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Perché io di sotto?1
Il CD-ROM della rete Lilith
di Giulia Visintin (in linea da novembre 1999)
Ci si dimentica spesso, è vero, che un CD-ROM è un mezzo, non
una risorsa informativa in se. Si pensa al CD come ad un repertorio
isolato (almeno fino ad oggi), ci si aspetta di solito compattezza dei dati,
coerenza di stile. Per quanto ipertestuale possa esserne il contenuto, viene da
pensarlo più come una monografia che come un raccoglitore di contributi
diversi. Ma è anche vero che quasi sempre un CD che comprenda più
archivi o più strumenti tende a darne una visione integrata o perlomeno
coordinata. Il CD-ROM2
prodotto dall'Associazione Lilith3
, al contrario,
dispone uno accanto all'altro una serie di repertori di natura abbastanza
diversa fra di essi, accomunati tuttavia dall'origine. Sono infatti frutto del
lavoro collettivo dei vari centri aderenti alla rete nazionale Lilith, che si
presenta come l'espressione spontanea e cooperativa di trentun biblioteche e
centri di documentazione delle donne con sedi in tutta Italia (ai quali se ne
affiancano altri 24, semplicemente 'abbonati' alla rete), dal gruppo spontaneo
alla raccolta ormai solidamente attestata, che possono collettivamente vantare
una raccolta documentaria di tutto rispetto nel settore degli studi femminili e
del femminismo. Il CD offre dunque spazio a informazioni di tipo molto diverso
fra loro, ma il suo nucleo centrale è focalizzato su alcuni archivi
bibliografici.
Lilith la rete, Lilith il CD... Gioca un po' contro la chiarezza questa fitta
trama di omonimie: al personaggio biblico al quale anche Primo Levi
dedicò un racconto si intitolano infatti la rete informativa nata nel
1993 (e preceduta nel 1988 da un 'coordinamento dei centri di documentazione e
studi delle donne in Italia' con lo stesso nome), il CD-ROM di cui si sta
parlando, e più specificamente, al suo interno, il più corposo
degli archivi bibliografici. Per evitare garbugli onomastici, dunque,
sarà opportuno un sunto schematico.
Il CD contiene:
- la base dati Lilith (18211 registrazioni)4
- la base dati Effe (502 titoli di riviste)
- la base dati LD (4486 registrazioni analitiche)
- la base dati Sofia (1358 registrazioni)
e inoltre:
- una versione dimostrativa del programma Arka, per il trattamento
di fondi archivistici contemporanei
- il catalogo della casa editrice Luciana Tufani di Ferrara
il tutto incorniciato da alcune pagine HTML, che offrono una prima informazione
sul complesso di attività svolte dalla rete. Va inoltre segnalato che le
risorse informative del CD sono già accessibili anche sul Web5
,
mentre la scelta di renderle disponibili in un formato autonomo vuole
incoraggiarne la diffusione anche presso quei servizi che preferiscono
ricorrere ad archivi stabili - con aggiornamenti periodici, si capisce -
anziché a consultazioni dirette sull'internet. Non si tratta
necessariamente dei centri più poveri di mezzi, anche se va tenuto
presente che spesso le biblioteche delle donne si sorreggono sul lavoro
volontario e su risorse non abbondanti per le spese vive.
La base Lilith comprende registrazioni relative a monografie a stampa,
spogli da riviste6
e - meno esaustivamente, ma con segnalazioni sicuramente
interessanti - letteratura grigia prodotta dai gruppi femministi attivi in
Italia nell'ultimo trentennio: pubblicazioni comunque possedute da almeno uno
dei centri della rete; non appaiono invece descritti documenti elettronici. Il
nucleo tematico della base riguarda: linguaggio sessuato, letteratura, tempi e
spazi di vita, sessualità, sviluppo sostenibile, religione. I titoli
sono in prevalenza italiani, ma con numerose puntate all'estero. Le riviste
possedute dalle biblioteche della rete sono invece descritte, con l'indicazione
della consistenza di ciascuna collezione, nell'archivio Effe7.
L'archivio LD, che indicizza la rivista di segnalazioni bibliografiche
"Leggere donna" (pubblicata a Ferrara dal 1980), è costituito in massima
parte da schede relative a recensioni, di letteratura e saggistica. Infine,
l'archivio Sofia è il catalogo del fondo di letteratura per
bambine e ragazze raccolto presso il centro di documentazione di Bologna8.
Dei progetti portanti della rete Lilith in fatto di catalogazione resta fuori,
per ora, soltanto il thesaurus Linguaggiodonna9, qui impiegato
nell'indicizzazione semantica dei documenti, per termini non coordinati: ma si
parla già di pubblicarlo nella prossima edizione del CD. Se l'ampiezza
della copertura delle basi di dati ne accentua il carattere bibliografico,
resta marcato l'intento originario di catalogo collettivo: nelle pagine in HTML
si forniscono in chiaro i dati di localizzazione dei documenti. Sono inoltre
disponibili le pagine Web descrittive di quasi tutti i centri partecipanti
all'iniziativa.
A parte questi file di servizio, visibili quando occorre, i singoli archivi
del CD vanno comunque consultati scegliendone di volta in volta uno, il che
ovviamente non alleggerisce la ricerca né soprattutto contribuisce ad
una visione integrata delle informazioni. Per esempio, una monografia
può essere presente nell'archivio principale, e una sua recensione
nell'archivio LD, senza alcun collegamento fra le due registrazioni. La
struttura dei dati è però generalmente la stessa in tutti gli
archivi: ciascuna registrazione contiene una descrizione del documento, non
sempre preceduta da una intestazione, e corredata di una quantità
variabile di campi - a seconda, pare di capire, dello stile di catalogazione
seguito da ciascun centro - campi che contengono i termini d'indicizzazione,
etichettati con espressioni non sempre perspicue, talvolta codificati (ma non
risulta possibile sciogliere le sigle, ad esempio quelle indicative del
supporto). Compare inoltre in ogni scheda - come si è detto -
l'indicazione sintetica della reperibilità del documento. Per conoscerla
in chiaro, basta ricorrere ad un pulsante al piede di ciascuna scheda degli
archivi Lilith e Effe, che agisce sulla connessione con le pagine
Web. L'insieme di ciascun archivio non viene presentato secondo un ordine
percettibile, ma presumibilmente in base alla progressione dell'inserimento dei
dati. Ugualmente, sono da ascriversi senz'altro alle differenti consuetudini
catalografiche seguite da ciascun centro le non rare variazioni in fatto di
scelta delle intestazioni, di descrizione e di formulazione dei termini
d'indicizzazione (nomi personali e collettivi compresi), quando non addirittura
le duplicazioni di schede. Va anche osservato che le autrici delle
registrazioni non sono sempre bibliotecarie professionali: risulta evidente che
si è preferito un accumulo di dati, e una localizzazione ricca anche se
incoerente, ad un lavoro di controllo e armonizzazione. Tuttavia, se per questa
strada sono messi risalto i contributi di tutti i centri cooperanti, la pulizia
e l'attendibilità dei dati ne scapitano parecchio.
Le funzioni di ricerca si presentano a prima vista abbastanza articolate,
anche se circoscritte alle presunte doti taumaturgiche della ricerca per
termini in campi predefiniti (impostata in mancanza di diversa indicazione
sulla funzione OR). Non tutti i campi che risultano visibili nelle schede hanno
un corrispettivo percorso di ricerca: per esempio non esiste una ricerca per
simboli di classificazione, se non per la via peregrina della lista generale di
tutti i termini, fra i quali sono comprese le stringhe di cifre. Alcune
definizioni degli elementi d'indice variano: i 'descrittori minori' (che fra
l'altro è arduo distinguere sempre dai loro fratelli 'maggiori') sono
altrove detti 'identificatori' e la 'reperibilità' è definita in
fase di ricerca con il nome della 'agenzia'. Non sembra possibile esercitare un
recupero per mezzo delle intestazioni tradizionali, che pure compaiono nella
canonica forma inversa in quasi tutte le schede, e in generale risulta impervia
la ricerca di un documento noto, per il quale ci si deve comunque sobbarcare
una razione di ricerca combinatoria. Una volta che sia stato raggiunto un
risultato, ad ogni modo, la lista risultante viene presentata mantenendo
l'ordine di inserimento (e di numerazione) dei record. Solo in un caso questo
numero viene trascurato: nella stampa su carta delle schede compare la data
dell'operazione, ma appunto non il rispettivo numero, rendendo così
abbastanza superflua la facoltà di ricerca per numero di scheda
disponibile in un'apposita finestra. La stessa panoramica delle attività
possibili: ricerca, estrazione in formato di testo, stampa su carta non risulta
con immediatezza, distribuita com'è fra una serie di pulsanti illustrati
e una gamma maggiore - ma più criptica - visibile per mezzo delle
tendine.
Risulta insomma un notevole squilibrio fra la ricchezza dell'informazione
offerta (e l'interesse che può presentare per molte biblioteche, anche
non specializzate) e l'organizzazione del repertorio, prima di tutto a causa
della separazione in quattro basi distinte. Alla disponibilità delle
singole biblioteche che hanno saputo raccogliere una quantità cospicua
di documenti, e hanno voluto aderire ad un progetto di cooperazione per
più versi interessante, non rende giustizia una semplice
giustapposizione di record come quella alla quale sembra ridursi attualmente il
CD di Lilith. D'accordo: da un lavoro condotto su basi largamente volontarie e
non professionali sarebbe stato quasi impossibile ottenere di più dal
punto di vista della coerenza catalografica. Ma proprio per rispettare questa
dimensione - che in un certo senso è garanzia della prossimità ai
documenti di chi ha compilato ciascuna scheda, di una raccolta dei dati di
prima mano - sarebbe stato necessario disporre di una trama di controllo
più ricca e solida di quella attualmente presente, in pratica limitata
all'estrazione in liste per campi dei termini impiegati, sulle quali non sono
state a quanto pare svolte neppure alcune elementari operazioni di pulizia. La
presenza di duplicati a causa di differenze (neppure abissali) di catalogazione
- impercettibile a prima vista anche per l'assenza di un qualsiasi ordine di
presentazione - indebolisce infine notevolmente la portata dell'informazione
proprio nel suo aspetto cooperativo, di catalogo dell'intera rete. Un attento
lavoro sull'organizzazione del repertorio e sulle facoltà di ricerca
disponibili renderebbe invece meglio utilizzabile un patrimonio informativo e
documentario di indiscutibile interesse tanto per l'attualità quanto per
la testimonianza storica, e che potrebbe svolgere un ruolo informativo non
trascurabile anche nei confronti delle biblioteche consorelle fuori del nostro
paese.
NOTE:
[1] Primo Levi. Lilít. In: Primo Levi. Lilít e altri
racconti. Torino: Einaudi, 1981. (Nuovi Coralli; 320), p. 18-24 (p.
22).
[2] Il CD porta semplicemente l'indicazione Rete informativa Lilith, ed
è stato pubblicato dalla rete stessa, che ha sede a Cagliari, una prima
volta alla fine del 1998, poi nell'aprile del 1999 (è a questa ultima
versione che si fa qui riferimento). Per il futuro sono annunciati
aggiornamenti semestrali.
[3] Piera Codognotto - Eugenia Galateri. Lilith, per una documentazione "al
femminile". "Biblioteche oggi", 12 (1994), n. 10, p. 52-60; P. Codognotto
- E. Galateri. Lilith in Internet e su cd-rom. <<Biblioteche
oggi>>, 17 (1999), n. 4, p. 84-85.
[4] Le basi dati sono realizzate con un'applicazione di CDS/ISIS, chiamata
anche quella Lilith. Nel CD sono disponibili sia in formato per Windows, che in
DOS per mezzo dell'interfaccia Heurisko.
[5] Da http://linux.women.it/lilith/home.htm si accede alle pagine
informative sull'attività della rete e a tutti gli archivi bibliografici
disponibili.
[6] Viene dichiarato lo spoglio completo di "DWF", "Duoda", "Memoria", "Rosa",
"Via Dogana" e quello parziale di "Istar" e di "Reti".
[7] Una prima edizione è disponibile a stampa: Lilith, Rete informativa
di genere femminile. Catalogo riviste. Firenze: Associazione Lilith,
1996. 79 p.
[8] Anche di questo fondo è disponibile un primo catalogo a stampa:
Centro di documentazione delle donne, Bologna. Biblioteca. La biblioteca di
Sofia: scrittrici e figure della letteratura per bambine e ragazze di ieri e di
oggi: catalogo / a cura di Antonella Annibali ... Bologna: Biblioteca del
Centro di documentazione delle donne, 1994. 170 p.
[9] Adriana Perrotta Rabissi - Maria Beatrice Perucci. Linguaggiodonna.
Milano: Centro di studi storici sul movimento di liberazione della donna in
Italia, 1990. XXXI, 41 p.
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