibili sulla disponibilità dei documenti reperiti (connessioni con le procedure del prestito, eventuale possibilità di prenotazione on-line per l'utenza autorizzata)
  • possibilità di invio nella propria casella postale dei risultati delle ricerche effettuati nell'OPAC
  • possibilità di inviare comunicazioni via e-mail al responsabile dell'OPAC o alla biblioteca (a seconda del tipo di comunicazione da inviare)
  • ottenere informazioni aggiuntive (spogli, TOC, abstract, recensioni, full-text, Kardex, etc.) con connessioni a risorse esterne all'OPAC ma nel territorio, oppure fuori dati territorio con link a banche dati bibliografiche, connessioni a periodici elettronici attraverso gateway a siti remoti
Il valore della risorsa OPAC e la teoria dello scambio

Un OPAC cresce e si evolve nel tessuto culturale ove è nato, diviene quindi una risorsa informativa fondamentale per quel determinato ambito in cui esso è incardinato.

Il catalogo si sviluppa e si rivolge all'utenza che afferisce alla "struttura sociale" che lo alimenta, è parte integrante di quella trama di rapporti che, in un "sistema complesso di rete", caratterizzano l'infrastruttura del territorio in cui l'OPAC risiede.

L'insieme dei ruoli, delle conoscenze, delle posizioni, delle istituzioni/enti, creano la "struttura sociale" all'interno della quale gli OPAC, entità in continua evoluzione, comunicano informazioni.

Nel "sistema sociale dello scambio" gli OPAC, quali "nodi attivi" collocati lungo la rete, si scambiano informazioni secondo dinamiche legate alle funzionalità dei singoli dell'OPAC e secondo regole prestabilite dai soggetti che compongono quella struttura sociale.

Nei flussi di scambio dell'informazione, vi sono tre meccanismi fondamentali che interagiscono all'interno della "rete sociale" in cui gli OPAC e le altre entità (soggetti e/o oggetti) comunicano nel territorio e "fuori" dai "confini domestici":

  • le regole di mercato, in cui la circolazione dei beni (anche immateriali) si basa sul principio dell'equivalenza tra le parti: l'informazione acquisisce quindi un valore economico all'interno dei flussi di mercato
  • la ridistribuzione delle informazioni, si regge sul principio dell'eguaglianza, e si attua equilibrando la ridistribuzione delle risorse, attraverso l'offerta di servizi, la regolamentazione dei diritti, gestioni differenziate
  • il dono all'interno del circuito "dare-ricevere-ricambiare" si basa sul principio del debito, in quanto di per sé il dono crea disuguaglianza, differenza, creando un legame di dipendenza
Questi fattori determinano una circolazione delle informazioni quali risorse di valore culturale, sociale ed economico, in flussi differenziati controllati da regole stabilite dai soggetti della rete sociale in cui avvengono gli scambi informativi.

Quanto più i soggetti cooperano nell'attivarsi come "nodi attivi" e non solo "passivi" tanto più i flussi informativi di scambio producono ricchezza all'interno di quella struttura sociale.

La visione dell'OPAC quale servizio sul territorio e per l'utenza del territorio, sconfina anche fuori dalle mura locali. Il servizio OPAC estende i propri confini per raggiungere altri elementi "attivi" quali contenitori di informazioni "esterne" e per servire, al contempo, altre utenze remote, in uno scambio di beni immateriali che produce ricchezza culturale ed economica.

L'OPAC è una banca dati o base dati catalografica e, a differenza di una banca dati bibliografica, la quale descrive e raccoglie l'informazione di ciò che esiste in un determinato settore o disciplina, o zona geografica, contiene anche riferimenti fisici quali disponibilità e collocazione oltre ad essere munito di servizi informativi correlati per il prestito o la prenotazione.

Nell'OPAC esiste quindi una "fisicità" riconducibile alla possibilità di reperire effettivamente il documento cercato, sebbene ad oggi, anche molte banche dati bibliografiche, soprattutto all'interno di "Sistemi di Database Networking", consentano connessioni esterne ai siti degli editori per il recupero dei documenti a testo pieno.

La differenza quindi tra bibliografia elettronica (base dati bibliografica) o catalogo (OPAC) si fa sempre più sfumata attraverso un intreccio di connessioni complesse che vanno a caratterizzare l'architettura del sistema di risorse integrate.

Laddove una banca dati bibliografica incardinata in un sistema bibliotecario è dotata di riferimenti ai posseduti delle biblioteche ecco che essa diviene un catalogo per una certa sua parte di dati. Laddove un catalogo serve quale riferimento informativo, soprattutto se dotato di archivi di autorità o tesauri ecco che esso diviene banca dati informativa in generale.

Se poi queste "risorse informative" locali, vengono messe in condizione di interagire con link interni ed esterni, ecco che viene a realizzarsi un sistema informativo integrato che va a recuperare anche informazioni ubicate in siti remoti.

Un sistema per l'integrazione ottimizzata delle risorse disponibili, banche dati bibliografiche, OPAC e informazioni a testo pieno è la base per una crescita culturale, non solo a livello scientifico, ma soprattutto a livello sociale, in particolar modo se ci riferiamo a risorse di ambito locale.

Il fatto di rendere un OPAC comunicante all'esterno è fattore non solo di crescita culturale, ma anche di impulso positivo nelle dinamiche di mercato, in quanto se l'informazione trova giusti equilibri di ridistribuzione nel territorio, attraverso un equo sistema di scambio di risorse, vi è una razionalizzazione e ottimizzazione nell'acquisizione di beni e servizi.

Alla base di un buon circuito comunicativo vi sono scambi informativi che consentono alle informazioni di essere consultate e recuperate da tutti gli attori sociali della rete.

Il database del MAI raccoglie le informazioni sugli OPAC, crea delle aggregazioni di dati strutturati, riorganizza l'informazione e la ridistribuisce in forma di servizio.

Se le informazioni sugli OPAC vengono quindi segnalate da parte delle istituzioni competenti alla redazione OPAC italiani di AIB-WEB, il servizio informativo del MAI risulta più efficiente e più efficace.

Allo scopo di rendere più fluida la circolazione delle informazioni, nella pagina Web della sezione veneta dell'AIB, Associazione Italiana Biblioteche, è stato inserito un link diretto al "file" degli OPAC veneti del Repertorio OPAC italiani.

<http://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/veneto.htm>

La pagina AIB Sezione Veneto è un contenitore di informazioni per gli addetti ai lavori su quanto avviene sul territorio della nostra Regione e, in particolare, sulle attività svolte in contesto AIB.

La Regione Veneto, quale istituzione formale e punto di riferimento per i servizi culturali del territorio deve essere, in questo processo, un anello di congiunzione forte tra i vari attori del sistema informativo, proponendosi come "nodo attivo" all'interno della rete sociale.

L'iniziativa di questa "Prima giornata regionale delle Biblioteche del Veneto" è indice di disponibilità ad un colloquio attento e dinamico con le biblioteche e per le biblioteche, per una politica di sostegno che si esplichi in più azioni:

  • nell'attuazione di Progetti cooperativi per l'integrazione delle risorse informative nel territorio
  • nella formazione e aggiornamento degli operatori del settore, per l'utilizzo delle nuove tecnologie,
  • nel potenziamento delle infrastrutture di rete
  • nella rimozione dei problemi che ostacolano i flussi informativi
  • nell'individuazione e superamento delle condizioni di "svantaggio sociale", laddove non vi è disponibilità di risorse informative per mancanza di accessi
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