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ISSN: 2283-303X

Perché io di sotto?1
Il CD-ROM della rete Lilith


di Giulia Visintin (in linea da novembre 1999)

Ci si dimentica spesso, è vero, che un CD-ROM è un mezzo, non una risorsa informativa in se. Si pensa al CD come ad un repertorio isolato (almeno fino ad oggi), ci si aspetta di solito compattezza dei dati, coerenza di stile. Per quanto ipertestuale possa esserne il contenuto, viene da pensarlo più come una monografia che come un raccoglitore di contributi diversi. Ma è anche vero che quasi sempre un CD che comprenda più archivi o più strumenti tende a darne una visione integrata o perlomeno coordinata. Il CD-ROM2 prodotto dall'Associazione Lilith3 , al contrario, dispone uno accanto all'altro una serie di repertori di natura abbastanza diversa fra di essi, accomunati tuttavia dall'origine. Sono infatti frutto del lavoro collettivo dei vari centri aderenti alla rete nazionale Lilith, che si presenta come l'espressione spontanea e cooperativa di trentun biblioteche e centri di documentazione delle donne con sedi in tutta Italia (ai quali se ne affiancano altri 24, semplicemente 'abbonati' alla rete), dal gruppo spontaneo alla raccolta ormai solidamente attestata, che possono collettivamente vantare una raccolta documentaria di tutto rispetto nel settore degli studi femminili e del femminismo. Il CD offre dunque spazio a informazioni di tipo molto diverso fra loro, ma il suo nucleo centrale è focalizzato su alcuni archivi bibliografici.

Lilith la rete, Lilith il CD... Gioca un po' contro la chiarezza questa fitta trama di omonimie: al personaggio biblico al quale anche Primo Levi dedicò un racconto si intitolano infatti la rete informativa nata nel 1993 (e preceduta nel 1988 da un 'coordinamento dei centri di documentazione e studi delle donne in Italia' con lo stesso nome), il CD-ROM di cui si sta parlando, e più specificamente, al suo interno, il più corposo degli archivi bibliografici. Per evitare garbugli onomastici, dunque, sarà opportuno un sunto schematico.

Il CD contiene:

  • la base dati Lilith (18211 registrazioni)4

  • la base dati Effe (502 titoli di riviste)

  • la base dati LD (4486 registrazioni analitiche)

  • la base dati Sofia (1358 registrazioni)

    e inoltre:

  • una versione dimostrativa del programma Arka, per il trattamento di fondi archivistici contemporanei

  • il catalogo della casa editrice Luciana Tufani di Ferrara
il tutto incorniciato da alcune pagine HTML, che offrono una prima informazione sul complesso di attività svolte dalla rete. Va inoltre segnalato che le risorse informative del CD sono già accessibili anche sul Web5 , mentre la scelta di renderle disponibili in un formato autonomo vuole incoraggiarne la diffusione anche presso quei servizi che preferiscono ricorrere ad archivi stabili - con aggiornamenti periodici, si capisce - anziché a consultazioni dirette sull'internet. Non si tratta necessariamente dei centri più poveri di mezzi, anche se va tenuto presente che spesso le biblioteche delle donne si sorreggono sul lavoro volontario e su risorse non abbondanti per le spese vive.

La base Lilith comprende registrazioni relative a monografie a stampa, spogli da riviste6 e - meno esaustivamente, ma con segnalazioni sicuramente interessanti - letteratura grigia prodotta dai gruppi femministi attivi in Italia nell'ultimo trentennio: pubblicazioni comunque possedute da almeno uno dei centri della rete; non appaiono invece descritti documenti elettronici. Il nucleo tematico della base riguarda: linguaggio sessuato, letteratura, tempi e spazi di vita, sessualità, sviluppo sostenibile, religione. I titoli sono in prevalenza italiani, ma con numerose puntate all'estero. Le riviste possedute dalle biblioteche della rete sono invece descritte, con l'indicazione della consistenza di ciascuna collezione, nell'archivio Effe7. L'archivio LD, che indicizza la rivista di segnalazioni bibliografiche "Leggere donna" (pubblicata a Ferrara dal 1980), è costituito in massima parte da schede relative a recensioni, di letteratura e saggistica. Infine, l'archivio Sofia è il catalogo del fondo di letteratura per bambine e ragazze raccolto presso il centro di documentazione di Bologna8. Dei progetti portanti della rete Lilith in fatto di catalogazione resta fuori, per ora, soltanto il thesaurus Linguaggiodonna9, qui impiegato nell'indicizzazione semantica dei documenti, per termini non coordinati: ma si parla già di pubblicarlo nella prossima edizione del CD. Se l'ampiezza della copertura delle basi di dati ne accentua il carattere bibliografico, resta marcato l'intento originario di catalogo collettivo: nelle pagine in HTML si forniscono in chiaro i dati di localizzazione dei documenti. Sono inoltre disponibili le pagine Web descrittive di quasi tutti i centri partecipanti all'iniziativa.

A parte questi file di servizio, visibili quando occorre, i singoli archivi del CD vanno comunque consultati scegliendone di volta in volta uno, il che ovviamente non alleggerisce la ricerca né soprattutto contribuisce ad una visione integrata delle informazioni. Per esempio, una monografia può essere presente nell'archivio principale, e una sua recensione nell'archivio LD, senza alcun collegamento fra le due registrazioni. La struttura dei dati è però generalmente la stessa in tutti gli archivi: ciascuna registrazione contiene una descrizione del documento, non sempre preceduta da una intestazione, e corredata di una quantità variabile di campi - a seconda, pare di capire, dello stile di catalogazione seguito da ciascun centro - campi che contengono i termini d'indicizzazione, etichettati con espressioni non sempre perspicue, talvolta codificati (ma non risulta possibile sciogliere le sigle, ad esempio quelle indicative del supporto). Compare inoltre in ogni scheda - come si è detto - l'indicazione sintetica della reperibilità del documento. Per conoscerla in chiaro, basta ricorrere ad un pulsante al piede di ciascuna scheda degli archivi Lilith e Effe, che agisce sulla connessione con le pagine Web. L'insieme di ciascun archivio non viene presentato secondo un ordine percettibile, ma presumibilmente in base alla progressione dell'inserimento dei dati. Ugualmente, sono da ascriversi senz'altro alle differenti consuetudini catalografiche seguite da ciascun centro le non rare variazioni in fatto di scelta delle intestazioni, di descrizione e di formulazione dei termini d'indicizzazione (nomi personali e collettivi compresi), quando non addirittura le duplicazioni di schede. Va anche osservato che le autrici delle registrazioni non sono sempre bibliotecarie professionali: risulta evidente che si è preferito un accumulo di dati, e una localizzazione ricca anche se incoerente, ad un lavoro di controllo e armonizzazione. Tuttavia, se per questa strada sono messi risalto i contributi di tutti i centri cooperanti, la pulizia e l'attendibilità dei dati ne scapitano parecchio.

Le funzioni di ricerca si presentano a prima vista abbastanza articolate, anche se circoscritte alle presunte doti taumaturgiche della ricerca per termini in campi predefiniti (impostata in mancanza di diversa indicazione sulla funzione OR). Non tutti i campi che risultano visibili nelle schede hanno un corrispettivo percorso di ricerca: per esempio non esiste una ricerca per simboli di classificazione, se non per la via peregrina della lista generale di tutti i termini, fra i quali sono comprese le stringhe di cifre. Alcune definizioni degli elementi d'indice variano: i 'descrittori minori' (che fra l'altro è arduo distinguere sempre dai loro fratelli 'maggiori') sono altrove detti 'identificatori' e la 'reperibilità' è definita in fase di ricerca con il nome della 'agenzia'. Non sembra possibile esercitare un recupero per mezzo delle intestazioni tradizionali, che pure compaiono nella canonica forma inversa in quasi tutte le schede, e in generale risulta impervia la ricerca di un documento noto, per il quale ci si deve comunque sobbarcare una razione di ricerca combinatoria. Una volta che sia stato raggiunto un risultato, ad ogni modo, la lista risultante viene presentata mantenendo l'ordine di inserimento (e di numerazione) dei record. Solo in un caso questo numero viene trascurato: nella stampa su carta delle schede compare la data dell'operazione, ma appunto non il rispettivo numero, rendendo così abbastanza superflua la facoltà di ricerca per numero di scheda disponibile in un'apposita finestra. La stessa panoramica delle attività possibili: ricerca, estrazione in formato di testo, stampa su carta non risulta con immediatezza, distribuita com'è fra una serie di pulsanti illustrati e una gamma maggiore - ma più criptica - visibile per mezzo delle tendine.

Risulta insomma un notevole squilibrio fra la ricchezza dell'informazione offerta (e l'interesse che può presentare per molte biblioteche, anche non specializzate) e l'organizzazione del repertorio, prima di tutto a causa della separazione in quattro basi distinte. Alla disponibilità delle singole biblioteche che hanno saputo raccogliere una quantità cospicua di documenti, e hanno voluto aderire ad un progetto di cooperazione per più versi interessante, non rende giustizia una semplice giustapposizione di record come quella alla quale sembra ridursi attualmente il CD di Lilith. D'accordo: da un lavoro condotto su basi largamente volontarie e non professionali sarebbe stato quasi impossibile ottenere di più dal punto di vista della coerenza catalografica. Ma proprio per rispettare questa dimensione - che in un certo senso è garanzia della prossimità ai documenti di chi ha compilato ciascuna scheda, di una raccolta dei dati di prima mano - sarebbe stato necessario disporre di una trama di controllo più ricca e solida di quella attualmente presente, in pratica limitata all'estrazione in liste per campi dei termini impiegati, sulle quali non sono state a quanto pare svolte neppure alcune elementari operazioni di pulizia. La presenza di duplicati a causa di differenze (neppure abissali) di catalogazione - impercettibile a prima vista anche per l'assenza di un qualsiasi ordine di presentazione - indebolisce infine notevolmente la portata dell'informazione proprio nel suo aspetto cooperativo, di catalogo dell'intera rete. Un attento lavoro sull'organizzazione del repertorio e sulle facoltà di ricerca disponibili renderebbe invece meglio utilizzabile un patrimonio informativo e documentario di indiscutibile interesse tanto per l'attualità quanto per la testimonianza storica, e che potrebbe svolgere un ruolo informativo non trascurabile anche nei confronti delle biblioteche consorelle fuori del nostro paese.


NOTE:
[1] Primo Levi. Lilít. In: Primo Levi. Lilít e altri racconti. Torino: Einaudi, 1981. (Nuovi Coralli; 320), p. 18-24 (p. 22).

[2] Il CD porta semplicemente l'indicazione Rete informativa Lilith, ed è stato pubblicato dalla rete stessa, che ha sede a Cagliari, una prima volta alla fine del 1998, poi nell'aprile del 1999 (è a questa ultima versione che si fa qui riferimento). Per il futuro sono annunciati aggiornamenti semestrali.

[3] Piera Codognotto - Eugenia Galateri. Lilith, per una documentazione "al femminile". "Biblioteche oggi", 12 (1994), n. 10, p. 52-60; P. Codognotto - E. Galateri. Lilith in Internet e su cd-rom. <<Biblioteche oggi>>, 17 (1999), n. 4, p. 84-85.

[4] Le basi dati sono realizzate con un'applicazione di CDS/ISIS, chiamata anche quella Lilith. Nel CD sono disponibili sia in formato per Windows, che in DOS per mezzo dell'interfaccia Heurisko.

[5] Da http://linux.women.it/lilith/home.htm si accede alle pagine informative sull'attività della rete e a tutti gli archivi bibliografici disponibili.

[6] Viene dichiarato lo spoglio completo di "DWF", "Duoda", "Memoria", "Rosa", "Via Dogana" e quello parziale di "Istar" e di "Reti".

[7] Una prima edizione è disponibile a stampa: Lilith, Rete informativa di genere femminile. Catalogo riviste. Firenze: Associazione Lilith, 1996. 79 p.

[8] Anche di questo fondo è disponibile un primo catalogo a stampa: Centro di documentazione delle donne, Bologna. Biblioteca. La biblioteca di Sofia: scrittrici e figure della letteratura per bambine e ragazze di ieri e di oggi: catalogo / a cura di Antonella Annibali ... Bologna: Biblioteca del Centro di documentazione delle donne, 1994. 170 p.

[9] Adriana Perrotta Rabissi - Maria Beatrice Perucci. Linguaggiodonna. Milano: Centro di studi storici sul movimento di liberazione della donna in Italia, 1990. XXXI, 41 p.

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